L'arrivo della notte era considerata da tutti i militari presenti una benedizione.
Grazie al buio avrebbero agito con maggior efficacia.
D'altronde i terroristi non disponevano neanche di una torcia mentre i militari avevano tutti mirini ottici e visori notturni.
La squadra che doveva intervenire era già sull'elicottero e stavano arrivando.
Prima però bisognava eliminare la vedetta sul tetto.
Il tiratore scelto Barney Sandez si era appostato dietro ad una roccia e da vari minuti osservava la vedetta sul tetto tramite il visore notturno.
La calma regnava sovrana e lui calibrava le distanze con tranquillità.
Non era la prima volta che uccideva e sapeva bene che dal suo colpo dipendeva la riuscita della missione.
Per togliere il rumore dello sparo aveva pure fatto mettere il silenziatore al suo fucile MK11.
Aspettava soltanto che il suo bersaglio si fermasse.
Quando finalmente il terrorista si fermò Barney lo puntò con cura cercando di inquadrare la testa tra le linee del mirino.
Poi trattenne il fiato e tirò il grilletto.
POF
Sì creo una nuvoletta rossa attorno al terrorista il quale caddè subito a terra senza emettere un grido.
Non si rialzò più.
"Devo averlo preso alla gola o in testa" pensava il cecchino.
Dopodiché avvertì il comando che potevano procedere.
L'elicottero atterrò sul tetto e la squadra salto giù nel più breve tempo possibile per poi dirigersi verso una porticina che portava a delle scale.
I soldati iniziarono a percorrere le scale per raggiungere i terroristi ma ad un certo punto sbucarono in un atrio ed iniziò l'inferno.
Gilles si chiedeva come mai Owen non scendesse più dal tetto ma quando sentì il rumore di eliche sopra alla sua testa capi subito.
Svegliò i compagni che dormivano e si posizionarono puntando le armi verso la porticina che dava al soffitto.
Quando si aprì e videro passare degli uomini in mimetica istintivamente aprirono il fuoco.
Gilles non si mise a prendere la mira con cura ma si mise a sparare all'impazzata.
I primi tre soldati caddero quasi in contemporanea mentre i compagni cercavano di rispondere al fuoco.
Per i militari era difficile sparare poiché erano bloccati sulla scalinata
e non avevano libertà d'azione.
I colpi si susseguivano e le pareti venivano crivellate da essi.
I bossoli vuoti cadevano per terra tintinnando come tanti campanelli.
I tre guerriglieri spararono due caricatori di fila e poi si ripararono dietro alle scrivanie.
I militari invece risalirono la scalinata e si misero dietro al muro.
Sugli scalini giacevano tre militari ridotti ad un colabrodo dai proiettili ed il loro sangue colava già dalla gradinata e dalle pareti chiazzandole di un rosso scuro.
Ci fu un momento di incertezza da parte di entrambi gli schieramenti ma poi i guerriglieri si mossero.
Emer prese una delle tre bombe a mano che possedevano,prese la rincorsa e la tiro in cima alla scalinata.
La detonazione fu forte ed i tre ragazzi dovettero tappare le orecchie per il casino provocato.
Ci furono dei pezzi di muro che caddero per terra mentre si sollevava una nuvola di polvere.
Inoltre si udirono delle grida e poi il silenzio.
"Emer resta qua a badare ai prigionieri.
Tu Gilles vieni con me " ordinò Fergus.
I due giovani percorsero le scale di corsa e quando attraversarono la porta trovarono alcuni corpi dilaniati orribilmente dalla granata.
Passarono oltre e percorsero il piccolo corridoio fino a sbucare sul tetto.
Qui fecero in tempo a vedere l'elicottero sollevarsi e volare via.
Fecero per rallegrarsi ma la loro felicità fini subito.
"Dio santissimo...Owen"urlò Fergus indicando un corpo senza vita vicino al bordo del tetto accanto alla mitragliatrice.
Si avvicinarono in fretta e lo rivoltarono.
Con orrore videro il loro amico con un grosso buco nella gola circondato da un mare di sangue.
I suoi occhi azzurri erano come coperti da una patina grigia e perfino i suoi capelli color grano sembravano sbiaditi.
Le sue mani erano fredde.
"No no no... Non può essere vero...dai Cazzo Owen svegliati svegliati ti ho detto "disse Fergus scoppiando in lacrime mentre scuoteva il corpo dell'amico.
"Non puoi andartene cosi non puoii!!"continuò Fergus mentre lunghe lacrime scendevano lungo le guance e le sue parole diventavano solo versi alterati e gutturali.
Gilles si impressiono alla vista del suo capo così ridotto.
Non lo aveva mai visto in quello stato e ciò lo faceva stare in uno stato strano.
Pian piano la rabbia in lui cresceva con la stessa velocità di un incendio estivo.
"Fergus prendi la mitragliatrice e seguimi"ordinò con voce ferma
"Ma Owen...Owen non può essere morto così non è possib..."singhiozzava l'altro
"Cazzo muoviti e vieni con me...andiamo a vendicare Owen"
Fergus si asciugò le lacrime e ,dopo aver preso la mitragliatrice,segui Gilles.
Arrivati da Emer lo misero al corrente della situazione.
Perfino lui che era sempre calmo e attento si fece prendere dalla furia.
"Lo hanno ucciso come un maiale...Aveva solo diciotto anni brutte bestie...Non è giusto"
Nell'animo di tutti si allargata la furia e la rabbia.
"Ora glielo faccio vedere io chi è a guidare il gioco !!" urlo Fergus
"Facciamoli sputare sanguee!!"sbraitava Emer
Gilles allora si diresse verso gli ostaggi ed ,assieme ai suoi compagni ,ne presero sei e spalancarono il portone.
Una volta sicuro che tutti i poliziotti li stessero osservando,Fergus urlò:"volevate sangue!?Allora sangue otterrete!"
Detto ciò tutti e tre aprirono il fuoco a bruciapelo sui sei prigionieri falcidiandoli con i loro proiettili.
I colpi li passarono da parte e parte ed andarono a conficcarsi nel terreno.
Solo dopo essere sicuri che fossero morti si rinchiusero nel edificio.
Non ancora soddisfatta la loro sete di sangue appesero i cadaveri dei militari morti fuori dalle finestre con un cappio al collo.
Così alla luce della luna i sette cadaveri stavano li come monito per il futuro.
Dai loro corpi il sangue usciva ancora e gocciolava sul pavimento sottostante.
I tre guerriglieri avrebbero ucciso ancora se non si fossero accorti che alcuni ostaggi erano morti colpiti per errore dai colpi dei soldati durante lo scontro sulla scalinata.
Il numero degli ostaggi scendeva quindi da ventitré ad undici.
Più della metà degli ostaggi erano morti.
Poveri innocenti che in quella guerra non avevano nessuna colpa
Stavano pagando con il sangue crimini mai commessi per mano di uomini determinati a portare a termine le loro idee troppo idealizzate.
Una volta finito il loro sanguinoso rituale si accasciarono tutti e tre per terra e solo allora Gilles si accorse che il pavimento fatto di piastrelle bianche ora era rosso sangue.
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Irish Blood
Narrativa StoricaStoria di un gruppo di giovani guerriglieri irlandesi che decidono di agire secondo i propri ideali. Un racconto fitto di intrighi,spie e segreti ma anche di amore. Amore verso il proprio paese e verso quegli ideali che li portano ad attuare l'impen...