Krì diede ordine di fare silenzio e di mettersi a sedere. Kevihang era già stato messo al proprio posto, legato e circondato dalle guardie, ed i giurati erano rientrati. Mihael si udiva soltanto, “da dietro le quinte” sussurrò qualcuno, mentre minacciava tutto il mondo sbraitando frasi di auto-celebrazione. Luciherus sorrise sentendo la sua voce da folle. Qualcuno ridacchiò o commentò.
“Silenzio!” ordinò Kavahel, battendo le ali in modo tale da emettere un suono simile a quello di un tuono, profondo e ridondante.
Tutti si ammutolirono e più di qualcuno si sforzò per non starnutire o farsi scappare un colpo di tosse involontario.
“Bene. Siamo pronti a procedere, dopo questa piccola pausa. Dopo aver appurato che sei stato aiutato da un fantomatico uomo lucetta, la cui esistenza credo dubbia, vorremmo approfondire ciò che è successo esattamente. A questo proposito, vorrei che Heket, la Dea della Vita, e Luciheday, la Dea della Morte, portassero alle orecchie di tutti i presenti le loro testimonianze”.
Il Dio dell’Equilibrio sapeva che, pronunciandone i veri nomi, le costringeva a sottostare ai suoi comandi, ed infatti, le due Dee si alzarono e fecero un piccolo cenno con la testa.
“Credo che, per anzianità e rapporti parentali, tocchi a Morte partire, per poi lasciare la parola alla figlia Vita, salvo interruzioni che l’un l’altra vi vorrete fare. Luciheday, mia cara, vuoi esporre e raccontare l’incontro che hai avuto con questo giovanotto? Ricorda che non puoi mentire”.
Luciheday, in evidente imbarazzo, rifletté un attimo su cosa dire e poi iniziò a raccontare. Narrò di come lo aveva trovato fra le rocce, solo, senza però scendere nei dettagli.
“Perché eri lì?” domandò la Dea del Kaos.
“Credevo fosse venuta la sua ora, ma mi ero sbagliata”.
“Non doveva morire?” chiese Kavahel al Destino, che confermò l’informazione.
“Era da solo quando lo hai incontrato?” continuò l’Equilibrio rivolgendosi di nuovo a Luciheday.
“Sì. Confermo!”.
“E come avrebbe potuto sopravvivere da solo? In quel luogo, pieno di predatori e bestie feroci, freddo ed inospitale, estremamente pericoloso ed ostile, è molto difficile riuscire a trascorrere incolumi anche solo una notte!” sentenziò Kavahel, mentre Kevihang lo trovava sempre più irritante.
“Questo non lo posso sapere” rispose la Morte “Quando l’ho trovato era solo”.
“Aveva il libro con sé?”.
“No. Nessun libro. Ne sono sicura”.
“Quindi il furto è avvenuto dopo. Ti aveva esposto la sua idea, per caso?”.
“Mi aveva detto di voler ritrovare i suoi genitori”.
“Quindi tu sapevi…”.
“Un momento, fratellino! Sei qui per giudicare me o quel ragazzetto? Perché, se cerchi rogne, hai proprio scelto la persona giusta da stuzzicare!”.
Kavahel non le rispose e la fissò, con lo sguardo di chi non voleva essere messo in discussione.
“Per quanto tempo siete rimasta accanto all’imputato, Madama Morte?” domandò poi, con calma.
“Un po’. Non ricordo quanto esattamente”.
“E perché? Una volta appurato che non era giunto il momento per il ragazzo di morire, avresti dovuto andartene e lasciarlo lì. Che hai fatto?”.
La Dea girò gli occhi verso l’alto ed incrociò le braccia, sospirando. Non voleva di certo parlare di ciò che aveva fatto!
“Non sono affari che alla corte interessano” affermò, infatti, sibilando.
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La città degli Dei 3 - La linea di sangue
FantasyOrmai è trascorso molto tempo dall'ultima battaglia. I pianeti e gli universi si spengono, gli Dei si addormentano. Che sia la fine? E quel ragazzo con un teschio tatuato sul volto che ruolo avrà? Vecchie conoscenze, nuovi personaggi, profezie dimen...