Il desiderio di Asami

501 27 2
                                    

28. Il desiderio di Asami 

Dopo la cena e dopo che Miki se ne fu andato, nonostante Akihito cercasse in tutti i modi di trattenerlo, il ragazzo rimase a pulire la cucina, canticchiando allegramente.

Asami, dopo essersi fumato una sigaretta, raggiunse Takaba in cucina.

-Mi aiuti?- chiese Akihito, mentre finiva di lavare i piatti.

Asami prese un panno asciutto ed asciugò.

-Ti sei divertito, questa sera?- domandò Akihito.

-Sì.-

-Perchè non mi hai detto di Feilong?- chiese il ragazzo.

Asami passò lo straccio sul piatto umido:

-Non mi pareva il caso allarmarti.- rispose, guardando ciò che stava facendo.

-Okay, ma almeno un: "Ehi, sai che Feilong è in città? Perchè non andiamo a prendere il tè con lui e parlare un po' di come rovinare la vita alla gente?" me lo potevi dire.- fece Akihito.

-Non voglio immischiarti anche in questa faccenda.- rispose Asami.

-Però ci hai gettato dentro mio fratello come niente fosse.- ricordò Takaba, lavando il terzo piatto.

-Non so se te ne rendi conto, ma tuo fratello ha un'intelligenza in dotazione a uno su un milione, quindi è perfettamente in grado di gestire questa situazione. Inoltre, ho ammonito Feilong di non arrecargli alcun danno o, oltre a vedersela con me, dovrà fare i conti anche con lo stesso Miki. Feilong è rimasto molto colpito da tuo fratello. E' venuto a Tokyo solo per conoscerlo.- rispose Asami.

-Eh? Dici davvero? Non lo ha fatto per proteggersi?- domandò confuso Akihito.

-Dubito fortemente: ci sono paesi assai più sicuri di Tokyo, dove, tra l'altro, Feilong ha anche qualche nemico.- rispose Asami.

-Oh... Fatto, era l'ultimo.- Akihito finì di lavare i piatti.

Asami asciugò l'ultimo piatto, riponendolo nella mensola.

-Che ne hai fatto della droga?- chiese Akihito, mentre cercava di slacciarsi il grembiule che aveva messo per non bagnarsi.

-L'ho imballata in un sacchetto e mandata ad esaminare, ma dubito che si riscontreranno diversità, ma, così facendo, ho informazioni a sufficienza per schedarla e levarla dal mercato.-

-Sei tu l'esperto.- commentò Akihito.

-Hai ancora le chiamate effettuate da Isao?- Asami lo aiutò a sciogliere il nodo del grembiule.

-Certo, è ovvio, ma sono in cantonese.- rispose Akihito.

-Questo non è un problema. Fammele avere, provvederò io affinchè siano tradotte. Inoltre tuo fratello parla cantonese.-

-Lo so, e anche bene, a quanto ho sentito dire in giro.- commentò Akihito.

Asami gli sfilò il grembiule, dopodiché lo appese.

-Grazie.- disse Akihito, passandosi poi una mano tra i capelli per sistemarli.

-Sono quasi le unidici. Dovresti andare a letto.- commentò Asami.

-Non sono un bambino: vado a letto quando mi pare e piace.-

-E cosa intendi fare fino a quel momento?-

-Guarderò le televisione.- Akihito, saccente e un po' irritato, andò in soggiorno, sedendosi sulla poltrona, cercando il telecomando.

-Ma dov'è?- mormorò.

Una persona dannatamente carismaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora