XIV capitolo

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Eccoci tornate, nel loro giorno, sembra fatto di proposito ed invece, come tutte le cose migliori, è stato un caso, un gioco del destino. 
E proprio di questo si parla in questo capitolo : di destino. 
Il destino che li ha fatti incontrare un anno fa, lo stesso destino che mi ha fatto accendere la tv quel pomeriggio di settembre. Ed ancora lo stesso destino che mi ha dato  fatto conoscere E. , grazie alla quale mi trovo ora qui a scrivere.
Ma si sa, la vita è beffarda e non per forza ciò che è destinato riesce a resistere ad essa, almeno non senza lottare.
Buona lettura a voi :*

                                                                                                                                 -TheTaleOfMermaid-


***


A tutti coloro che lottano per qualcuno o qualcosa in cui credono.


"E vissero tutti felici e contenti" lesse le ultime frasi di quel libro di favole che ormai conosceva a memoria ,perché l'unico in grado di far rilassare un po' il piccolo Moed prima di andare a dormire.
Per questo aveva preso l'abitudine di passare da lui tutte le sere e dedicargli un po' del suo tempo leggendogli la storia di quel giovane ragazzo che riuscì ad estrarre la spada nella roccia. 

Moed non parlava poi molto ed era diffidente. Tutte caratteristiche che lo rendevano speciale agli occhi di Mario, probabilmente perché rivedeva in quel piccolo corpicino un po' di lui. Ed anche il bambino doveva aver percepito quest'affinità perché si lasciava avvicinare volentieri solo da lui.
Lo cercava con lo sguardo durante le attività ricreative, si stringeva forte alle sue gambe magre quando aveva timore di qualcosa, prima di sfoggiare quel suo sguardo beffardo dietro cui celava paure e solitudine. E Mario lo trovava così buffo e così tenero al tempo stesso.
Sentì le manine avvicinarsi alle sue, decisamente più grandi e vissute, che stringevano il libro ancora aperto ,e lo vide provare a prenderlo ,così incuriosito lo lasciò fare.
Provò a trattenere un sorriso quando dall'alto lo osservò con il volto immerso in quelle pagine piene d'inchiostro, intento a guardare le immagini disegnate.
Chiuse il libro in maniera decisa e lo porse a lui, guardandolo dritto negli occhi, come un uomo adulto che non ha bisogno di chiedere.
"No Moed, avevamo detto una sola volta " disse ,avendo compreso la sua richiesta.
Il bimbo mise su una faccia imbronciata e Mario questa volta davvero non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Ripensò a quando , più o meno alla sua età, tormentava suo fratello perché doveva dormire con la sua maglietta dell'uomo Tigre, convinto che con quella addosso nessuno avrebbe potuto fargli del male. Rivide in quel volto imbronciato il suo, quando Francesco gli comunicava che era stata messa a lavare, e sorrise teneramente. Sorrise a Moed e sorrise a se stesso.
"E va bene, ma guardami, solo un'ultima volta che poi devo andare a nanna anche io " asserì con voce ferma, cercando di risultare credibile.
Moed sorrise vittorioso e quel sorriso gli scaldò il cuore.
Si mise a sedere accanto a lui nel letto bianco e fresco , allargò le braccia, e lo fece adagiare sul suo petto prima di riprendere la lettura .
"C'era una volta..."
Dopo poche pagine ,però , sentì il respiro pesante del bambino infrangersi sul suo petto. Chiuse il libro delicatamente e rimase lì, con la testa poggiata alla testiera del letto a riflettere.
Aveva avuto una giornata movimentata : nuovi bambini, nuovi progetti, nuove attività e sentiva il bisogno fisico di prendersi del tempo per sé. Solo pochi minuti per pensare, per riflettere.
Moed si mosse leggermente su di lui, stringendo le dita intorno al lembo della sua maglietta come a non volerlo lasciare andare e Mariò non potè fare a meno di sentire il suo cuore battere forte.
Guardò quel bambino immerso nel suo sonno, magari nei suoi sogni più reconditi, e non potè fare a meno di chiedersi se quella tranquillità apparente fosse anche un po' merito suo.
Era cambiato tanto nell'ultimo periodo : era sempre stato un ragazzo diverso, più maturo degli altri , ma questo viaggio lo aveva segnato in maniera irreversibile. Quei due occhi verdi gli avevano riempito il cuore di una gioia indescrivibile, di un sentimento che Mario non aveva mai provato, di una forza che non credeva neanche di possedere.
Eppure ci era riuscito.
Per Claudio aveva imparato ad andare oltre i suoi limiti, per Claudio e solo a Claudio si era raccontato. Con Claudio si era messo a nudo.
Per Claudio e con Claudio aveva lottato. Perché ne valeva la pena.
"P-posso restare a dormire con te?"
Quelle parole continuavano a rimbombargli nella testa insieme alle immagini della sera precedente: i suoi occhi Verdi e colmi di speranza erano stati per l'intera giornata un chiodo fisso.
Aveva rivisto e rivissuto nella sua mente decine di volte quelle scene, quei dialoghi, quelle mani, quelle labbra. Aveva sentito il suo tocco sulla pelle , la sua lingua sulle labbra.
Aveva ripensato a Claudio, ad un Claudio emozionato, fragile e vulnerabile che aveva deciso di lasciarsi andare. Ed era addirittura arrossito per la sua risposta "Tutte le volte che vuoi".
Era stata una risposta spontanea : di pancia, di petto, di cuore.
L'unica risposta possibile.
Ormai lo sapeva: Claudio sarebbe potuto scappare ovunque , ma lui gli avrebbe aperto le porte del suo cuore tutte le volte, perchè non si scappa da ciò che è destinato ad essere tuo. E lui lo sentiva : loro si appartenevano, loro erano e sarebbero stati l'uno per l'altro.
E poi avevano dormito insieme : come fanno le coppie, come fanno gli amanti.
Avevano dormito corpo a corpo, cuore a cuore, senza andare oltre.
Per Mario era stata una novità, una piacevole novità. Solo con Claudio sentiva il bisogno di appartenrgli, solo con Claudio riusciva a non cedere al desiderio. Solo con Claudio il cuore vinceva sul corpo.
Solo per Claudio e con Claudio valeva la pena aspettare, dedicarsi del tempo, perdersi nei baci sperati e nelle carezze desiderate.
Solo a Claudio permetteva di vederlo nel suo momento di massima fragilità : il sonno.
Quel momento in cui I sogni e gli incubi vengono a galla, quel momento in cui non sei più tu a pensare ed agire razionalmente ma il suo subconscio. Quel momento in cui lo stringeva forte per non lasciarlo andare, facendogli capire che anche in un altra dimensione sarebbe stato sempre la tua ancora di salvezza.

" Ehi " una voce calda lo destò dai suoi pensieri. Non ebbe bisogno di voltarsi per sapere a chi appartenesse, ma lo fece perche sentiva il bisogno di perdersi in quella visione.
"Ehi" si limitò a dire di rimando, osservandolo sull'uscio della porta , illuminato solo dal suo splendido sorriso.
"Ti eri addormentato?" chiese sussurrando, ancora in piedi sulla porta e Mario ebbe l'impressione che lo stesse osservando da un pò e che avesse deciso di restare lì, come se sapesse che per Mario quello era un momento tutto suo

"No stavo pensando e non riuscivo a staccare Moed " disse minimizzando, indicando con il volto la manina del bambino ancora stretta intorno alla sua maglietta

"Eh lo capisco... si dorme bene sul tuo petto " rispose il castano, con una voce emozionata e Mario avrebbe giurato che, se non fosse stato immerso nel buio della stanza, avrebbe potuto scorgere del rossore sulle guance del ragazzo dagli occhi color di foglia.
"Tutte le volte che vuoi " citò di nuovo la sua risposta della sera precedente, perchè voleva che fosse chiaro : quel petto sarebbe stato suo fin quando Claudio avesse voluto. Il cuore al suo interno, invece, probabilmente, lo sarebbe stato per sempre.
Lo sentì trattenere il respiro, come se le sue parole dirette lo avessero colpito in pieno petto, e si crogiolò per questo. Era riuscito a stupirlo, a spiazzarlo, a lasciarlo senza parole.

"Mi dai una mano ?" disse indicando Moed ancora su di lui e Claudio non se lo fece ripetere due volte.
Si avvicinò ai due e ,delicatamente, provò a staccare la presa salda del bambino ancora ancorato al petto di Mario, lasciando che quest'ultimo riuscisse a divincolarsi da quell'abbraccio.
Mario lo vide adagiare Moed delicatamente, come se fosse la cosa più preziosa del mondo ed il suo cuore si riempì ancoraun pò.
Si sentiva come un vaso vuoto che continuava a riempirsi ad ogni sguardo, ad ogni gesto di Claudio.
Più lo osservava e più il suo cuore si riempiva. Più gli restava accanto più il suo sentimento cresceva.
"Andiamo?" disse Claudio interrompendo il suo flusso di pensieri
"Da Badra? Insieme?" chiese Mario quasi intimorito, come se il solo pensare al suo cuore, al suo sentimento lo avesse reso meno sicuro.
"E poi a casa.. insieme"

Lo abbracciò da dietro, cingendogli la vita, e gli sussurrò all'orecchio destro l'unica cosa che realmente contava
"Insieme"
Perchè insieme avrebbero lottato, insieme avrebbero smosso mari e monti, insieme avrebbero affrontato la vita.Insieme sarebbero stati invincibili.
Il destino gli aveva fatto incontrare Claudio per un motivo :  era la sua possibilità di essere felice.


"Perchè tu sarai sempre il mio solo destino

posso soltanto amarti senza mai nessun freno"

Luna piena » clarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora