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Draco ed Harry furono risvegliati alle sette e mezza dagli urli di Teddy nella culla. Bisticciarono per un po' su a chi toccasse salire, e Draco si lamentò a lungo del suo incubo su Piton, tanto che Harry decise di salire per non sentire più la spiegazione.
Aprì la porta oroargentata (una vittima della rivalità fra le case di Hogwarts) e gli strilli si chetarono.
Con passo lento e leggero si avvicinò al lettino, sussurrando piano. Il bambino aveva gli occhi e i capelli rossi, le guance rigate di lacrime ed era tutto appiccicaticcio. Quando vide Harry riscoppiò a piangere. Per quanto si stessero sforzando, il trasferimento per Teddy era durissimo. Era abituato all'orfanatrofio, ed era evidente che non era ancora del tutto convinto dei suoi nuovi papà. Dopotutto Draco il primo giorno aveva guardato i biberon come fossero piccoli gnomi da giardino, e Harry gli aveva messo il pannolino della notte al contrario.
Ma le notti erano la parte più difficile, di giorno era invece un bambino affettuosissimo.
Harry lo prese in braccio, gli asciugò le lacrime e il moccio con la manica, soffocando un bleah, e accarezzandolo propose: "andiamo a fare colazione?"
Teddy trasformò i suoi capelli da rossi a blu, segno che era felice, e iniziò a parlare eccitato inciampando le parole: "cí, e poi facciamo i tott colla maramellata e li mangiamo col latte e col cocciolato come ieri, papà?"

Quando anche Draco trovò il coraggio di alzarsi scese in cucina, e trovò Teddy che spalmava marmellata di fragole con le dita sulle fette di pane caldo che Harry gli metteva davanti. E poi insieme disegnavano delle faccine col burro d'arachidi. Il naso del bambino era impiastricciato di burro e aveva briciole di pane nei capelli. Aveva la marmellata fino ai gomiti, e ne stava spalmando una dose abbondante sulle guance e sugli occhiali di Harry, urlando "guadda papà! Ciono un pittore famocio!"
Harry sorrideva, e Draco lo sbirciò dalla soglia. Non era altissimo, non lo era mai stato, ma aveva ora la muscolatura di un Auror ben allenato. La pelle abbronzata di natura era tracciata da piccole cicatrici argentee procuratesi sul campo come medaglie. La bocca con cui spesso raccontava di quanto era fantastico essere un Auror e cose così era piccola e rossa, e quando sorrideva si notava un incisivo scheggiato. La saetta sulla fronte era quasi sempre coperta dalla cascata di capelli ricci e ribelli, che spiovevano da tutte le parti.
Era un amante del suo lavoro, ora era in ferie per recuperare le ferie arretrate. Da quello che Draco aveva capito in tre anni non aveva mai fatto un giorno di assenza, e ora avrebbe fatto la tata per tre mesi.
Lui aveva preso un permesso speciale al San Mungo, ma sarebbe dovuto tornare presto se non voleva essere licenziato ancora.
"Ehi, c'è una festa qua?"
"Papà ciao! Vuoi un tott con la maramellata di fagole?" Teddy si girò verso di lui, scese dalla sedia e corse ad abbracciarlo, lasciando sulla t-shirt impronte rosse.
Harry intanto gli porgeva dal bancone della cucina una tazzona di caffè amaro. Poi chiamò Teddy, dicendo che era ora di assaggiare i suoi "tott" e ne posò uno su un piatto, accanto a una tazza con un intruglio nero e grumoso.
"È quello cos'è?" Chiese Draco tra lo schifato e l'incuriosito.
"Latte coll cocciolato ppe me!"
Il serpeverde pensò fra se che avrebbe dovuto spiegare a Harry qual era la giusta quantità di Nesquik da mettere in una tazza di latte, alzò gli occhi al cielo, e bevve una sorsata di caffè.

Bittersweet {DRARRY FANFICTION}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora