XI capitolo

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Sì, ancora noi. Stiamo scrivendo tantissimo in questi giorni, e vogliamo regalarvi tutti i capitoli che abbiamo a disposizione.

La tempesta è arrivata dunque. Ammetto che è stata una decisione presa in un venerdì sera qualunque: la morte di Kei non era nel progetto originale della storia. Però poi è arrivata, e state pronte perché causerà qualcosa che forse non vi farà tanto piacere. Ma non odiateci se potete: tutto andrà bene alla fine. O forse no...

Non sto qui ad annoiarvi molto, ma ci tengo a dire che finalmente scoprirete il passato di Mario oggi. Si era parlato di un fardello nel secondo capitolo, di morte nel decimo e di tanti altri indizi nel corso della storia. Ora saprete la verità, e speriamo davvero di non essere state banali.

Prima di lasciarvi alla lettura di questo strazio - perché sì, questo capitolo è uno strazio -, come sempre vi ringrazio per tutto: siamo contentissime che la storia stia piacendo. E ringrazio più di tutti la mia sirenetta, che mi appoggia in ogni scelta assurda che decido di fare.

E vorrei dedicare questo capitolo a una persona in particolare, che forse menzionerò su Twitter.

Buona lettura!

-maybeitsadream

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A te che mi salvi le nottate e che forse non mi leggi nemmeno.

*


Non c'era luna.

L'eccessivo vento agitava le onde del mare, che si susseguivano alte e rumorose.

Troppe stelle ad abbellire il nero di una notte che di silenzioso aveva solo l'assenza della riflessa luce lunare.

Tutto sembrava reagire a quell'evento: la natura soffriva con Claudio.

Eppure lui si sentiva solo. Solo nel suo dolore, nel suo sconforto, nel suo senso di impotenza che lo soffocava nell'immensità di una vita che gli sembrava terrificante adesso.

Si sentiva talmente solo da volerci restare. Non le voleva ascoltare le parole degli altri: non gli interessava nient'altro che il suo dolore. Voleva soltanto essere lasciato in pace, essere tagliato fuori dal dispiacere di circostanza che scuriva temporaneamente i volti degli altri per poi abbandonarli in velocità.

Seduto lì dove se ne andava sempre quando aveva bisogno di stare con se stesso, ripensò a tutti i momenti passati con il suo campione.

A quando lo aveva conosciuto, diffidente e scontroso come chi ne ha passate tante.

Al suo primo sorriso, ancora timoroso e timido.

Alla prima volta in cui gli aveva detto "Ti voglio bene", in un abbraccio caldo e stretto che sapeva di semplice felicità.

A quando avevano giocato insieme a calcio e si erano dimostrati entrambi incapaci e ci avevano riso su.

A quando gli aveva organizzato una piccola festa il giorno del suo compleanno e gli aveva regalato un album con le loro foto, realizzato con l'aiuto di diversi volontari.

A quando lo aveva riconosciuto ed era corso tra le sue braccia un mese e mezzo prima.

A quando avevano visto insieme Il Re Leone.

E piangeva talmente tanto da non riuscire a respirare. E intanto continuava, imperterrito, a sfogliare le pagine di quell'album che aveva recuperato non appena aveva capito che il risveglio sperato non ci sarebbe stato.

Luna piena » clarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora