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Epilogo

Sbuffo per i rimproveri di Melissa che, imperterrita, continua a borbottare qualche imprecazione mentre si allontana, lasciando echeggiare il rumore dei suoi tacchi vertiginosi che colpiscono il pavimento.

Dedico un ultimo sguardo alla sigaretta, ormai finita, prima di poterla spegnere e lanciare lontana da me.

Sento un irrefrenabile bisogno di piangere, ma sono costretto a prendere un respiro profondo e ad alzarmi in piedi per poter raggiungere gli altri.

Mi auguro che Ashton si sia calmato.

«Calum, sei pronto?», chiede Luke, facendo capolino dalla porta dell'uscita di sicurezza.

Annuisco, infilando velocemente l'accendino in una tasca dei jeans e buttando il pacchetto di sigarette finito in uno dei due secchi posti all'ingresso del backstage.

«Tutto okay?», mi chiede il biondo, guardandomi preoccupato.

Annuisco di nuovo, affiancandolo.

«Sono solo un po' agitato.», mento in parte, infilando le mani nelle tasche dei miei pantaloni in un gesto nervoso.

Una piccola parte di me è rimasta a quella notte, seduta sulla panchina in compagnia di Isabel.

Luke mi dedica uno sguardo scettico, ma annuisce comunque.

«Abbiamo intenzione di uscire stasera.», aggiunge poi, cercando di fare conversazione mentre svoltiamo in un corridoio ed entriamo nella stanza dove sono custoditi i nostri strumenti.

Ci sono anche Michael e Ashton che, sicuramente per concentrarsi e controllare il nervosismo, suona con le bacchette della sua batteria su un bracciolo della poltrona dove è seduto.

«Vieni con noi?»

Scrollo le spalle.

«Forse.», borbotto andando verso il mio basso.

«Ci saranno tua sorella e Jack.», insiste Luke, imbracciando la sua chitarra.

Nel sentire le sue parole, gli dedico un'occhiata incredula e sorpresa.

«Mali è qui?»

Luke annuisce, cercando di nascondere un sorriso intenerito nel sentire la mia voce incredula.

«Non dovevano venire prima di domani sera.»

«Infatti doveva essere una sorpresa.», s'intromette Michael prima di emettere un sonoro rutto e sorriderne orgoglioso da solo.

Luke lo fulmina con un veloce sguardo, cosa che ovviamente il mio migliore amico non nota, e riporta l'attenzione sulla nostra conversazione.

«Hai un motivo per uscire e cambiare aria.», continua il biondo, stringendosi nelle spalle con aria innocente per poter velare la sua provocazione.

Decido di ignorare le sue parole, non volendo aprire una discussione sul perché la mia vita sociale si sia ridotta così tanto negli ultimi tempi.

«Chi altro c'è?», chiedo piuttosto,
pizzicando le corde del basso per assicurarmi che sia accordato.

«Un po' di persone.», risponde distrattamente Michael.

Twelve Minutes// Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora