Attesa e Tensione

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Nella sua casa a Rahnville il dottor Alistairs era immerso nei suoi pensieri.
I dubbi e i timori combattevano contro l'ottimismo e i buoni propositi.
Se l'operazione fosse riuscita loro sarebbero riusciti a prendere il potere e cambiare davvero le cose ma se non ci fossero riusciti...
Questo pensiero tormentava il dottore da due giorni e ormai era diventato un vero e proprio tormento.
"Annalise cara potresti portarmi una tazza di tè per favore "Chiese alla cameriera.
"Annalisa è molto giovane ma è una brava ragazza" pensava Alistairs con una nota di malinconia
Sua moglie Lucy era morta molto tempo fa senza lasciargli figli ma lui non si era risposato.
Ora la sua unica vera compagnia era la simpatica domestica.
Ma il pensiero di una tremenda sconfitta gli pulsava ancora nel cervello e gli ricordava che in caso di sconfitta per lui la resa non ci sarebbe stata.
"Sconfitto si ma prigioniero mai " si diceva tra sè e sè.
Aveva anche preso ad osservare le lancette dell'orologio con frenesia e pareva che il tempo non trascorresse più.
Mancavano 10 ore al momento...
Dall'altra parte dell'Irlanda Gilles stava passeggiando per le vie di Amhtrim osservando il tramontare del sole e le prime stelle.
Anche lui era perseguitato da tristi pensieri.
In particolare spiccavano nella sua testa i volti dei suoi cari che forse non avrebbe più rivisto.
Sua madre non sapeva niente riguardo alla sua entrata nell'IRA e quindi non sospettava nulla.
Lei era sempre stata una donna mite e gentile ma ,nei momenti del bisogno,sempre piena di energia.
"Chissà come avrebbe reagito alla mia morte?" Si chiedeva Gilles.
Poi c'era il papà...Lui era sempre stato un uomo un po burbero e brontolone ma gli aveva sempre voluto bene.
Egli probabilmente era venuto a sapere della sua entrata nell'Organizzazione ma non gli aveva mai detto nulla.
Insomma non approvava le loro azioni ma in cuor suo era orgoglioso di suo figlio.
Lui stesso era stato un portaordini per L'IRA e aveva preso parte a veri scontri ma non aveva mai ucciso nessuno.
Infine c'era Mimi la sua piccola sorellina.
Lei era uno scricciolo molto tenero troppo piccola per comprendere i fatti che avvenivano attorno a lei come i pestaggi,le retate della polizia e gli scontri a fuoco.
Lei era sempre allegra e piena di vitalità oltre ad essere dotata della grande qualità di non aver paura di dire ciò che pensava.
"È piccola ma pesta più di un pugile"pensava divertito Gilles.
Il nervosismo non gli era ancora passato e non accennava a diminuire.
Quello che stavano per fare avrebbe cambiato l'Irlanda del Nord per sempre nel bene o nel male.
Con la mente torno indietro di mesi ricordandosi dei lunghi periodi di addestramento in cui gli avevano insegnato come montare e caricare un fucile.
Erano stati addestrati anche a sparare vicino ad un grande campo di grano ma lui non aveva ancora ucciso nessuno.
Coloro che lo avevano già fatto dicevano che non è mai bello ma era necessario:o i nemici o loro.
Con questi pensieri continuò a camminare per le strade deserte ma
ad un certo punto si fermò.
Era arrivato in fondo alla via e davanti a lui c'era una grande villa coloniale.
Li abitava Eveline una sua amica che conosceva fin da quando erano piccoli.
Lui era sempre stato attratto da lei ,che era una bellissima ragazza slanciata con capelli e occhi neri come l'ebano,ma non era mai successo niente tra i due.
Lei veniva da una famiglia agiata di banchieri i quali malvedevano i guerriglieri.
Gilles fu tentato di bussare alla porta ma poi si fermò.
Prese un pezzo di carta e con un mozzicone di matita scrisse una frase.
Poi chiuse la lettera e ci scrisse sopra PER EVELINE.
Poi se ne andò.
Quella notte passo molto velocemente per tutti:Gilles la passò pensando a Eveline,Emer a giocare a carte,Fergus a controllare e ricontrollare l'equipaggiamento,Owen a ragionare,Padre Ernest a pregare,il dottor Alistairs a sperare.
Poi arrivò l'alba...

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