CAPITOLO PRIMO

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Quando Alexander si svegliò una fitta alla testa gliela spaccò in due, un gemito di dolore e decise di abbandonare l'idea di alzarsi. Era a casa di Magnus, l'odore di sandalo gli riempì le narici, ma non sapeva né da quanto né perché era lì.

"Magnus?" chiamò Alec in un sussurro, nessuno rispose. La mano che massaggiava la tempia era bagnata.

"Ma che diavolo...?" Alec guardò la mano vedendo che era piena di sangue, non era suo. " O mio Dio...Magnus, MAGNUS?!" urlò il cacciatore. Di scatto, ignorando il giramento di testa e la fitta che arrivò poco dopo, si alzò.

La casa era tutto a soqquadro, quadri per terra, vetri e sangue ovunque, e se li avessero attaccati? Dov'è Magnus? L'ansia del moro saliva sempre di più, cercò la spada ma era al suo posto. Strano, se ci fosse stato un'attacco l'avrebbe di sicuro sfoderata, anche l'arco e le frecce erano dove si ricordava. Un rumore dietro di lui lo fece voltare di scatto pronto a impugnare la spada angelica. Il ragazzo si tranquillizzò subito vedendo che era il Presidente Miao.

"Stupido diavoletto mi hai spaventato." lo accusò il ragazzo chinandosi poi per accarezzarli la testolina.

"Dov'è il tuo padrone?" chiese Alec, come se un gatto potesse parlare.

Invece il gatto, stupendo Alec, miagolò e si diresse verso la camera da letto. Il cacciatore lo seguì incerto. Quando lo shadowhunter arrivò sulla soglia della porta si gelò.

"Magnus..." pronunciò. La scena che gli si presentava davanti era...disturbante, agghiacciante.

Lo stregone era immobile sul letto, nudo, pieno di lividi e di lacerazioni. Il viso era sfigurato da molteplici graffi, il sopracciglio rotto, come lo zigomo. E dalle natiche, del sangue scendeva colorando le cosce dello stregone dando un tocco di macabro.

Magnus era stato violentato.

Il ragazzo si avvicinò al letto lentamente, più si avvicinava più il suo battito rallentava. Lo scosse piano, aveva paura di romperlo, tanto sembrava fragile.

"Magnus, amore, ti prego, svegliati." niente.

Alec lo girò e lo mise a pancia in su, il cuore doleva a vedere quello spettacolo, che diavolo era successo? <ricorda Alec, ricorda> si disse mentalmente.

Alec lo lavò e lo curò come meglio poté e si sedette di fianco al letto. Lo vegliò per ore, si alzò quando il sangue sulla sue pelle cominciò a bruciare e a tirare, su alzò e si fece una doccia veloce.

Passò un giorno, poi due. Il telefono del cacciatore continuava a squillare ma lui non rispondeva, Magnus era più importante, <sono due giorni che dorme, se domani non si sveglia lo porto da Caterina> decise il ragazzo mentalmente mentre finiva di sistemare la casa del fidanzato, era molto più grande di quanto credesse.

Dalla camera arrivò un gemito. Alec, che era giù in cucina, corse su per le scale.

"Magnus! Come ti sent..."

"VATTENE, ESCI IMMEDIATAMENTE DA CASA MIA!" urlò lo stregone rannicchiandosi e dandogli le spalle, gli occhi sbarrati e paurosi.

"Magnus, ehi, va tutto bene, tranquillo, ci sono io adesso." tentò Alec avvicinandosi al letto, allungò la mano per accarezzarlo ma Magnus al contatto si girò di scatto, gli strinse la mano e mostrò i suoi occhi demoniaci. Alec, anche se non capiva, lo lasciò da solo e andò in sala per schiarirsi i pensieri, si stese sul divano e nonostante provasse a concentrarsi, Morfeo lo accolse tra le sue braccia.

MS-M

You promised to protect meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora