38. La bellezza sta nei dettagli

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Michele

È un'ora e mezza che seguo Chantal in questa dannata libreria.

Guarda con gli occhi sognanti ogni titolo, sfiora tutte le pagine e legge qualsiasi trama le capiti davanti.
È persa nel suo mondo e, per un attimo, mi sembra che sia anche più felice del solito. Glielo leggo negli occhi e sulle labbra che, da quando siamo entrati, tiene ferme in un sorriso che contagia anche me.

"Amore, ne hai ancora per molto?" Le chiedo ironico.
"Non so decidere, sembrano tutti così belli" si lamenta.
"Prendine più di uno, no?"
"Il problema è che me ne piacciono troppi, io ho una lista piena di libri che vorrei comprare" confessa.
"Fa' vedere."
Prende il cellulare ed entra nelle note, poi me lo passa.
Continuo a vedere titoli e correre sullo schermo, non saranno meno di trenta libri.

"Ma quanti ne hai a casa?" Domando ridendo.
"Troppi, ma io ho bisogno di avere sempre un libro nuovo sul comodino, altrimenti mi sento male" spiega.
"Abbiamo una cosa in comune" sorrido, scompigliandole i capelli.
"Tu leggi?" Dice, sbarrando gli occhi.
"Sai, mi hanno insegnato a farlo alle elementari" la prendo in giro.

Scuote la testa, poi prende un paio di libri davanti a lei e si dirige verso la cassa.
"Ferma, te li regalo io" dico, tirando fuori il portafoglio.
"Non ce n'è bisogno, davvero" ribatte.
È troppo tardi perché io ho già pagato la commessa e lei ha già imbustato i libri.
Prendo la mano di Chantal e la porto fuori da lì.

"Come ti è venuto in mente? Non voglio che spenda i tuoi soldi per me" mi rimprovera.
"Dai, non farla tragica. Consideralo un regalo da parte mia" le sorrido sornione e le accarezzo il dorso della mano.
Mi tira un'occhiataccia, ma lascia perdere la conversazione.
"Andiamo a mangiare? Sembra esserci un ristorante molto carino non lontano da qui."
Faccio finta di averlo appena visto, ma prima di portarla a Roma avevo già controllato una marea di ristoranti per scegliere quelli che, almeno all'apparenza, mi sembravano più carini.
"Va bene, sto morendo di fame" acconsente.

La trascino fin lì e prendiamo un tavolo all'aperto. I miei occhi scorrono rapidamente su tutto il menù, ma alla fine opto per una carbonara, giusto per mangiare qualcosa di tipico.
Shanti prende lo stesso piatto e, mentre aspettiamo che le nostre ordinazioni arrivino, ci fermiamo a osservare la gente che passa lì davanti.
Sembrano tutti molto indaffarati, probabilmente sono in pausa pranzo da lavoro. Lo scenario mi risulta comunque familiare, Roma sembra Milano in molto cose. Il traffico, il caos, la troppa gente che non nota niente perché troppo persa nei propri pensieri, tutto mi ricorda casa mia.

Per quanto sia affezionato alla mia città, penso che sarebbe bello andare a vivere in un altro posto, magari più tranquillo, anche solo per provare la sensazione di pace che credo si provi quando si sta da soli.

Chantal richiama la mia attenzione stringendomi una mano.
"Mi piacerebbe che a Milano funzionasse esattamente come quando ci prendiamo queste giornate lontane da tutti. Scusa, davvero, perché so che è colpa mia e non voglio farti soffrire con i miei gesti, sei diventato importantissimo per me anche se, magari, non riesco a farlo trasparire perfettamente. Non ho idea di come si faccia ad amare, nessuno me l'ha mai insegnato, ma spero di essere quello che ti meriti tu dalla vita. Forse non te ne rendi conto, ma tu sei il ragazzo che chiunque sognerebbe di avere al suo fianco e io ho la fortuna di averti qui, per me e per nessun'altra. Sei in grado di farmi sentire speciale come hanno fatto in pochi."
Le sue parole arrivano dritte come coltellate al cuore, ma non fanno affatto male. Somigliano molto più a delle carezze, ora che ci penso.

"Anche io mi reputo fortunato ad averti. Sei tu quella che non si rende conto del proprio valore, ma ti giuro che in te vedo qualcosa che non ho mai visto in altre. È come se mi attirassi anche quando mi respingi, perché so che non è quello che vorresti fare veramente. Tenti di
privarti di tutto ciò che ti rende felice per far contento qualcuno che non ti reputa abbastanza importante nella sua vita. Nella vita bisogna rinunciare a qualcosa Chantal, ma mai alla felicità."

Sorride e si asciuga una lacrima fugace che le scorre lungo la guancia.
Il cameriere arriva, interrompendo i nostri discorsi.
Iniziamo a mangiare silenziosamente, per oggi sono già state spese troppe parole e io voglio godermi la mia ragazza in tutto e per tutto. Sono due giorni, ma voglio che li ricordi come tra i più intensi della sua vita per sensazioni provate.

Dopo un po' di sceneggiate, acconsente a farmi pagare anche la sua parte, nonostante non volesse per nulla.
Le prendo la mano e l'accompagno in giro per la città per tutto il pomeriggio, immersi in una Roma che è ancora più bella del solito. Ci sono stato innumerevoli volte, ma mai avevo provato qualcosa che si avvicinasse alla libertà che sento in questo momento. Non stiamo visitando i monumenti o i palazzi, continuiamo a perderci per le stradine e i vicoletti troppo spesso dimenticati dai turisti.

Eppure è bellissimo scoprire questi posti, hanno qualcosa di affascinante nella loro semplicità. Sarà che il mondo pare fermarsi e non correre frenetico come nelle vie principali, sarà che qui c'è la vera essenza di Roma, le persone, sarà perché la bellezza delle cose sconosciute è più interessante rispetto a quella di ciò che tutti conoscono ma ora, mano nella mano con Chantal, mi sto godendo tutto ciò che non avevo mai visto in una vita intera.

Ci fermiamo solo quando siamo esausti e i piedi reclamano un po' di pietà, altrimenti avremmo continuato a camminare.
"È stato… Intenso" ridacchia Chantal.
"Molto intenso" la correggo.
"Già, ma è così che mi piace visitare le città. Le apparenze non mi interessano, la vera bellezza sta nei dettagli" Sorride, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Non hai idea di quanto tu sia bella quando ti mostri per quello che sei, voglio vederti per sempre così" vorrei continuare a parlare, ma lei mi interrompe con un bacio che mi toglie il fiato e io mi zittisco perché, dopo di questo, non c'è bisogno che nessuno aggiunga altro.

Laisse Moi t'AimerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora