Ingannati

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La Ford grigia avanzava lungo la strada sobbalzando a causa delle numerose buche ma non accennava a diminuire la velocità smodata a cui procedeva.
Emer era nel posto del guidatore e guidava l'auto con sicurezza sebbene avesse preso la patente da poco.
Nel posto accanto si trovava Gilles che ammirava in silenzio il paesaggio attorno senza però mollare il fucile che teneva saldamente in mano.
"Hey Emer " fece Gilles
"Che c'è? "
"Che ore sono?"
"Quasi le nove e mezza perché? "
"Siamo andati via dalla torre radio alle 7"
"E allora?"
"È da quasi tre ore che manchiamo"
"Tranquillo...Ci metteranno ancora un po prima di scoprire la nostra fuga.
lnoltre se anche la scoprissero noi siamo a posto.
Siamo lontani decine di kilometri da loro,guidiamo un'auto normale e siamo senza mimetiche.
Dato che nessuno ci ha visti in faccia non sanno che siamo noi i guerriglieri.
Basta nascondere le armi e potremo spacciarci per normali ragazzi."
Il discorso di Emer era sensato e ciò tranquillizzò Gilles il quale prese ad ammirare il magnifico paesaggio che stavano attraversando.
Ai campi si sostituivano ogni tanto delle piccole cittadine ma non ebbero problemi ad attraversarle.
I due ragazzi seguivano le stradine di campagna che allungavano di non poco il viaggio ma erano decisamente più sicure delle vie principali.
Gilles inizio a sentire gli occhi sempre più pesanti a causa del sonno (non dormiva da due giorni)e ,malgrado la sua resistenza,fini per addormentarsi.
Intanto alla stazione radio di Rahntil iniziava ad esserci fermento infatti i poliziotti non sapevano cosa fare.
Molti erano dell'idea di tentare un'attacco ma il ricordo del tentativo fallito di ieri li scoraggiò velocemente.
Inoltre c'erano i sette cadaveri dei militari uccisi , che giacevano fuori dalle finestre con un cappio attorno al collo,che fungeva da triste monito per chi avesse intenzione di avviare atti ostili.
Il sangue di quei poveri sventurati era fuoriuscito per tutta la notte ed ora la facciata dell'edificio ed il pavimento sottostante era tinte di rosso scuro.
Nessuno sapeva cosa fare ma alla fine il dottore prese le redini della situazione.
Si fece dare un megafono e cercò di parlare con i guerriglieri.
"Signori sono il dottor Van Meer e non voglio far del male a nessuno.
Sono qui per cercare di trovare un accordo senza causare altre morti inutili.
Prima di parlare però vorrei che caliate i corpi di quei poveri uomini appesi alle finestre."
Dalla torre radio non arrivò nessuna risposta ed i corpi non vennero calati.
Il dottore aspettò un po ma alla fine decise di agire.
"Okay...Se non li calate voi li calerò io " disse con fermezza e si avviò verso l'edificio.
"Sì fermi dottore!"disse il tenente che nel frattempo si era un po riposato.
"No poiché non ho intenzione è di lasciare quegli uomini appesi alle finestre come carne per uccelli"
"Ma quelli non hanno nessun ritegno per noi e le spareranno" disse il militare
"Se dovessi morire vorrà dire che era arrivata la mia ora"disse il dottore.
"Va bene vada ma la accompagnerò io ed un altro poliziotto."
Così i tre uomini si avviarono verso l'edificio tenendo in mano la bandiera bianca.
Il tenente era convinto che gli avrebbero sparato subito ma ciò non avvenne.
I tre arrivarono fino al portone senza problemi ed iniziarono ad insospettirsi.
"Perché non ci sparano? "Chiese il poliziotto
"Evidentemente sono disposti a lasciarci portare via i morti " disse il medico
"Ma la cosa non mi convince...e se provassimo ad entrare?"disse il tenente
"Perché mai sfidare la sorte?Stiamo già rischiando tanto!"fece notare il medico
"Magari ci lasceranno entrare per discutere"
"Non accadrà mai"disse il medico.
"Tanto vale provare"
"Va bene"concesse il dottore.
I tre spalancarono il portone ma subito si sentì una scarica di mitragliatrice.
Il tenente si buttò a terra istintivamente e si copri la testa.
Con il piede diede una botta alla porta che si richiuse e la scarica finì.
Si tirò in piedi e si accorse di essere coperto di sangue ma non aveva riportato nessuna ferita.
Guardò il poliziotto e si accorse che giaceva per terra con il petto bucato da svariati proiettili.
Affianco a lui c'era il dottor Van Meer che cercava di bloccare il sangue che usciva dal braccio.
"Dottore è stato colpito?"chiese
"Sì ma è una ferita superficiale al braccio e non è nulla di che.
Come sta il poliziotto?"Chiese il dottore
"È morto"
"Cazzo...Lo avevo detto che era una cattiva idea"
"Però qualcosa non torna"
"Cioè?"
"Gli spari sono iniziati quando abbiamo aperto la porta ma non prima" fece notare il tenente
"Già è strano"
"Voglio provare una cosa.
Lei si sposti da qui"
Il dottore obbedi ed allora il tenente spalancò la porta e poi si buttò per terra.
Gli spari durarono una decina di secondi ed i proiettili forarono il portone ed il muro circostante ma non toccarono i due uomini.
Poi cessarono.
Allora il tenente imbracciò la pistola e balzo dentro all'edificio.
"Dio santo...dottore ci hanno fregati!!"urlò
Il dottore entrò e vide che la porta era collegata al grilletto della mitragliatrice tramite un filo.
Quando si apriva la porta il filo tirava il grilletto e la mitragliatrice sparava.
"Ci hanno giocati"esclamò il dottore
"Andiamo a cercare quei bastardi"
I due fecero il giro dell'edificio e trovarono gli ostaggi superstiti nell'atrio.
"Tenente guardi lì...c'è un terrorista legato " disse il medico indicando un uomo con la mimetica legato ad una colonna.
Il tenente gli si avvicinò e lo guardò con odio per alcuni istanti.
Poi estrasse la pistola e la puntò contro il guerrigliero (che essendo legato non poteva fare nulla).
"Come ho già detto noi non negoziamo con i terroristi " disse con voce sibilante e tirò il grilletto.
La testa di Fergus esplose in mille frammenti ed il cervello schizzò da tutte le parti.
"Ma è impazzito!?Era solo un ragazzo " disse il medico
"Lo dica ai nostri morti " ribattè il tenente
"Così diventiamo come loro:delle bestie ne più ne meno" disse il dottore
"Non mi importa più di nulla..."disse il tenente con voce fioca
"Cerchi di controllarsi e si ricordi che qui ci sono degli ostaggi già traumatizzati."
"Ha ragione mi scusi"
"Faccio venire dentro gli altri poliziotti " disse il medico e se ne andò.
In poco tempo tutti i poliziotti che si trovavano fuori entrarono nell'edificio e portarono fuori gli ostaggi che vennero subito rifocillati.
I morti vennero stesi fuori e coperti con dei teli.
Tra di loro vennero posti anche i corpi senza vita di Fergus ed Owen.
In quel momento il tenente si accorse di come l'edificio che lo aveva tormentato per due giorni era solo uno scarno edificio grigio coperto di sangue all'interno di cui si erano consumati atti truci e violenti.
"Dal punto di vista militare come siamo messi?"Chiese il medico
"Beh non saprei " rispose il militare
"In che senso?"
"Abbiamo conseguito la vittoria ma ad un prezzo troppo alto.
Tra poliziotti,militari ed ostaggi abbiamo avuto una ventina di morti mentre i terroristi solo due.
Inoltre gli altri due guerriglieri sono fuggiti chissà dove " disse con rammarico
"Quei due potrebbero essere ovunque"
"Non è detto " commentò il tenente
"In che senso? "
"Beh se lei fosse un terrorista appartenente all'IRA quale sarebbe il posto dove cercherebbe di scappare?"
"L'Irlanda libera!"esclamò il dottore
"Esatto "
"Sarà lei a cercarli?"Chiese il dottore
"No il mio compito è terminato e francamente ne sono contento"
"Fra un po me ne andrò quindi ci conviene salutarci signor tenente"
I due uomini si abbracciarono commossi.
"È stato un onore servire sotto di Lei " disse il medico
"È stato un onore averla al mio fianco " disse il tenente con le lacrime agli occhi.
"Chissà forse ci rivedremo in un contesto più bello"
"Forse"mormoro il militare
Il dottore inforcò la bicicletta ma prima di andare fece un'ultima delle sue osservazioni acute.
"Non trova strano che in tutto ciò non siano arrivati giornalisti!?Solitamente su queste storie loro si buttano come squali"disse.
Poi si allontanò.
Il militare fece un sorriso mesto e tornò dagli altri soldati.
Non era riuscito a dirgli che il governo aveva ordinato di tenere nascosti questi avvenimenti poiché rappresentavano uno smacco enorme per l'esercito e la polizia.
La popolazione non doveva venirlo a sapere in nessuna maniera.
Ma il tenente sapeva che sarebbe stata dura.
Intanto a kilometri di distanza due giovani ragazzi filavano a tutta velocità verso il confine.

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