battito di cuore

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Dopo l'ultimo incomprensione fra loro due, per un buon periodo ,Charles si mantenne distante da Erik, affievolendo in modo pesante, il loro rapporto all'inizio così vivido, ora confuso e sbiadito.

Si incontravano ormai di rado, solo per lo studio e durante le ore scolastiche.

Erik lo lasciò fare, accettandone le conseguenze e senza fargli pressione.

Si limitava ad imitare i suoi comportamenti: se poteva scambiare quattro chiacchiere lo faceva, altrimenti lo ignorava di rimando.

Ma nonostante tutto, non era preoccupato della situazione; sapeva che il rosso non sarebbe mai riuscito ad abbandonarlo.

Non era quel tipo di persona ed era troppo candido e gentile per una vigliaccata del genere.

Dal canto suo, lo studente, si sentiva a pezzi e più confuso che mai.

Voleva tornare alle loro giornate assieme, ai loro pomeriggi giocosi: la loro intimità.

Ma non sapeva come comunicarglielo, del resto, era stato lui stesso ad ereggere la barriera nonostante le scuse da parte di quest'ultimo, e ci avrebbe fatto solo la figura dell'idiota se mai glielo avesse detto.

Il che gli provocava una nausea ed una morsa allo stomaco assai sgradevoli ogni volta alla vista dell'albino passargli accanto.

Aveva paura di perderlo per sempre, di perdere l'unico ragazzo che lo amava.

Che sciocco che era, si disse; lasciare tutto ciò per cui aveva tanto sofferto nell'infanzia, per una stupidaggine.

No, non lo avrebbe permesso.

Prima che suonasse la campanella, si avvicinò timido ad Erik, che intanto, si stava annoiando da solo appoggiato al suo armadietto.

-E-Erik..- lo chiamò piano.

Il ragazzo lo guardò con fare annoiato e distaccato.

Una visione che a Charles spezzo' letteralmente il cuore.

-V-volevo chiederti.... S-se questo pomeriggio....P-potevi fare un salto da me.... E stare un po' di più del solito...-

Le parole gli uscirono a fatica dalla vergogna e dall'imbarazzo, ma riuscì a controllarsi dal non scappare a piangere.

-Vuoi dire che mi vuoi a casa tua non solo per studiare?-

ripete' con tono secco l'albino.

- Sì- Charles cercò nelle sue iridi una minima traccia di sentimento, senza però, riuscirci.

-E perché, scusa?- insiste Erik, come se a parlargli fosse uno sfigato qualsiasi.

E fu proprio questa l'impressione che fece all'ebreo: di un bullo a cui non importa niente di nessuno, e che lo sta mettendo da parte esattamente come facevano tutti.

Uno fra i tanti che lo prendevano in giro, uno fra i tanti a cui non importava più niente di lui.

Le lacrime gli scivolarono copiose sulle morbide guance, annebbiandogli la vista.

Abbassò il capo in silenzio, pronto ad andarsene.

- È troppo tardi per dirti che mi sei mancato?- mormoro' implorante al tedesco.

- È troppo tardi per dirti che ti stavo aspettando con impazienza, sciocca principessa?- ribadi' Erik con un lento sorriso a scaldargli le labbra.

Il rosso gli si buttò addosso piangente e felice allo stesso tempo.

-Oddio Erik! Credevo di averti perso per sempre!!.... Ti amo da impazzire...!!- esclamò fra i singhiozzi.

-Anche io ti amo, piccolo- sussurrò il ragazzo, accarezzandogli la chioma fluente.
La campanella suonò in quel preciso istante, segno che la mattinata scolastica era cominciata, ma che sembrò volare, dopo tanto tempo di tensione e silenzi, finalmente potevano tornare a stare vicini di banco anche col cuore, e con tutti loro stessi.

Le ore scivolarono leggere, fra interrogazioni ed argomenti vari.

Charles senti' quel calore così unico invadergli il petto nuovamente, quel calore che solo Erik sapeva trasmettere.

Quell'amore che rende lo sguardo luminoso ma al contempo stesso lontano, così intimo e grande, così dolce e potente.

_______________

Verso le 3, Erik si presentò puntuale davanti al cancello di casa Xavier.

-Entra pure, è bello vederti- il sorriso radioso di Charles fece capolino dal portone e gli veni' incontro sereno.

Erik lo rimiro' in tutta la sua semplicità, quel corpo così bello e flebile come un petalo di rosa.

-Non potevo aspettare ancora- mormoro' con voce profonda.

Il rosso rise con dolcezza, facendolo accomodare in camera sua come al solito.

I genitori di Charles erano via quel pomeriggio, dunque avrebbero avuto tutta l'abitazione a loro disposizione.

-Sei solo, vedo- osservò il bianco.

-I miei avevano degli impegni, oggi-

Lo studente fu il primo ad accoccolarsi nel letto.

-Vedo che non hai molta voglia di studiare-

Erik lo bramo' con occhi predatori.

-No, vorrei godermi per bene la tua presenza- ammicco' lo studente, provocatorio.

L'albino lo sovrasto' col corpo.

-Come ho potuto fare a meno di te?- mormoro' languido

Charles lo baciò con passione, lasciando che il suo sapore intenso, gli inebriasse la mente.

-Vuoi giocare?-

-Se per te significa stare insieme, sì- l'ingenuità di Xavier fece tremare il cuore del maggiore, accrescendo maggiormente il desiderio di farlo suo del tutto.

-Sai a che gioco mi riferisco-

Prese a
strusciare il bacino contro quello del più piccolo, causandogli lievi gemiti.

Charles ansimo' più forte al contatto dell'erezione di Erik contro la sua.

- Ti piace molto, vedo- le parole maliziose del tedesco fecero tremare l'ebreo di piacere.

-Tantissimo, soprattutto perché sei tu a farmelo- rispose con un sospiro leggero.

L'albino prese a masturbarlo a ritmo costante, sentendolo già umido e fremente sotto di sé.

Charles gemette senza ritegno a quelle carezze così afrodisiache sul suo corpo.

-Posso farlo anche io?- chiese titubante alludendo al sesso duro del maggiore.

Sapeva che non sempre Erik gradiva di essere toccato, dunque rispettava i suoi limiti.

-Scatenati, piccolo-

La stanza presto si riempì dei loro forti gemiti e dei loro sospiri carichi di passione.

-Vieni, principessa- con questo, Erik strinse maggiormente il membro di Charles, provocandogli l'orgasmo.

Veni' copiosamente nella sua mano, fra spasmi di pura estasi.

Poi, si drizzo' in mezzo alle gambe del tedesco e prese i suoi genitali in bocca.

Non ci volle molto perchè anche Erik raggiungesse l'apice del piacere.

Si accoccolarono l'uno sull'altro sfiniti, ma felici.

Era appagante per entrambi provocarsi piacere a vicenda.

Ne percepivano l'amore profondo che li univa, che li avvolgeva assieme e che li modellava in un unico cuore.

Un unico battito di pura completezza.

Ehilà, credevate che fra i due fosse tutto finito? Naaaah!!!

La Cherik sovrasta tutte le mie aspettative su questa storia!!😆😆😆😆😆😆😆😆😆

Ci vediamo all prossimo capitolooooh 🎵🎵🎵🎶🎶

Qualcosa di assurdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora