21 Gennaio 2017
Jasmine, nonostante non ne avesse la minima voglia, fu costretta ad andare a scuola il giorno seguente.
Si presentò con una maglia con a caratteri cubitali "FUCK DONALD TRUMP" e ovviamente, nessuno si permise di dirle niente.Jasmine Nuñez aveva un carattere particolare, molto forte e che pochi potevano sopportare.
D'altronde, era di segno Leone.
Con le sue mille pettinature e le sue risposte sempre pronte, o l'amavi o la odiavi.La sua famiglia non era mai stata ricca, ma riuscirono comunque ad iscriverla in uno dei licei migliori di New York, il che la portò ad essere una delle poche ragazze di colore della scuola e, di conseguenza, a non avere chissà quale compagnia.
A dire la verità, Jasmine non aveva amici e non ne voleva.
Non sentiva il bisogno della compagnia di qualcuno, se la cavava sempre da sola, e riusciva comunque a trovare sempre qualcuno con cui parlare.
Inoltre, era sempre la prima a consolare le ragazze che vedeva piangere in bagno, per solidarietà femminile.
Tranne le stronze a cui aveva sentito dire la famosa parola con la enne, quelle le lasciava soffrire.Il padre di Jasmine era cubano, mentre sua madre afro-americana, entrambi di colore.
Lei era molto fedele e orgogliosa delle sue origini, e una delle sue cose preferite era poter insultare in spagnolo la gente senza che loro capissero.Come quella mattina, quando una ragazzina bionda si presentò a scuola con un cappellino che supportava Trump.
Passò accanto a Jasmine e quest'ultima non poté controllarsi, sputando un "Pendeja" amaramente.
La ragazzina la guardò senza capire e Jasmine rise, lasciandola stupita, sotto lo sguardo compiaciuto di un gruppetto di ispanici lì affianco che avevano colto il divertimento.In poche parole, aveva un carattere difficile e non voleva compagnia, perciò chi avrebbe mai provato ad avvicinarsi?
Solo uno come Calum Hood, che ormai la fissava da giorni.
Era affascinato da come lei sembrasse così forte, pensava che fosse talmente testarda da poter prendere il potere del mondo intero, e nessuno avrebbe potuto fermarla.Jasmine si sedette ad un tavolo della caffetteria scolastica, con un té e un libro. Era andata a scuola quella mattina solo per fare presenza durante le prime due ore, poi sarebbe andata alla grande protesta. Era frenetica e non aspettava altro, aveva passato tutta la notte a creare il suo cartello, il che era ben visibile sul suo viso stanco.
"Non hai un po' freddo a Gennaio con le maniche corte?"
Sentì chiedere.
Calum.Non sapeva molto di lui, solo che sembrava asiatico ma non lo era, e che un sacco di ragazze gli andavano dietro.
Oh, e andava sempre in giro con tre ragazzi bianchi, di cui uno cambiava colore di capelli ogni settimana. Era il suo preferito."Mi dispiace deluderti, ma non fa mai troppo freddo per combattere il sistema".
Dio, è fantastica, pensò Calum.
Si sedette accanto a lei, un po' intimorito.
Aveva uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo in meno di un secondo."E come combatterai il sistema oggi? Sciopero della fame?"
Un ghigno apparve sul suo viso, mentre lei alzò gli occhi al cielo.Lo fa sempre.
"Grazie dell'interesse simpaticone, ma esco prima per andare ad una protesta seria".
Jasmine stava per alzarsi e lasciare il ragazzo lì, ma fu fermata da una domanda.
"Che protesta?"
Oh andiamo! A uno del genere può davvero importare?
Nel dubbio, si voltò e lasciò un volantino sotto gli occhi del ragazzo, per poi sparire con il suo té e il suo libro.
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Jasmine arrivò puntualissima, giusto per l'inizio della marcia.
Per un briciolo di secondo si chiese se Calum avesse prestato attenzione al volantino e si fosse presentato, o se lo avesse buttato non curante.
Scacciò subito il pensiero.A lei non importava, giusto?
Tirò fuori il suo cartello, fiera di tenerlo tra le mani.
Si guardò intorno: l'adrenalina le scorreva nelle vene come non mai.
Era pieno di gente, il tutto era così commovente per lei.
Non era sola, dopotutto.Dopo un'ora dall'inizio della marcia, qualcuno le toccò il braccio.
"Ma davvero?" chiese stupita, alla vista di quel ragazzo che non si aspettava di vedere.
"Davvero." rispose lui sorridendo.
"Hai deciso di copiare il mio outfit?" domandò alla vista dei loro capi identici: felpe nere col cappuccio alzato, jeans rigorosamente neri.
"Oh, andiamo, sono in incognito, cerca di capirmi!"
"In incognito da cosa?"
Un lungo sospiro.Era sicuro dirle che suo padre era un poliziotto di quelli che lei tanto odiava?
No, non ancora, voleva la sua occasione."Ti lascio immaginare per chi il mio caro padre abbia votato, e puoi ancor di più immaginare cosa penserebbe nel vedere suo figlio alla marcia delle donne".
Jasmine sorrise, quel ragazzo stava rompendo ogni stereotipo che gli si era creato attorno, e a lei la cosa piaceva parecchio.
"Coraggioso da parte tua. Mi chiamo Jasmine."
"Io Calum."
Una stretta di mano.
Ma entrambi già sapevano dell'altro più di quanto credessero._______________________________________________
Erano le sette di sera, la marcia era finita e Jasmine poteva sentire nell'aria di New York una certa sensazione di libertà.
Non era mai successo, ma si beò del momento, sperando potesse rimanere così per sempre."Allora cara femminista, è troppo chiederti di andare a mangiare una pizza veloce dopo aver combattuto il sistema?"
Alzò di nuovo gli occhi al cielo, ma divertita.
"In effetti combattere mi porta una certa fame, ma ad alcune condizioni."
Lo guardò dritto negli occhi.
"Io non ho bisogno di niente e di nessuno, tantomeno di un ragazzo o qualche merdata di relazione. Sono perdite di tempo e ti fanno distrarre dai veri obbiettivi. Non ho neanche amici e non ne ho bisogno, ma almeno quello posso concedertelo. Le cose me le pago da sola, non ho bisogno di voi gentiluomini ad offrirmi la cena, e con cena intendo una birra, una pizza e una sigaretta. Niente di più, al massimo un waffle. E alla prima cagata razzista, sessista, omofoba o quel che è che spari, ti lancio un'urlata e ti lascio da solo. A costo di dover tornare a casa a piedi io stessa. Ci stai?"Calum le strinse la mano in segno di accordo.
Finirò per innamorarmi di tutto questo, pensò in quell'esatto momento.- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Spazio autriceEd ecco il secondo capitolo!
Ho cercato di farvi conoscere un po' meglio Jasmine e questo suo carattere particolare. Non so se essere pienamente soddisfatta di come è uscito fuori il capitolo, ci ho pensato tutta la notte e spero di non aver rovinato le mie idee mettendole in atto, lol.
Io già li shippo, aiutatemi a trovare il nome della ship!
E nulla, nel prossimo capitolo introdurrò gli altri ragazzi e l'inizio del movimento per Jasmine.
Spero non abbia fatto così schifo, vi voglio bene!Al prossimo capitolo, Nat💞
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The Fight; cth
Fanfic"Io lotterò per la mia gente, come la mia gente nel passato ha lottato per me e per i diritti che ho ora. Io lotterò per noi, che abbiamo paura di essere uccisi per strada solo per il colore della nostra pelle. Non rimarrò in silenzio, non un'altra...