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La sera, dopo quella tragica notizia avvenuta la mattina stessa, la preside annullò tutte le attività che dovevano svolgersi nel corso della giornata di oggi e di domani

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La sera, dopo quella tragica notizia avvenuta la mattina stessa, la preside annullò tutte le attività che dovevano svolgersi nel corso della giornata di oggi e di domani.
Tra due giorni saremmo ritornato di nuovo a casa, ormai non c'era più niente da divertirsi e svagarsi dal periodo scolastico.

I poliziotti dopo aver concluso svariati interrogatori, durati 8 ore, tra gli studenti e i professori, scrissero come causa principale nel loro rapporto, che Jean si fosse suicidato per la depressione.
Fu l'unica pista più accessibile, dato che sfogliando la sua cartella clinica, Jeans soffrisse di un disturbo depressivo fin da piccolo, il motivo tutt'ora misterioso. Da quando lo conoscevo, la mamma non faceva altro che evitare di entrare in questo discorso, e sembra che proprio lei cercava di nascondere le vere motivazioni per cui Jean da piccolo fosse tormentato da questa difficoltà, così grande da fargli rifiutare qualsiasi centro psichiatrico o visita di esso.

- Michael

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- Michael... - Mark si avvicinò a me porgendomi un piccolo bicchiere di caffè - era l'ultimo ed ho pensato di condividerlo con te - aggiunse.

Annuì e sorseggiai quel poco che gli restava

Schifo

Entrambi eravamo distrutti, e sopratutto scioccati da ciò che era successo.
Io ne ero molto di più...
Io oltre al fatto di essere immerso in quella malinconia, in me, ribolliva la rabbia, quella rabbia di essere stato così stupido da non essere riuscito a salvarlo...quella rabbia di aver causato tutto io.

quella rabbia di aver causato tutto io

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- Mark... - abbassai il capo - Ieri l'ultima cosa che ricordi di noi tre... - presi una pausa - potresti dirmela - aggiunsi

- T...tutto ? - deglutì

Simulai con la testa un sì.

Mark fu in silenzio per qualche secondo, poi sospirò e lentamente iniziò a parlare...
Lo riuscivo a capire se avesse parlato anche dopo un'ora, ricordare qualcosa appartenente ad un defunto non è una bella richiesta, sopratutto se si tratta del nostro migliore amico.

- In camera tua arrivò uno scatolone anomalo, quando ci avvicinammo per controllare meglio, dato la nostra curiosità, il bigliettino ci rassicurava che il destinatario eri tu, quando lo notasti, dicesti che era un errore della reception, così prendesti lo scatolone in mano e ci chiedesti se potevamo farti compagnia -

- Poi... - sapevo che facendo così l'avrei fatto di nuovo stare male, ma era l'unico modo per capire cosa fosse realmente successo ieri, prima della morte di Jean.

Mark fece un bel respiro e continuò.

- Mentre stavamo camminando per il corridoio, tu ad un certo punto ci dicesti che la nostra compagnia non ti serviva più...infatti ordinasti a me e Jean di fare ritorno nella stanza -

I miei occhi si spalancarono dopo aver udito quelle parole...mentre nella mia testa avevo l'immagine fissa di quel mostro ridermi in faccia.

Cercai di tornare calmo, dato che non potevo far notare di essere meravigliato, avrei aggiunto qualche sospetto su di me e proprio poco fa, riuscii a superare l'interrogatorio fatto dall'ispettore Yakaro senza trarre dubbi su di me

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Cercai di tornare calmo, dato che non potevo far notare di essere meravigliato, avrei aggiunto qualche sospetto su di me e proprio poco fa, riuscii a superare l'interrogatorio fatto dall'ispettore Yakaro senza trarre dubbi su di me.

- C...C...Come ? - tossii - Continua... - mi corressi

- Beh, avevi un espressione arrabbiata, come se quello scatolone, cioè la macchina fotografica fosse stato un fastidio per te -

In effetti...

- Così per non causarti altro fastidio o per non peggiorare la situazione, io e Jean tornammo indietro e ci dirigemmo nella camera, l'unica cosa che ricordo di me e

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- Così per non causarti altro fastidio o per non peggiorare la situazione, io e Jean tornammo indietro e ci dirigemmo nella camera, l'unica cosa che ricordo di me e... - prese una pausa, deglutendo - di me e Jean, fu quando entrammo  in camera, per ammazzare il tempo nell' attesa che tu ritornassi, ci guardammo un programma in TV...e dopo qualche risata, chiudemmo gli occhi dal sonno e quando mi sono sv... -

- Non serve altro! - lo feci smettere, mentre mi avvicinai per abbracciarlo.

Sta di nuovo per piangere.

- Michael...ho paura che succeda anche a me - singhiozzò - ti prego, ti sembrerà banale e stupido, ma stanotte cerchiamo di dormire nello stesso letto...ho troppa paura che possa capitare qualcosa anche a me - iniziò di nuovo il forte pianto.

Non ebbi il coraggio di pronunciare nulla in quel momento, così annuì e lo riabbracciai, rassicurandolo che quella notte ci fossi stato io al suo fianco

Non ebbi il coraggio di pronunciare nulla in quel momento, così annuì e lo riabbracciai, rassicurandolo che quella notte ci fossi stato io al suo fianco

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