19CAPITOLO(TIMOTHY)

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Uscii da quel posto senz'anima, senza guardarmi indietro.
Ero deciso a far uscire Kate da lì.
Stringevo in mano le sue foto, dissi a tutti di averne trovate solo due ma in realtà erano cinque, una di quando entrò, bella come non mai capelli lunghi e scuri con un fisico mozzafiato, l'altra durante un elettroshock, un altra ancora distesa su un letto piena di lividi e contusioni, per non parlare di quella dov'era attaccata ad una sedia con un collare al collo, magra e striminzita, in quella foto guardava l'obbiettivo, i suoi occhi erano spenti e privi di vita e poi l'ultima che mi distrusse velocemente l'anima lasciando i miei polmoni privi di ossigeno, lei, morta su una barella, senza capelli e ne carne in corpo, nuda,adagiata lì come un animale appena cacciato, privata della sua dignità, quei mostri non avevano avuto il ben che minimo rispetto per lei e questo mi struggeva.
Aspettai in macchina i ragazzi che ancora stavano avvolgendo i cavi dell'attrezzatura, appoggiai le braccia sul volante e sopra di esse nascosi la mia testa, scoppiando in un pianto incontrollato e singhiozzante, non so perché, ma non riuscivo proprio a controllarmi, sicuramente avevo accumulato troppo l'energia di Kate e riuscivo così ad avvertire il suo dolore come se vivessi all'interno dei suoi pensieri.
Dopo aver finito i ragazzi rientrarono in macchina, Megan si sedette al mio fianco, mi accarezzò il volto e sorrise dicendomi," vedrai la salveremo", quelle parole furono efficaci e mi fecero smettere di piangere, accesi la macchina e andammo via, in un silenzio quasi surreale, nessuno di noi aveva voglia di parlare o di fare altro.

Durante la strada non facevo altro che pensare,come potevo risolvere questo enigma? Da dove dovevo cominciare? Fin dove mi sarei dovuto spingere?
Pensavo e ripensavo ma niente riusciva a venirmi in mente, quando poi arrivò la soluzione.
Senza pensarci due volte premetti con forza il piede sul freno, incurante di essere in mezzo alla strada e con cinque persone dentro la macchina, tutti urlarono dalla paura, ma ero talmente tanto sovrappensiero che sentii le loro voci completamente ovattate.
Con un colpo netto svoltai verso destra  e mi fermai in mezzo all'erba ai lati della strada che stavo percorrendo.
Megan arrabbiata fino alla cima dei capelli mi urlò" che cazzo faiiii?", non l'ascoltai nemmeno, mi tolsi la cintura di sicurezza e acchiappai immediatamente il mio iPhone, e cercai su Google, nobili francesi Dubois.
La mia ricerca non fu vana.
"Adrien Dubois ricco ereditiero francese, ereditò un immenso capitale dallo zio Flavien Dubois noto per la fabbricazione di armi da guerra.
Adrien Dubois non ereditò solo una grande somma di denaro ma anche la magnifica e maestosa villa dello zio che in un primo momento decise di vendere perché troppo vicino ad un manicomio, ma dato l'alto prezzo nessuno l'acquistò, rimanendo alla famiglia.
Adesso la villa è completamente disabitata i nuovi proprietari lasciano entrare gratuitamente  chi desidera visitarla con un preavviso di pochi giorni.
La famiglia Dubois può considerarsi estinta in quanto il suo ultimo erede non ebbe figli."
Lessi queste parole ai ragazzi che sinceramente non ascoltarono una parola dato l'infarto che gli feci prendere in quel momento, ma poco mi importava perché adesso sapevo da dove cominciare la mia ricerca e non mi sarei fermato per nessuna ragione al mondo.
Cercai il numero su l'elenco telefonico online, ero sorpreso di come la fortuna mi stesse abbracciando forte, lo trovai immediatamente, sotto la voce "villa Dubois", senza soffermarmi digitai il numero e telefonai.
Dopo qualche istante una voce femminile rispose dall'altro capo del telefono" villa Dubois, con chi parlo e come posso esserle utile?", disse in modo velocissimo quella che pensai fosse la segretaria,"Salve mi chiamo Timothy Emerson, io e la mia squadra di ricercatori del paranormale vorremmo visitare la villa" risposi con voce chiara è molto professionale, "oh! Mi sono sempre piaciuti i cacciatori di fantasmi, guardo un sacco di serie in tv su di voi, comunque certo, domani ho un posto libero che ne pensa?"disse ridacchiando come una bimba di dieci anni con Justin Bieber al telefono," ok perfetto, noi però preferiremmo indagare la notte se per lei non ci sono problemi"dissi imbarazzato dal suo comportamento ," ok, non c'è nessun problema, a presto allora, ihihihi", mi chiuse il telefono in faccia, ero perplesso non so proprio cosa la facesse ridacchiare così tanto.
Finita la telefonata posai il mio iPhone e abbracciai forte Megan che non stava proprio capendo nulla, guardai tutti i ragazzi in viso sorridendo a centomila denti,"andiamo a fare colazione offro io", a quell'affermazione scoppiarono a ridere e perdonarono il mio comportamento stupido.
Riaccesi la macchina e continuammo a camminare, l'entusiasmo era a mille e l'adrenalina mi scorreva in corpo come non mai, non vedevo l'ora che arrivasse l'indomani , la curiosità su Kate mi mangiava vivo.

BIOGRAFIA DI UN FANTASMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora