Angela (parte 4/6)

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"Federica! Apri questa dannata porta per favore!" Si svegliò grazie alle adorabili urla della madre, che, al solito, le facevano prendere un infarto. Guardò la sveglia, e si accorse di aver dormito solo 4 ore. "Mamma, lasciami in pace. Per favore. Voglio dormire."

"Federica, se non apri questa porta, la sfondo con l'aspirapolvere! Siamo in ritardo con la tabella di marcia! Mancano i fiori, gli addobbi, l'orchestra. Bisogna confermare la lista nozze, il numero di invitati e il tipo di menù. Inoltre Simone è di sotto, vuole parlarti. Dice che non gli rispondi da ieri mattina. Federica mi senti o parlo da sola?"

"Voglio le begonie. Al mio matrimonio voglio che ci siano begonie ovunque. Begonie e crisantemi. Per il resto fai tu. Vai con Simone, non mi importa."

"Ma insomma, mi dici cosa ti prende? Eri tutta entusiasta all'idea di sposarti con Simone, e adesso? Ti comporti come una ragazzina di 16 anni, sembri tornata al..."

...al terzo anno di liceo. Quando Angela era ancora con noi. E io ero solo una stupida ragazzina viziata. E' vero, sembro essere tornata al liceo. Sono tornata al giorno in cui ho beccato per la prima volta Angela che si nascondeva dietro la palestra della scuola con il suo nuovo ragazzo. E' da lì che ho iniziato a comportarmi male con lei. Ero gelosa del fatto che lei passasse molto più tempo con lui che con me. Ne combinavo una ogni volta che lei stava con lui. Quando poi me lo ha presentato, bè io l'ho trovato persino fantastico. Aveva un sorriso così puro, così limpido. E quegli occhi di quel nero così profondo e intenso. Per la prima volta mi ero sentita osservata. Si, è il termine giusto. Lui mi osservava come fossi una pulce da schiacciare o evitare, e, per quanto fosse bello, lo odiai. E odiavo te perché stavi con lui.

"Mamma, scendo io. Vado io con Simone." Si preparò e uscì di corsa dalla camera. Il pensiero del ricordo del giorno in cui aveva conosciuto Simone l'aveva resa attiva. Come allora, anche se Simone ufficialmente era il ragazzo di sua sorella, lei sentiva che con Angela non c'era più che passione. Angela non lo ascoltava quando parlava, non si interessava di scegliere i film che piacevano a lui, non andava a vederlo giocare a basket nel campetto dietro la scuola, non uscivano quasi mai insieme in pubblico prima delle 23.  A me invece piaceva tutto di lui. Non mi piaceva solo il suo fisico ben curato, il suo viso o il suo sguardo quando si posava su di me accidentalmente. A me interessava tutto. Conservavo ogni singolo istante che passavamo insieme per sbaglio quando lui veniva a trovarti, ogni piccolo gesto che lui faceva nei miei confronti, ogni sorriso che mi rivolgeva quando facevo qualcosa di buffo. L'ho amato dal primo momento, anzi no, dal primo istante. Ma avrei preferito che lui scegliesse me perché mi amava, non perché tu sei sparita dalle nostre vite.

Appena sei andata via, lui ti ha cercata ovunque, pensava di aver perso l'unica donna della sua vita. Voleva averti sempre accanto sai? Voleva che tu fossi la sua metà. Non vedevi quanto eri fortunata Angela? Avevi tutto... ma poi, andandotene, piano piano tutti siamo tornati alle nostre vite. Compreso Simone. Mi ha chiesto di uscire la prima volta due anni dopo la tua scomparsa. Avevamo legato molto sai? Parlavamo di te all'inizio, lui piangeva e io lo consolavo. Anche io stavo male per te e soffrivo, ma preferivo tenermi tutto dentro. Non volevo assolutamente mostrarmi come una ragazzina debole e piagnucolosa. Non potevo davanti a lui. Gli consigliavo persino con chi uscire, cosa fare, come passare il tempo, tutto per fare in modo che non pensasse più a te. Poi, una sera, mentre guardavamo uno di quei film d'azione che a lui piacciono tanto, mi ha guardata. Si era proprio incantato, come perso nei miei occhi. Io, dopo tutto quel tempo, non riuscivo a crederci. Il mio cuore fece una capriola, anzi no, mille capriole. Ero al settimo cielo, solo per uno sguardo. Mi disse che ero cresciuta, che non ero più una ragazzina, anzi che nei miei occhi riusciva a vedere la mia anima, il mio tormento e il mio dolore. Forse fu questo che lo spinse a baciarmi. E io in quel bacio avevo riacceso sentimenti che pensavo di aver sopito per sempre, pensavo che non avrei mai avuto una sola possibilità con lui. All'inizio ci ho sperato, ed anche tanto, che lui mi vedesse come una ragazza, non matura, ma quantomeno desiderabile per uno di 22 anni. Ma con il passare del tempo, pensando fosse una cosa impossibile, ho cercato in tutti i modi di dimenticarmi dei sui respiri, dei suoi silenzi, dei suoi desideri e persino delle sue rare risate. Ho creduto di riuscire a vederlo solo come un amico, ma quel bacio... o Angela: come hai fatto a rinunciare ai suoi baci? Sono pieni di ardore, di voglia di averti, di volerti, di sentirti addosso. Sono pieni di lui, e di te, e quegli occhi che ti fissano pieni, enormi mentre lo baci, quegli occhi in cui vedi il tuo riflesso, nitido, che ti confermano che per lui esisterai solo tu. Dimmi, come hai fatto ad abbandonarlo? Io non ci riuscirei mai.

Ci ho pensato molte volte sai? Dopo quella sera, dopo quel momento di pura estasi, ho provato a respingere quegli occhi e quella bocca molte volte. Ho persino provato a non rispondergli, ma lui era molto insistente, e tu non tornavi. Lui voleva me, per la prima volta qualcuno sceglieva me, e non te. E io alla fine, ho ceduto. E non ti chiederò scusa per questo. Mai.

Federica, passò così i restanti giorni che la separavano dal suo matrimonio, tra ricordi dolorosi, rabbia, amore per il suo fidanzato, e amore e odio per la sorella che non era al suo fianco. Lei voleva solo sentirsi dire da Angela che stava facendo la cosa giusta. Voleva sistemare tutto prima di dire sì a Simone. Voleva sua sorella al suo fianco. Perché, in fondo, anche se la odiava per aver abbandonato lei, Simone, la mamma e il padre, le voleva molto bene. Forse nel suo cuore c'era più spazio per la sorella che per lei stessa, e Simone lo sapeva. Ma nonostante tutto, non poteva fare a meno di amarla, per come si preoccupava per lui, per come era bella, anche con le sue imperfezioni.

Simone si era innamorato persino degli scatti di follia lunatica che accompagnavano i momenti passati con Federica, dal primo all'ultimo. Da quella volta nel cortile del liceo, fino al giorno in cui la vide all'altare e le sentì dire finalmente sì.

IN THAT NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora