VI. Nuova famiglia

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L’atterraggio di Kuetzalikay e Kevihang non fu affatto facile. Si era alzato un vento impetuoso e gelido, che aveva ridotto notevolmente la visuale del drago che, preso dal panico, aveva aumentato la velocità ed era sfuggito al controllo dell’Alto. Nonostante questo, Kuetzalikay era riuscito a portare a terra la bestia. Con le lunghe gambe verdi scese, sistemandosi le piume. Poi si voltò verso Kevihang che sorrideva, per nulla spaventato dall’atterraggio di fortuna. Il piccolo villaggio in cui erano giunti era molto silenzioso, quasi tetro. Non si vedeva nessuno. Poi una luce apparve da dietro l’ingresso dell’abitazione più grande ed una donna si avvicinò ai due.

“Kuetzalikay?” domandò lei, sospettosa.

Indossava un abito semplice, chiaro, che lasciava trasparire la luce emessa dalla pelle di lei. Aveva occhi luminosi e grandi, i capelli corti e dritti, ed un bel sorriso. Kuetzalikay le sorrise a sua volta e spalancò le braccia, in segno di saluto.

“Mama!” le disse, andandole appresso.

Si abbracciarono, nonostante la notevole differenza d’altezza. L’Alto la sollevò da terra e la fece girare un paio di volte. Erano felici di rivedersi.

“Quanti anni sono passati, ‘likay? E tu non sei cambiato…”.

“L’ultima volta che son giunto qui, i tuoi figli erano piccoli. Non è molto…”.

“Considerato che presto il mio secondo figlio maschio affronterà la prova dei cristalli…direi che ne è passato di tempo!”.

“Già la cerimonia dei cristalli?! Ha già l’età per affrontare la prova di maturità?”.

“Certo. Ma comprendo che per voi Alti sia poco tempo…”.

“Quindi il maggiore l’ha già affrontata?”.

“Ovvio…”.

“E come è andata?”.

“Benissimo. Anche se…non importa, te lo dirà lui se ne avrà voglia…”.

In quel momento una voce infantile chiamò sua mamma ed una bella bambina mora andò accanto alla donna di luce. La madre la prese in braccio e la presentò all’Alto.

“Lei è la mia bambina, Marinditi-ya, nata sei anni fa…”.

“Oh! Come te, Kevihang!” ridacchiò l’Alto, rendendo partecipe della conversazione anche il bambino, che nel frattempo non aveva fiatato.

“Più o meno sì” ammise Kevihang, guardando la bambina con un pizzico d’invidia.

“Chi è questo giovanotto?” domandò la donna di luce.

“Si chiama Kevihang, è un bambino…speciale. Come tutti voi”.

“Lo vedo. Io sono Valek-hiteia, piacere! Da dove vieni?”.

“Da un brutto posto, con brutta gente” sbottò il bambino.

“Va bene. Non ne parliamo allora” gli sorrise la donna.

“L’ho portato qui per un motivo” parlò l’Alto “L’ho trovato nella biblioteca del Principe dei Demoni Mihael. Ha aperto uno dei libri sigillati da Vereheveil senza essere respinto dalla sua barriera. Ha un grande potenziale…e vorrei che tu lo aiutassi a svilupparlo”.

“Sarà per me un piacere…”.

Kevihang non ascoltava. Guardava una casetta arancio da cui riusciva a scorgere una figura china sui libri. Incuriosito, si incamminò verso essa.

“Kevihang! Torna qui!” lo richiamò Kuetzalikay ma la donna di luce gli fece un segno con la mano.

“Non lo fermare. Lascia che vada. Credo che possa trovare da solo il suo maestro”.

La città degli Dei 3 - La linea di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora