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La notte passò velocemente, non ricordo quasi nulla sennonché il mio chiudere gli occhi mentre stringevo a me Mark impaurito, era di una tenerezza unica

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La notte passò velocemente, non ricordo quasi nulla sennonché il mio chiudere gli occhi mentre stringevo a me Mark impaurito, era di una tenerezza unica.
Di gran compagnia, a noi si aggiunse anche il rumore della pioggia che donava alla stanza un'atmosfera cupe e isolata.
Mark il mattino seguente si alzò lentamente mentre con la sua voce impastata ancora dal sonno, mi diede un buongiorno.
Poi d'un tratto sembrò meravigliarsi di essere rimasto ancora in vita, aveva quell'aria spensierata proprio come un bambino al giorno di Natale.

- Sono vivo ! - mi urlò con grande gioia.

Io invece ero il contrasto di quello che in quel momento Mark stava provando...
Mi sentivo un grande peso sul petto; come se con le mie stesse mani avessi ucciso il mio migliore amico.
Mi sentivo preoccupato, spaventato, agitato.
Qualsiasi mossa che avessi fatto in quell'istante, sentivo sempre qualcuno con il fiato sul collo.
Un po' come se la mia ombra prima o poi mi avrebbe risucchiato nella sua oscurità.

La macchina fotografica era posta di nuovo sul letto di camera mia; come se alla reception non fosse mai arrivata; come se io no l'avessi in nessun caso portata lì.
Quella era l'ultima notte rimasta al Clair, e di sicuro l'avrei usata per scoprire di più, magari sarei ritornato di nuovo in quel mondo parallelo.
La cosa ancora più strana, fu il silenzio di Mark al suo riguardo, come se non gliene importasse se la macchina fosse di nuovo in camera nostra o no.
Approfittandone dell'assenza di Mark, agguantai la macchina fotografica.
Guardai all'interno dell'obiettivo e dopo qualche secondo, io apparii in quel mondo oscuro.

Guardai all'interno dell'obiettivo e dopo qualche secondo, io apparii in quel mondo oscuro

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Era un posto diverso.
Mi ritrovai nella reception della destinazione precedente
Non c'era nessuno, soltanto io e la macchina appoggiata sul bancone.

- Serve aiuto ? - una voce femminile udii dinanzi a me

Guardai per sicurezza intorno, ma non vidi nessuno.

- Serve aiuto ? - la voce femminile si udì di nuovo.

Riguardai di nuovo senza alcun risultato e quindi preso dal panico mi avvicinai al bancone.

- Che cliente maleducato, lo ripeto per l'ultima volta...serve aiuto ? - la voce continuò a parlare

- Io...Tu dove sei ? -

- Non è questa la risposta giusta -

D'un tratto una mano sanguinante trascinò un paio di pantaloni sul bancone per poi pronunciare
" Prova a guardare qui "

Deglutii e lentamente frugai nei pantaloni, intravidi un bigliettino al quale mi suggeriva di guardare nel mirino o meglio dire la frase che ormai conoscevo a memoria...

USAMI.

Presi la macchina fotografica e guardai nel mirino, scattai cinque foto che ritraevano tutto il perimetro.
Sventolando velocemente iniziai a guardarle in cerca d'indizi.
In una foto c'era Mark immobilizzato con delle catene strette sul bancone.

- Serve aiuto...ora ? - quella voce femminile mi sussurrò all'orecchio con aria spaventosa.

ora ? - quella voce femminile mi sussurrò all'orecchio con aria spaventosa

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Mi girai velocemente e rividi la ragazza misteriosa zuffa di sangue.
Cercai di darle un pugno ma fu un tentativo invano.

- Ti prego...non fargli del male - cercai di ripetergli tantissime volte

Lei mi sorrise, mi accarezzò il viso e con uno scroccare di dita, fece comparire due mani insanguinati dal dietro del bancone per poi infilare con tanta violenza nella pancia di Mark

AAAAAAAAAAAH!

Cercai di avvicinarmi ma la ragazza mi prese per il collo sbattendomi per aria così da perdere completamente i sensi

Cercai di avvicinarmi ma la ragazza mi prese per il collo sbattendomi per aria così da perdere completamente i sensi

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