Feels

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Anche se ignorava il tutto come se non succedesse mai nulla, Jasmine se ne era sempre accorta.
Ogni qualvolta lei mettesse piede in un quartiere formato da una maggioranza di persone bianche, almeno la metà di queste le lanciava occhiate per giudicarla.
Ormai aveva capito che molto spesso non era neanche colpa loro: fin da sempre, c'era un pregiudizio di fondo, a volte silenzioso, verso le persone come lei, e forse non era neanche voluto da tutti. Era come un'abitudine, insediata sotto la loro pelle, che li portava a pensare cose orribili dopo neanche un secondo.
Magari, lei non avrebbe mai capito questi loro comportamenti, e dall'altra parte loro non avrebbero mai capito che non tutti i neri erano malfamati di strada.
Una volta, aveva sentito dire che ciò che pensi appena vedi una persona è lo stereotipo che sei stato sempre costretto a seguire, e ciò che pensi subito dopo dimostra cosa pensi davvero. Jasmine ci credeva: queste persone erano state cresciute imparando a giudicarla, forse era semplicemente come dovevano andare le cose.

Capì che Calum era realmente in ritardo quando si soffermò a chiedersi perché stesse pensando a tutto ciò.
Aspettava il ragazzo alla fermata dell'autobus da un quarto d'ora ormai, prima di realizzare che colui che aveva promesso di arrivare puntuale, si sbagliava di nuovo.

Dopo la prima riunione a scuola, lei e Calum avevano iniziato a scriversi ogni tanto, si trovavano in sintonia e stava nascendo davvero una bella amicizia.
In realtà, entrambi sapevano che tutto ciò sarebbe finito oltre ad un'amicizia prima o poi, forse lo sapevano dal primo momento in cui si erano guardati, ma non l'avrebbero mai ammesso.

Atteso un altro quarto d'ora, Calum finalmente si presentò, con in mano un pacco di ciambelle per farsi perdonare. Dopo aver pensato per un millesimo di secondo che se fosse stato qualcun'altro e non lui se ne sarebbe già andata, Jasmine accettò le scuse saziandosi di quelle buonissime ciambelle.

"Allora Cal, come mai ci troviamo in un quartiere pieno zeppo di bianchi? Ti ho sopravvalutato pensando che capissi che non mi trovavo proprio a mio agio con loro?"
Chiese Jasmine, cercando di farsi sentire il meno possibile.
Calum la guardò sorridendo, come se provasse tenerezza verso di lei.
E lei odiava quello sguardo.
"Voglio che tu smetta di avere paura di loro e che tu capisca che non tutte queste persone ce l'hanno con te o ti giudicano, Jas".
"Prima cosa, non ho paura proprio di nessuno! E seconda cosa, non mi guardare come se fossi un cucciolo abbandonato, sono un cane indipendente casomai! Non ho paura di niente, ma so di non piacere a nessuno qua, è nella loro natura giudicarmi."

Prima che potesse continuare la conversazione, Calum si fermò a fissare la bellissima ragazza davanti a lui.
Osservò il suo viso, quei suoi occhi scuri che trapelavano mille emozioni allo stesso momento, quelle labbra così carnose, quella pelle luminosa.
Passò poi ai suoi capelli, quei ricci così indomabili ma che lei sapeva gestire alla perfezione, e quella rosa rossa incastonata tra di essi.
Indossava sempre mille anelli, tutti diversi, e degli orecchini circolari enormi. Si chiedeva se le pesassero.
Infine, passò lo sguardo sulla sua guancia, sul cui zigomo aveva disegnato un cuore nero.
Aveva sempre bisogno di esprimere sé stessa, e Calum non aveva mai conosciuto qualcuno che si esprimesse così bene con il proprio aspetto.
Più la guardava e più la reputava una meraviglia, nel vero senso della parola. Non si capacitava di come potesse esistere tanta bellezza, così tanta da non sembrare reale.

"Ehi bella addormentata, stai dormendo? Pensavo stessimo avendo una conversazione!"
E così Calum si risvegliò dai suoi pensieri, riportando l'attenzione sul discorso.

Jasmine alzò gli occhi al cielo finita la frase, incitandolo a rispondere.
"Come posso fartelo capire? Hai ragione, probabilmente non vedono me e te allo stesso modo in cui vedono il perfetto Luke, ma ci importa davvero? Alla fine della giornata, cosa ti cambia se quella vecchia pensa che tu stia per rubarle la borsa? Nulla. Jas, solo perché alcune persone non hanno né un cuore né un cervello, non vuol dire che sia così per tutti. Alcuni di loro ti guarderanno con ribrezzo, altri penseranno che sei davvero bella, altri ancora potrebbero ignorarti completamente, ma non tutti ce l'hanno con te. So che è difficile perché per tutta la tua vita ti è sembrato di ricevere solo odio da parte loro, ma magari non deve sempre andare così. Ti ricordo che tu hai in mano un progetto davvero grande, che potrebbe davvero cambiare la mentalità di qualcuno, e via così il mondo, ma come puoi farlo se ti ostini a vergognarti così?"

"Cal, io ho paura ad entrare in un centro commerciale con la felpa troppo grande per paura che mi accusino di aver rubato. Ho paura di così tante cose, e nessuna di queste dipende da me. Io non posso capire il tuo discorso, è vero, ma tu come puoi capire come mi sento io ad essere giudicata subito solo in base al colore della mia pelle?".

Aveva ragione, anche se non era bianco come Luke, lui non poteva capire.
Ma voleva farlo.

Si sfilò la felpa e la porse a Jasmine, che lo guardò confusa.
"Mettitela e andiamo al centro commerciale. Mostriamo a quegli stronzi che puoi essere di colore, indossare una felpa enorme e non rubare allo stesso tempo."

Jasmine la indossò, era il doppio di lei e non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare in un negozio in quel modo.
O almeno non da sola.

Inspirò lievemente il profumo lasciato sull'indumento di Calum, prima di sorridere leggermente.
Forse, in fondo, anche Jasmine aveva bisogno di qualcuno nella sua vita.
Forse, quel qualcuno era proprio davanti a lei.

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Nel momento esatto in cui i due uscirono dal centro commerciale, iniziò a piovere e si ritrovarono a correre ridendo disperatamente verso la macchina di Calum.
Una volta dentro, Jasmine iniziò a ridere ancora più forte, fino a sentire le lacrime e il mal di pancia.
Non sapeva perché, ma si sentiva così felice che non riusciva a contenersi.
Si sentiva libera.

Nessuno le aveva detto nulla, per la prima volta non aveva pensato agli sguardi su di lei.
Non lo credeva possibile.

Dopo essersi calmata dalle risate, si giró verso il ragazzo accanto a lei, che la guardava sorridendo leggermente.
"Come fai a farmi questo effetto? Nessuno ci era mai riuscito prima, e mentirei se dicessi che non mi fa paura lasciarti prendere parte dentro di me."
Lo disse senza neanche rifletterci, non voleva farlo o le parole non le sarebbero mai uscite di bocca.
Non fece in tempo neanche a pensare a ciò che aveva appena confessato, che sentì le labbra di Calum sulle sue.
E non volle più una risposta, non le serviva più nulla.

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Spazio autrice

Ed eccolo! Non so se aspettavate già questo momento, o forse pensate che sia ancora troppo presto. Io stessa non so cosa pensare di questo intero capitolo, mi è uscito e basta! L'ho iniziato senza avere idee, diciamo che è stato un flusso di parole che, onestamente, mi ha soddisfatta!
Ho parlato un po' più delle emozioni tra i due, ma ora cosa pensate accadrà?
Voglio sentirvi! Voglio sapere le vostre opinioni, commenti, qualsiasi cosa! Più me ne parlate e meglio è, questa non è solo la mia storia ma anche di chiunque la leggerà, perciò vorrei qualcosa di ognuno di voi, che siate tanti o solo due!
Eee nulla, non ho altro da aggiungere, lol.
PS: guardate l'immagine che ho aggiunto, è la rappresentazione di ciò che descriveva Calum. Se vi piace andate a vedere altri lavori, l'artista è viteloi su instagram (io amo ogni suo singolo lavoro, in parte hanno ispirato la cara Jasmine) e sappiate che vedrete sicuramente altri suoi disegni in questa storia ;)
Al prossimo capitolo, la vostra Nat💞

The Fight; cthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora