“E così…lo hai lasciato andare”.
“Esatto. Non ho potuto fare niente. Non sono riuscito a fermarlo”.
“E questo ti fa sentire in colpa?”.
Rikarathör non rispose subito. Guardava il cielo, pieno di stelle, seduto a gambe incrociate su un grosso sasso piatto, mentre lei, la Luna, lo guardava stesa a terra.
“Peccato che sia andato via” ricominciò a parlare la Dea dei Satelliti “Mi stava simpatico quel ragazzino. E sono sicura che non ha mai mostrato a nessuno le sue reali capacità”.
“Vuoi farmi ingelosire?”.
“Senti, senti…quello che è sempre abbracciato alla sua sorellina!”.
“Beh…dai…non puoi essere gelosa di lei! È la mia sorellina!”.
“Anche tu sei il mio fratellino. Che problema c’è?”.
“Ma abbiamo 15 anni di differenza!”.
“Io sono nata prima di Destino e Kaos. Fai i conti di quanti anni ho…”
“E va bene! Mi arrendo! Hai ragione tu! Comunque sta tranquilla. Io non ho occhi che per te! Ci tengo molto alla mia sorellina, ma da fratello maggiore! Non potrei mai vederla in un altro modo”.
La Dea non sembrava convinta. Ma alla fine sorrise, assumendo un’espressione estremamente dolce grazie ai suoi grandi occhi luminosi.
“Povero il mio Rik…che ha buttato la gioventù per star dietro ad una chimera che porta il mio nome” disse, incrociando le braccia dietro la nuca.
“In che senso?” chiese lui, inclinando la testa.
“Guardati! Non sei più un ragazzino! Sei cresciuto, a differenza di me. Sei…invecchiato!”.
“Non sono vecchio!”.
“No. Ma avresti potuto vivere la tua vita in modo diverso, ed è da anni che te lo dico”.
“Non vuoi che stia con te?”.
“Certo che lo voglio, però…io sono una Dea e resterò così, giovane ed immutata, ancora a lungo. Tu no. E cosa penserai quando, una volta vecchio, ti vedrai circondato dai figli e dai nipoti dei tuoi fratelli e tu sarai solo?”.
“Non sarò solo. Avrò te”.
“E questo ti basterà?”.
“Per l’eternità” sussurrò lui, provando ad andarle vicino.
Sapeva bene che il suo sigillo lo avrebbe bloccato, trasmettendogli quella fastidiosissima scossa, ma ogni volta non riusciva a resistere al desiderio di starle accanto.
“Un giorno, vergine Luna, avrò il tuo bacio!” mormorò, guardandola negli occhi.
Aveva una gran voglia di lasciarsi andare, di rilassare le braccia che lo sostenevano ed appoggiarsi su di lei, facendosi avvolgere da un abbraccio e da un bacio a lungo desiderato. Sospirò, sedendosi, questa volta, con la schiena contro la pietra sopra la quale prima stava seduto.
“Non è destino, Rik. Forse…nella prossima vita…”.
“Macché destino!! Sai bene chi mi ha messo questo sigillo!”.
“Certo. Ricordo ogni istante. Ricordo la prima volta in cui ci siamo visti e…non voglio dimenticarlo mai! E tu…lo ricordi?”.
Anche lei era seduta ora ed i due si guardavano, sorridendo. Le loro mani erano molto vicine e le loro aure si mescolavano con piccole scintille di magia.
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La città degli Dei 3 - La linea di sangue
FantasyOrmai è trascorso molto tempo dall'ultima battaglia. I pianeti e gli universi si spengono, gli Dei si addormentano. Che sia la fine? E quel ragazzo con un teschio tatuato sul volto che ruolo avrà? Vecchie conoscenze, nuovi personaggi, profezie dimen...