Le lettere scomparse della regina Carolina (parte 4/6)

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Ora, dovete venire a conoscenza di una certa leggenda che era solita girare per le piccole vie di Borgo Fiorito. Una tale signorina di alto lignaggio, discendente dell'illustre famiglia De Giudici, era solita passare per Borgo Fiorito al fine di confessarsi appositamente con l'allora parroco Don Tiziano, il migliore nei dintorni. Si narra che la povera signorina doveva diventare regina di Valle dell'Ago, ma essa non voleva salire così in alto, soprattutto non voleva sposare un signore a lei raccapricciante di almeno quaranta anni più vecchio. Lei aveva in sogno di farsi sposa del figlio del Conte di Colle del Pino, un uomo che, se in quadro veniva attraente, si poteva solo fantasticare sulla sua reale bellezza. La signorina in questione, Duchessa Carolina, provò di tutto per scampare all'infausto pericolo di essere Regina della Valle, ma inutilmente: il padre aveva promesso e non poteva venir meno alla parola data! Essa si sposò allora col Re in questione, sperando che questi vivesse per poco. Ma dopo anni di convivenza forzata con l'uomo più insulso ed egoista che avesse mai conosciuto, la più anziana della coppia sembrava lei che ancora 25 anni non aveva compiuto. Un giorno, parlando con Don Tiziano, dopo la solita confessione, venne a sapere, che il giovane Conte sarebbe passato da Borgo Fiorito e vi sarebbe rimasto per i successivi 10 giorni, al solo scopo di trovare moglie. Aveva infatti bisogno di un erede, visto che il fratello maggiore morì di sifilide, mentre era in Spagna per divertimento. Ovviamente, la avvertì anche che erano voci di popolo, e non per questo tutte certe, ma lei rispose che avrebbe trovato il modo di farsi presentare al Conte. Il parroco, sapendo della sofferenza del matrimonio combinato di lei, si offrì di aiutarla in qualunque modo fosse lecito. Lei doveva solo chiedere, e naturalmente fare una piccola offerta per ricostruire il tetto della canonica. La regina Carolina tornò a casa soddisfatta della giornata e iniziò a spulciare voracemente tutti i libri della biblioteca privata, che il marito le aveva donato per sopperire alla mancanza di voglia di lui di averla tra i piedi. Passarono tre giorni e alla fine trovò un rimedio infallibile. Scrisse a Don Tiziano che l'intera canonica sarebbe stata restaurata a spese del Re in persona. E aggiunse in piccolo e cifrato, che doveva solo procurarle una giusta dose di cicuta, affinché ciò avvenisse. In una busta a parte allegò il cifrario per il parroco, che lesse ed eseguì gli ordini senza fiatare. Poi la leggenda si confonde nelle nozioni in quanto ogni famiglia, si sa, la tramanda a modo proprio. Ma alla fine tutte concordano su come la storia andò a finire: entro un mese morì l'anziano Re, ma anche il giovane Conte, che si era invaghito della bella Carolina. Non si sa bene né il perché né il come avvenne il tutto, era noto soltanto che la Regina in punto di morte, per mano della peste, decise di confessare in una lettera, i suoi delitti e dava disposizioni precise a Don Tiziano di usare tutti i suoi averi per far elevare lo stato di Borgo Fiorito, come ringraziamento per il lavoro da lui svolto. Le lettere vennero perse, e i soldi delle Regina rimasero vincolati all'interno del castello di proprietà, dove nessuno osava entrare per paura di vedersi comparire bulbi neri sulla pelle.

Adesso potete ben immaginare lo stupore sul volto di Mattia non appena aprì l'ultima delle lettere da lui prese in prestito, indirizzata al nuovo parroco del paese Don Tonino, firmata e siglata: Carolina De Giudici, regina consorte della Valle dell'Ago.



Doppio aggiornamento oggi...anche se vedo che l'esperimento non è andato molto a buon fine...pazienza restate con me...dopo questa storia pubblicherò Angela e Ossessione... Due storie di amore ed odio... A presto😁

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