1 CAPITOLO

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"Pazza", così dissero quei medici. Non so neanche come ci arrivai li, in quel posto infernale.
Le mie braccia e le mie gambe erano immobilizzate da cinghie di pelle marrone, riuscivo solo a muovere la testa.
Ero circondata da mura di cemento grezzo senza finestre, l'odore acre del sangue inondava le mie narici.
Nella stanza il nulla, solo un piccolo tavolino bianco ai piedi del mio letto e una sedia arrugginita.
Nel tentativo di liberarmi notai di essere completamente nuda, il mio corpo era tumefatto, pieno di lividi e contusioni.
Presa dal panico cominciai ad urlare.
Il medico fuori dalla porta mi udì e si catapultò nella stanza, mi iniettò qualcosa nel collo è un bruciore mi paralizzò totalmente.
Sembrava che in quella piccola puntura ci fossero concentrate tutte le fiamme dell' inferno,poi improvvisamente più nulla solo una forte sonnolenza che mi fece chiudere gli occhi.
Durante il mio profondo sonno, nella mente rimbalzavano immagini della mia vita, di me bambina strappata brutalmente dalle braccia di mia madre da una signora di alto ceto sociale, poi di me adolescente chiusa in una cantina umida e fredda, legata a delle grosse catene.
Non riuscivo a capire quei piccoli flashback sapevo solo che mi appartenevano.
Nel frattempo cominciai a riaprire gli occhi, la testa faceva molto male come se al suo interno ci fosse un intera banda musicale,i miei occhi erano accecati da una forte luce bianca,il mio naso era inondato dal forte odore di disinfettante e nella mia bocca un sapore metallico che mi dava la nausea.
Non capivo cosa mi stesse succedendo, sentivo solo una voce in lontananza, quella del medico che mi addormentò.
Nonostante sentissi in modo totalmente ovattato ,le mie orecchie riuscirono ad udire solo una frase terrificante, "ora del decesso 10:45".
Tutto era così strano e il panico inondava i miei pensieri.
Cercai di parlare e di urlare ma nessuno riusciva a sentirmi.
Non credevo a ciò che mi stava succedendo,la mia voce era forte e chiara ma nessuno riusciva ad udire il mio "NON SONO MORTA".
Tutto d'un tratto una sensazione di vuoto si insidiò nel mio corpo, sentii come se qualcosa mi stesse risucchiando.
Un vento gelido invase totalmente le mie ossa, e la mia anima vi si aggrappò in un abbraccio degno di una madre.
Nonostante il gelo, stavo bene ,mi sentivo protetta e in pace con me stessa, ma quella sensazione durò solo pochi attimi.
Mi girai e quello che vidi era senza ombra di dubbio sconvolgente.
Lì esanime il mio corpo,sdraiato su una barella e circondato da infermiere.
Solo li capii che forse era davvero tutto finito.
Non riuscivo davvero a capacitarmi di ciò che vedevo e non feci altro che concentrarmi sulla mia immagine.
I miei capelli erano totalmente rasati,non si riusciva a percepire neanche il loro colore,tra le tumefazioni neanche un accenno di grasso, solo ossa e pelle.
Chiusi gli occhi e cercai di ricordare com'ero prima di quel giorno.
Ricordai la mia folta chioma castana, le mie guance rosse e i miei occhi verdi come le mele. Una sola cosa mi sfuggiva,il mio nome.
Allora riaprii gli occhi e notai un cartellino penzolante sul mio piede, e fu lì che scoprii la mia identità, "Kate"dissi sussurrando, "si mi chiamo Kate".

BIOGRAFIA DI UN FANTASMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora