Combattere. Sì, devo trovarne la forza. Ma prima devo riuscire ad alzarmi dal letto. Non ho sonno, non ho mai sonno, ma non ho voglia nemmeno di togliermi la calda copertina di Olaf da sopra le spalle. Mi aiuta a pensare, a riflettere. Sono le dieci del mattino, dovrei essere a lezione adesso. Ma tanto è inutile, non capisco nulla di quello che mi dicono, non conosco nessuno. Combattere. Sì, ma per cosa? Dopo così tanto tempo io non ho più voglia di stare qua.
"Ehi Meli, sei ancora a letto?"
"Si, Vero... Sono ancora qui. Non è suonata la sveglia. Come è andata analisi?"
"Insomma... E' un anno buono che cerco di capirla, ma tanto si sapeva che mi sarei bloccata su questa materia. Non sono mai stata una cima in matematica, ma devo pur farla per la laurea."
Laurea. Quel sogno nel cassetto che avevo fin da piccola. Studio ormai da quattro anni, e sono due anni che mi mancano sempre gli stessi esami. Tiro la coperta un po' più su. Voglio nascondermi, a Vero, agli altri, al resto del mondo, a me stessa...
"Ieri ti ho sentita rientrare tardi. Stavi giù con gli altri?"
"Sì, ho finito di cenare e sono rimasta un po' lì. Giocavano a carte e per un po' ho visto. Mi facevano ridere: non sapevano nemmeno riconoscere il nostro asso di denari."
" Ahahahahah Siciliani!"
"E infatti. Poi mi ero stancata e ho preso i libri e sono andata in aula studio."
"Alle due? Ma Meli sei matta?"
"Un po', ma lo sapevi dall'inizio dell'anno."
"Si Si lo sapevo. Infatti non mi lamento... anzi... Solo che mi sembra strano. Alle due si dorme, non si studia."
"Devo passare questa materia, per forza. La studio da troppo tempo. E' sempre la stessa, con gli stessi appunti, gli stessi libri e pure le stesse persone. Aumentano ma non vanno via. Restano sempre lì, come me, incollate a quel banco. Io non so più cosa fare. Quindi provo a studiare di notte. Mia nonna diceva sempre che la notte porta consiglio."
"Sì, se dormi ti consiglia... Tu la sessione di esami la vuoi affrontare stanca morta. Io sto qui dal tuo stesso tempo, e nemmeno io passo gli esami, ma almeno ci provo a vivermeli con la mente lucida. Tu ti stai autodistruggendo. Non ce la farai a sopportare a lungo la pressione che ti stai autocreando nella tua testa. Esci. Divertiti. Dormi. Mangia e poi studia."
"Sei la mia coscienza. Mi leggi dentro. Ma lo sai come sono io. "
"Si lo so... stasera andiamo al cinema, vieni con noi. Ti farà bene."
"Ok. Ci penserò."
"Brava Melissa. Faccio una doccia veloce, mi cambio e vado da Alessandro."
"Ok. Io tra poco mi alzo."
"Togliti la copertina e buttala nel cestino. Ti consiglia male."
Niente da fare. Veronica aveva sempre ragione. Dovevo alzarmi e combattere. Affrontare tutto in maniera diversa, come lei. Ma in questo posto quando ti dicono per otto volte che non capisci, che non ci arrivi, che dovevi fare altro, che devi mollare, prima o poi inizi a crederci. E io ci credo che non sono fatta per stare qui. Lentamente questo posto mi sta uccidendo l'anima: mi ha tolto le amicizie, la famiglia, le mie passioni, il tempo libero, e anche Marco. Era il mio tutto, ma non avevo tempo nemmeno per me, e lui se ne era accorto, e piano piano si era allontanato. Non lo biasimo. In fondo ci aveva provato a farmi ragionare, a stare dietro ai miei sbalzi d'umore, ma nessuno poteva riuscirci. Nemmeno lui.
A poco a poco, in quattro anni, questo luogo mi ha tolto tutto ciò che ero, e mi ha resa debole. Non forte come ti dicono, o preparata e pronta a tutto. Il Carpe Diem è morto per me. Sono sola, debole, insicura e chiusa. Non sono mai stata così. Ma ora sì. Lo so. Lo sento.
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IN THAT NIGHT
Short Story"E' di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell'ansia, il brusio dell'impossibile e il silenzio del mondo" - Antonio Tabucchi - Queste storie le sogno di notte, le scrivo di notte, le vivo di notte. La notte è il mom...