Angela (parte3/6)

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Federica era ancora avvolta dal velo da sposa stropicciato e appiccicoso per averlo usato come fazzoletto, quando si svegliò di soprassalto, spaventata da un piccolo rumore proveniente dalla sua camera.
"Angela? Angela sei tu! Ti vedo! Angela!!" era convinta di aver riconosciuto, tra l'ombra e le lacrime la figura esile della sorella che cercava di uscire dalla finestra. E in effetti, al suo richiamo, quella figura si fermò un attimo, come colta in flagrante, e Federica ebbe una piccola speranza che Angela fosse tornata da lei. Ma invece quella figura poi si dileguò nella notte, come un ladro, oppure come un fantasma. Un fantasma, ma certo, come può una persona in carne ed ossa entrare da una porta chiusa a chiave, lanciarsi da una finestra al terzo piano di corsa e sperare di uscirne viva? Solo un fantasma può, e i fantasmi non esistono, e io sto ancora dormendo. Sarà stata un'allucinazione. Un qualcosa. Non può essere un fantasma. E non poteva essere Angela, mi avrebbe almeno salutata questa volta prima di scappare. Spero. Ormai non so più chi è mia sorella. La sorella che conoscevo non avrebbe mai lasciato tutto questo. Per niente al mondo, ne sono certa. Si alzò da terra e si levò di dosso l'ormai inguardabile abito bianco, si infilò una canotta e un pantaloncino della tuta e si mise sul letto a dormire, certa che una notte di sonno l'avrebbe fatta tornare lucida la mattina dopo. Aveva un sacco di cose ancora da fare per organizzare il suo matrimonio. Luci, bomboniere, menù, torta, fiori... ma certo! I fiori!! Come ho fatto a non pensarci prima! Le begonie del giardino! Addio notte di sonno ristoratore! Balzò in piedi in un secondo e corse in giardino a controllare le begonie, era certa di trovarci un indizio della sorella, un qualcosa che le facesse capire perché era scappata e magari dove fosse. Se le girò e rigirò tutte quelle povere piante, un paio le trattò così male che dubito sarebbero ricomparse a farsi strattonare dalle mani di Federica, ma nulla. Non c'era nulla tra le begonie. Idiota. Sono un'idiota. Devo smettere di pensare a lei. Lei non mi ha voluta. E' come se fosse morta per me adesso. Delusa ed anche un po' affranta, Federica ritornò nella sua camera, si chiuse al suo interno e, dopo essersi girata e rigirata mille volte nel suo letto, finalmente si addormentò.

IN THAT NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora