Capitolo 7. Incontri Inaspettati

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Mi si gelò il sangue nelle vene e inizia a temere che avesse risposto a Beatrice, perciò origliai dalla porta, ma non sentii nulla e decisi di aprire la porta e in pinta di piedi mi avvicinai alle scale per sentire se i miei sospetti avessero un fondamento.

Quando mi sentii chiamare da mio padre e sussultai. Scesi subito e mi guardò adirato :

"Ania forse la tua amica aveva dimenticato di dirti che ci saranno alcuni ragazzi, quindi la festicciola di fine anno la farai qui a casa con tuo padre"

"Ma papà...", intervenni con dispiacere avvicinandomi a lui.

"Basta così Ania ! Non replicare!"

"Perché mi tratti come una bambina??", mi avvicinai a lui in segno di sfida.

"Perché non sei forse la mia bambina??", si avvicinò a sua volta infuriato.

Indietreggiai intimidita, "Ho sedici anni e dovresti lasciami fare almeno queste cose...insomma tutte le ragazze della mia età vanno alle feste! Io vedo solo scuola e studio!"

"Ebbene? Per ora è questo ciò che ti ci vuole! Non appena crescerai lo deciderò io quando sarà il caso di farti andare a feste come quelle", ribattè furiosamente, "Ania tu sei una preda facile! Hai per caso idea di come sono queste feste?? Di ciò che accade la dentro??"

"ehm...no", abbassai lo sguardo cercando di immaginare a come sarebbe bello potersi divertire con gli amici.

Sospirò, "Sei ancora troppo piccola per andare a feste del genere...insomma sono convinto che quei ragazzi siano più grandi di te...non è forse così?"

Annuii col capo basso, se non altro sembrava avere ragione...

"Quando organizzeranno feste più tranquille tra ragazze della tua età lo sai che ti farò andare", ammise con più calma e mi sorrise per poi allontanarsi verso il bagno.

"Ma io starò con le mie amiche! Per favore permetti almeno alle mie amiche di accompagnarmi e uscire con loro..."

Si voltò aggrottando le sopracciglia, "Ania non insistere! Il discorso è chiuso qua!"

"No! Non sono d'accordo con te e non credo proprio!" , dissi con tono irato, "Non ti permetto di trattarmi così, sono stanca !"

Rise e si guardò attorno come per deridermi, "Sei solo una ragazzina...non capirai mai...Ho molta più esperienza di te Ania...e ora fila in camera tua!", mi fece segno col dito alzando il tono della voce.

"Non sono il tuo cane!"

"Ma come ti viene in mente una cosa del genere Ania!! Sono tuo padre e se dico una cosa la dico peerchè è ciò che è meglio per te!"; disse infuriato e diventò tutto rosso, "Smettila di opporre resistenza e fai la brava! Non vorrai certo fare la fine di tua madre!!"

"Cosa??", domandai incredula.

"Eh si cara! Tu per non ascoltare me vedi che fine farai! Ma io lo impedirò! C'è troppa gente malintenzionata tesoro e tu questo non lo immagini...la cattiveria delle persone fino a che punto giunge!", mi intimidì con delle ammonizioni e avvertimenti di cui pareva sconvolto proferir parola.

"Di cosa stai parlando?", mi avvicinai a lui incredula e impaurita, "Cosa è successo alla mamma??"

"Meglio non parlarne Ania...ma tu solo devi fidarti di me, perché fare il padre non è di certo un ruolo facile e tu questo devi capirlo tesoro, devi apprezzare i miei sforzi...", si avvicinò come per abbracciarmi.

A denti stretti ricambiai l'abbraccio, ma piena di dubbi e di dolore, non capivo quale fosse il collegamento della mia situazione con la mamma e lui non mi voleva rispondere.

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