Piccolo uomo

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18. Piccolo uomo 

Dopo la tappa all'hotel di Miki, la limousine si diresse verso l'ospedale dove Asami aveva agganci sicuri.

Non volò una parola per molto tempo.

-Sei davvero dispiaciuto per ciò che hai fatto?- domandò infine Akihito, guardando sempre fuori dal finestrino.

-Mh?- Asami finse di non aver sentito la domanda.

-Ti dispiace davvero di essere andato a letto con mio fratello?- ripetè quindi Akihito, guardandolo.

-Sì, davvero.- rispose Asami.

Takaba abbassò lo sguardo, non sapendo che altro dire.

-Dubiti di ciò?- domandò l'uomo.

Akihito rimase con lo sguardo basso.

-Guardami.- disse quindi Asami.

Il ragazzo lo sguardò:
-No, non dubitavo di questo... Volevo solo sentirtelo dire.- rispose, con uno sguardo feroce.

-Perchè?-

-Perchè, sai, Asami, condivido con il fatto che conosci molta gente, molte belle donne e persone carismatiche, che parlano di cose che ti interessano, però ho sempre pensato che saresti andato a letto con una di loro, non con mio fratello. Anzi: non l'ho mai pensato, ho sempre creduto che mai avresti nemmeno saputo dell'esistenza di mio fratello.-

-Pensi che io ti abbia tradito?- domandò Asami.

Era un discorso delicato, che avevano affrontato raramente:

-Non con mio fratello, no.-

-Pensi allora che io abbia un altro o un'altra?-

Akihito scosse la testa:
-No, sto solo dicendo che sarei stato pronto a confrontarmi con una tua relazione con chiunque che non fosse mio fratello.- disse.

-Io non ti ho mai tradito.- disse Asami, calmo, anche se serio.

-Lo so.-

-Tu mi hai mai tradito?-

-No, nemmeno sotto l'effetto di droghe.- rispose Akihito.

-La tua era una provocazione?-

-No. Scusami, non volevo.- Akihito si decise a prendere un profondo respiro, calmando quella serietà che non era da lui.

-Non fa niente. L'importante è che abbiamo chiarito le cose. Vedrò di farmi perdonare.-

Akihito lo guardò, sorridendo, quasi arreso però:
-Non serve. Ti ho già perdonato. Forse nemmeno sono mai stato davvero arrabbiato con te.-

-E con Miki, invece? Perchè avrebbe dovuto vendicarsi venendo a letto con me?-

Akihito si prese qualche secondo:
-I miei genitori lo hanno sempre trattato come un piccolo uomo, anche quand'era un bambino. Okura è sempre stato considerato maturo e, per questo motivo, mai trattato come un bambino, ma sempre e solo come un adulto con responsabilità pesanti da sopportare. Essendo intelligente, ha sempre dovuto aiutare me nei compiti e studiare per sè, senza contare che doveva occuparsi della casa e persino dei conti a fine mese.- disse infine.

-I miei non lo hanno fatto di proposito, almeno credo, e io non ho mai notato quanto soffrisse vedendomi trattato come se fossi figlio unico. Appena finì gli studi, relativamente preso anche, ha lasciato casa e si è subito trovato un lavoro, si è preso un appartamento con i soldi che aveva messo da parte e ha fatto subito carriera, iniziando a viaggiare, lasciandosi alle spalle il Giappone.- aggiunse.

Asami lo guardò: il ragazzo sembrava davvero deluso da se stesso per come Okura era stato trattato. Il temperamento gelido del ragazzo prodigio doveva essere innato in lui, ma anche accentuato dal comportamento riservatogli dai genitori.

-Non è colpa tua, Akihito.- disse Asami.

Akihito sorrise arreso:

-Non tutta, almeno.- rispose.

-Non tutta.- ripetè Asami, dandogli ragione.

-Comunque sia, ti ha dato un ottimo consiglio su come fermare Isao, anche se non ho capito nulla di ciò che ti ha detto: mi è parsa un po' una trappola per farti guadagnare tempo.- disse Akihito.

-Mi?- ripetè Asami, sorridendo appena.

Akihito annuì:

-Rinuncio al caso... Occupatene pure tu. Solo... vedi di non uccidere nessuno, questa volta.-

Una persona dannatamente carismaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora