18. Rivelazioni

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Mike

Quell'intraprendenza da Shanti non me la sarei mai aspettata.

Eppure credo che non avrei resistito molto neanche io con quelle labbra rosee a un soffio dalle mie.
È ancora avvinghiata a me, stiamo entrambi riprendendo fiato dopo esserci baciati per più tempo di quanto credevo effettivamente possibile. Ha poggiato la testa sulla mia spalla e non mi ha più guardato negli occhi. Credo stia pensando di aver sbagliato tutto e io non voglio che lo faccia. Questo bacio mi ha fatto capire quanto avevo bisogno di lei e ha messo in chiaro i miei sentimenti fino a ora confusi. Aveva ragione Luca, a me questa ragazza piace e anche tanto.
Alza la testa dalla mia spalla e, mentre mi guarda, arrossisce. Sorrido e le do un bacio sulla fronte, poi lascio che scenda e prendo il panettone. 

"Mike" mi chiama. Ha il tono di voce basso e si guarda i piedi.
"Dimmi."
"Non lo so... Non mi hai detto nulla"
"Non so cosa sia cambiato dentro di te, conosco solo il mio punto di vista" dico.
"Niente giri di parole, lo rifaresti?"
Mi stupisce anche con questa domanda, inizio a credere che il bicchiere di spumante fosse più alcolico di quanto ricordassi.
"Sì" rispondo, tanto ormai non ho niente da perdere.
"Non mi farai soffrire vero?" Domanda e io leggo nei suoi occhi il motivo per cui non ci ha provato con me fino a ora. 

Mi avvicino e le accarezzo una guancia. Basta quella come risposta, certe volte i gesti valgono più delle parole. Lei pare capirlo perché prende la mia mano e la stringe.
"Torniamo fuori, si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto."
"Finalmente, l'avete fatto voi il panettone? Credevo foste morti" si lamenta Luca.
"Ci siamo distratti" risponde Shanti e io vorrei che tutte le distrazioni della mia vita fossero come quella vissuta poco prima.
Torniamo a sederci vicini e Luca inizia a tagliare le varie fette.
"Ma io ho ancora fame" mormora Luca, dopo aver finito di mangiare.
"Ci sono i dolci che abbiamo preso prima alla pasticceria, sono in frigo" dice Shanti.
"Vado a prenderli io" risponde alzandosi.
"Io vado in bagno" lo segue a ruota Rossella.
Claudio e Stella vanno più lontano a fumare e così ci ritroviamo soli. 

"Hai freddo?" Le domando.
"Un po'" ammette e io le faccio indossare la mia felpa.
Poco dopo poggia la testa sulla mia spalla fissando il cielo puntellato di stelle. Questa sera, nonostante il freddo, non c'è una nuvola e nemmeno la classica nebbia milanese.
"Non ti fa male il collo in questa posizione?"
"In effetti sì, ma non fa niente"

"Puoi sederti sulle mie gambe" tento, audace. Non so fin dove posso spingermi con lei, non so se ha tracciato un confine su quello che si sente o meno di fare.
In ogni caso pare che questo non rientri nei limiti perché mi accontenta, lasciando che le cinga con un braccio i fianchi e con l'altro le spalle. Lei, dal canto suo, si lascia cullare e si poggia sul mio petto. Le bacio la fronte, le guance, fino ad arrivare alle labbra. Mi da un bacio delicato e dopo quello sono sicuro di poter dire che siamo un qualcosa insieme. Lo siamo sempre stati, dovevamo solo dar voce ai nostri cuori troppo spesso chiusi in un cassetto.
Sento dietro di me un applauso "e bravo Ferrari, finalmente ti sei lasciato andare."
A quelle parole Chantal scatta giù dal divano e inizia a indietreggiare.
"Tu sei il figlio di Marcello Ferrari?" Balbetta. 

"Sì, cosa c'è Shanti?" Non riesco a capire il suo atteggiamento, sembra quasi spaventata da me e mi fissa con gli occhi spalancati. Intanto sono ritornati tutti e fissano la scena in assoluto silenzio.

Guardo Rossella, che intanto si passa le mani sulla faccia e guarda dispiaciuta Chantal.
"Non è possibile" continua a mormorare lei.
Mi alzo e la raggiungo "cosa non è possibile? Che problema ti da mio padre?"
Scoppia a ridere, amara come non mai.
"Piacere, Giulia Chantal Dubois. I nostri padri si fanno la guerra da anni e non hanno alcuna intenzione di smettere. Ma questo credo che tu lo sappia già"
Dubois. Sì, mio padre me ne aveva parlato qualche volta e non aveva usato parole carine per lui, ma mai credevo che mi sarei imbattuto in sua figlia e che sarei arrivato fino a questo punto. A giudicare dalla paura che Chantal ha di suo padre posso dire che probabilmente la nostra storia è finita ancor prima di iniziare.

Però sento il bisogno di provare ancora, perché non è possibile che i nostri genitori influiscano così tanto sul nostro futuro.
"Continuiamo la discussione in privato" dico, trascinandola dentro.
Ci fermiamo in mezzo al corridoio e lei non dice nulla, probabilmente si aspetta che questa volta sia io a parlare.
"Shanti questo non deve essere un nostro problema, sono loro che si odiano, non noi."
"Tu mio padre non lo conosci. Sarebbe in grado di cacciarmi di casa per una cosa del genere. Dio, perché capitano sempre tutte a me" dice frustrata.

"Sono sicuro che mio papà capirebbe e che farebbe lo stesso anche il tuo. Insomma, sei sua figlia e ti vorrà sicuramente bene" provo a covincerla.
Scoppia a ridere più di prima "lo sai cosa mi ha detto mio padre? Mi ha parlato di te, ha detto che ti dovevo stare lontana e io gli ho risposto che non c'erano possibilità che ci incontrassimo. E invece guarda dove cazzo siamo finiti, a urlarci contro senza volerlo."

Mi ribolle il sangue nelle vene al pensiero che suo padre le abbia detto qualcosa di cattivo sul mio conto senza nemmeno conoscermi, ma lascio correre perché non è quello che mi interessa in questo momento.

"Ti prego Shanti" mormoro.
"Non guardarmi così, mi sento uno schifo già di mio. Che bel modo di merda di iniziare l'anno ho capito di essere innamorata, ma di non poter avere quella persona" si lascia sfuggire.
"Sei innamorata di me?" Domando.

Non mi risponde e si morde il labbro. Poi scappa via chiudendo a chiave la porta della camera da letto.

Smetto di insistere, tanto per stasera sarebbe inutile e sono convinto che pensare un po' da sola le aiuterà a schiarirsi le idee.
Torno in terrazza e nessuno osa farmi domande. Probabilmente devo avere davvero una brutta cera perché sul volto dei miei amici vedo quello sguardo compassionevole che tanto mi da fastidio.

Mano a mano si alzano tutti e vanno a dormire, tranne Rossella che rimane di fronte a me a guardarmi.
"Che c'è?" le dico, acido più che mai.
"Mi sento in colpa" ammette.
"E di cosa?"
"Le ho detto io di smettere di ragionare per un po'. Non avevo idea che si sarebbe avvicinata a te in quel senso e soprattutto non sapevo che tu fossi il figlio di Ferrari" confessa.
"Lascia stare. Posso farti qualche domanda?"
"Sì"
"Perché Chantal ha paura di suo padre?"

Sospira "non c'è un motivo preciso. Lui non è mai stato affettuoso o espansivo, non l'ho mai visto dare un abbraccio a Shanti e io e lei siamo amiche dall'asilo. Crescendo la cosa è solo peggiorata, lei voleva scrivere e suo padre voleva a tutti i costi un erede per il suo studio, così Chantal ci è finita di mezzo e si ritrova a questo punto. Ho visto crollare Shanti pezzo dopo pezzo per colpa sua, non credere che io ci sia affezionata o che non mi renda conto di quanto male le faccia non avere l'appoggio di suo padre in niente. Ti prego, comprendi perché ti respinge e non mollare la presa. Non voglio che rinunci ad altro per colpa di quel bastardo" conclude.

E ora la capisco veramente e immagino una Chantal bambina che voleva solo un po' di affetto. Ecco perché ora si scioglie a ogni abbraccio, non sono scontati per lei.

"È spaventata a morte da quell'uomo, perché non si ribella?"
"E dopo averlo fatto dove finirebbe? È praticamente sola al mondo, escludendo me e un'altra nostra amica."
"E sua madre?"
"Totalmente succube del marito, l'unica cosa che è sempre stata capace di fare è quella di paragonare Shanti a suo fratello."

A ogni risposta un briciolo della mia speranza va via.
"Non abbatterti. Chantal è forte e ha bisogno solo di qualcuno che le giuri di rimanere al suo fianco" dice Ros.
"E se non me lo permette?"
"Lo farà, la conosco troppo bene. Però falle questa promessa solo se vuoi davvero mantenerla. Non illuderla inutilmente, ché di porte in faccia ne ha prese già abbastanza"
"Grazie Ros" dico, abbracciandola.
"Di nulla, io ora vado a dormire, sto morendo di sonno. Buonanotte"
"Buonanotte"

Io rimango ancora lì fuori a rimuginare sulle parole di Rossella, tentando di rispondere a tutte le domande che mi frullano in testa.
Mi sdraio sul divanetto e alla fine mi addormento lì.

Angolo autrice

Sto prendendo il mio volo per il Messico.
A parte gli scherzi, alcune di voi l'avevano già intuito. Mike è il figlio di Ferrari e quindi anche oggi la gioia di Chantal arriva domani.
Voi come pensate andrà a finire? Chantal si lascerà andare?
A questo domande risponderemo un'altra volta.
Prometto di aggiornare presto, non picchiatemi.
Con amore,
Fra.

Laisse Moi t'AimerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora