First Protest

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"Allora ragazzi, oggi sono davvero incazzata!"
Tutti risero, inclusa lei.
Non era una novità che ce l'avesse col mondo intero ad ogni riunione.

"Io pensavo davvero che alle stronzate possibili ci fosse un limite, lo speravo sul serio! Insomma, dopo che ne hai sparate davvero tante, non dovresti smettere? A quanto pare no! Il nostro caro Presidente ama sorprendermi ogni giorno di più, ma questa volta l'ha sparata davvero grossa. Sapete che ha detto? Il nostro amico ha avuto il coraggio di dire alla polizia che è troppo gentile e che dovrebbero essere più brutali durante gli arresti. Ci potete credere? Insomma, è tutto nella nostra testa, sono sempre stati gentili con noi!".

Prese un lungo respiro.

"Sapete, questa volta non ho neanche avuto un attacco di panico, non ho pianto e non ho minacciato di spararmi in testa. Perché ho capito una cosa: abbiamo un Presidente troppo cazzone e lui e le sue merdate non meritano le mie lacrime. Non una, non mille.
Ma sapete cosa merita? Una protesta, una di quelle davvero grandi. Abbiamo poco tempo, sarà in città solo questo fine settimana. Voglio i nomi, voglio quei famosi nomi che nessuno ha mai fatto, di chi è morto per la poca gentilezza di chissà quale poliziotto. Voglio sbatterglieli in faccia. Dobbiamo solo spargere la voce sui social, organizzarci bene e vi prometto che non saremo soli. Chi ci sta?"

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Erano le dieci di sera quando Calum ricevette un messaggio inaspettato da Jasmine.

Buonasera, è tardissimo lo so, ma studierò tutta la notte per un esame importantissimo di economia e ho bisogno che cerchi i famosi nomi per la riunione di domani. Riusciresti a farlo?💋

Certo, ma non mandare quelle emoji, mi fanno pensare che tu possa essere gentile con me e mi illudi

Ti adoro, se hai bisogno scrivimi, tanto starò sveglia. Grazie kiwi ;)

Calum sorrise rileggendo velocemente i messaggi, per poi mettere da parte i disegni sulla sua scrivania. Sapeva benissimo dove trovare i nomi.

Suo padre già dormiva, così come sua madre.
Sgattaiolò all'interno del suo ufficio e iniziò a leggere ogni fascicolo che trovava, facendo attenzione a rimettere tutto in perfetto ordine per non farsi beccare.
Quando trovò quello che cercava, si fermò un attimo.
Così tanti nomi, così tante vite.
Prese una penna e iniziò a riscriverli, uno ad uno.
Quando ebbe finito, mandó subito la foto della lista alla ragazza.

Sei il più fantastico di tutti, grazie💔

Lo so. Hai finito di studiare?

Finito, certo ;) devo solo ripetere il tutto altre mille volte

E se invece ti portassi un po' di ciambelle e facessi una pausa?

Jasmine rilesse il messaggio sorridendo almeno cinquanta volte prima di rispondere, indecisa su cosa fare. Si era fatta mezzanotte ormai e forse poteva concedersi una pausa dopo aver studiato tutto il pomeriggio. L'economia le stava riempiendo il cervello.

Sbrigati e fai silenzio💘

Calum arrivò mezz'ora dopo, lo fece entrare dalla finestra per non fare rumore, tanto abitava al piano terra.
"Ehi, non mi merito neanche un bacio dopo essere venuto da te nel bel mezzo della notte con un pacco di ciambelle?" chiese Calum, sottovoce.

I due si erano baciati per la prima volta qualche settimana prima, ma non erano nulla. Semplicemente fingevano di essere amici, per poi incontrarsi di nascosto durante l'intervallo e comportarsi da tutt'altro che amici.
Per quanto Jasmine cercasse di negarlo, quel ragazzo le piaceva davvero tanto.
Aveva frequentato più di qualcuno, ma mai nessuno era entrato in camera sua.
Era il primo a meritarselo.

"Oh, pensavo avessi capito che io e te non siamo nulla, ma semplicemente amici!" rispose.
Calum rise leggermente, avvicinandosi a lei.
"Puoi fingere quanto vuoi a scuola e alle riunioni, ma tu ami baciarmi."
"Cosa, scusa?"
"Hai capito bene Jas, anche ora non aspetti altro che quello. Sai di non essere capace a mentirmi, vorresti tanto che chiudessi queste labbra per poterle posare sulle tue, e ne muoio anch'io dalla voglia".

Jasmine rimase col fiato sospeso e il cuore che le batteva forte.
Voleva rispondere, ma non ci riusciva.
Il ragazzo di fronte a lei aveva ragione e lei non voleva fare altro che baciarlo.

E così fu, per la notte intera.

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Jasmine era seduta in caffetteria, con i suoi mille appunti e un caffè enorme.

"Peró Jas, sembri parecchio stanca, che hai fatto tutta la notte?" la prese in giro Calum, prima di sedersi accanto a lei e avvicinarsi per baciarla.
"Ma che ti dice il cervello? Siamo in pubblico, a scuola, è mattina e sto studiando!"
Calum si appoggiò allo schienale della sedia sospirando.
"Oh andiamo, ora di cosa hai paura?"
Jasmine alzò gli occhi al cielo irritata.
"Ancora? Quante volte devo dirtelo? Io non ho paura di nulla! Ma non voglio rovinarmi la reputazione, passando per la solita ragazza che si incasina in una relazione o merdate varie. Ho i miei obbiettivi ben chiari, ovvero la scuola e fare il culo ai razzisti, e non ho tempo per smancerie in pubblico".

Calum la guardò sorridendo, amava ogni sua risposta da stronza insensibile.
Forse la voleva sua proprio per questo.

"Come vuoi Jas, tanto ormai ti piaccio da morire, non è vero?" chiese, sapendo che non avrebbe ricevuto alcuna risposta.
"Chiamami quando avrai voglia di un po' di smancerie in privato" aggiunse, prima di lasciarla sola con i suoi pensieri.

Jasmine lo guardò andare via, pensando a quanto lo odiasse.
Perché aveva ragione, la faceva impazzire.

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Il fatidico fine settimana era arrivato.
I ragazzi si erano riuniti ogni giorno, volevano che fosse tutto perfetto.
Molte persone erano venute a conoscenza della protesta e in pochissimo tempo, la strada era piena.
Jasmine si trovava in prima fila, davanti ad una schiera di poliziotti.
Come se potessero fermarci.

Presero in mano lo striscione, lo aprirono e iniziarono ad avanzare tenendolo in alto.
Era enorme, i nomi erano scritti chiaramente.
Ora non potevano girarsi e fare finta di nulla, erano costretti a leggere i nomi di quelle persone che ora non c'erano più.

Qualche lacrima le attraversò il viso, su quello striscione erano presenti i nomi dei suoi genitori. Non li avevano mai detti.
Si voltò e vide una marea di persone urlare con dei cartelli in mano. Erano con lei, volevano giustizia quanto lei.
Dopo quel giorno, non si sarebbe mai fermata finché non l'avrebbe ottenuta.

Calum non riusciva a prendere sonno quella sera.
La protesta era ormai finita da ore, ma lui si sentiva ancora in colpa per non essersi potuto presentare.
Sarebbe finito accanto a Jasmine, di cui ora parlavano tutti, e lui sarebbe stato beccato dal padre.
Smise un attimo di disegnare per bere un bicchiere d'acqua.

Scese e trovò il padre in cucina, che guardava le foto della protesta, a cui il figlio aveva lavorato tanto a sua insaputa, sul computer.
"Hai visto che hanno combinato? Fanno solo più casino."
"Ognuno lotta per ciò in cui crede, papá. Hanno motivi validissimi per farlo."
"Ti faccio una semplice domanda, figliolo. Pensi davvero che quattro ragazzi per strada finiranno il razzismo in America o qualche minchiata?"

"Anch'io ho una domanda per te.
Come dormi la notte col sangue di gente innocente sulla tua uniforme?"

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Spazio autrice

Anche questo capitolo è stato totalmente random, non sapevo cosa scrivere inizialmente ma spero non faccia proprio schifo! Ho fatto succedere un po' di cose questa volta e ho cercato di unire la storia dei due alla loro battaglia.
E non ho assolutamente nulla da aggiungere, lol.

Al prossimo capitolo, la vostra Nat💞

The Fight; cthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora