In trappola

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Il tenente Dan Hoksley stava avanzando lungo una strada polverosa sul suo Land Rover.
Nell'auto erano presenti altri tre uomini che,come lui,erano vestiti con una mimetica ed imbracciavano un fucile d'assalto M4.
Sulla spalla portavano il distintivo delle temute forze speciali inglesi SAS.
Per quanto ne sapevano si stavano dirigendo verso una stazione radio che era stata attaccata e conquistata da dei terroristi.
La polizia irlandese ci aveva impiegato un po per agire ma alla fine la stazione era stata circondata ed i guerriglieri si erano barricate dentro all'edificio con una ventina di ostaggi.
Non erano riusciti ad ottenere molte informazioni ma pareva che alcune guardie della security fossero state uccise quindi gli assediati erano armati e , cosa più preoccupante, sapevano sparare.
Non si sapeva se fossero specialisti o dei principianti ma era chiaro che sarebbe stata una situazione difficile da sbrogliare.
Dopo qualche decina di minuti arrivarono davanti ad un grosso edificio a due piani su cui era posta una grossa antenna.
Attorno vi erano varie auto della polizia e molti poliziotti che guardava preoccupantemente verso le finestre dell'edificio.
Il tenente scese dall'auto e, dopo un veloce saluto di convenienza con l'ufficiale di polizia presente,iniziò a perlustrare l'area facendo sempre attenzione a non esporsi troppo.
Egli capi subito che la polizia aveva già tentato di entrare nell'edificio infatti due auto erano state crivellate da proiettili e per terra c'erano varie chiazze di sangue.
Osservando i buchi si accorse che i proiettili erano di armi diverse tra cui una mitragliatrice pesante.
Era evidente che entrare nel edificio non sarebbe stato facile e la presenza degli ostaggi intralciava ulteriormente.
Poco dopo gli si presentò davanti il capo della polizia del paese vicino il quale,con fare arrogante,lo mise al corrente della situazione.
"Lei deve essere il tenente Hoksley " disse il poliziotto " io sono il capo della polizia del paese qui vicino e sono stato incaricato di mettere fine a questo spiacevole incidente"
Il suo tono faceva capire che voleva mettere a tacere la cosa nel modo più veloce e silenzioso possibile come se non lo dovesse venire a sapere nessuno.
Tutto ciò al giovane tenente non piaceva ma non ci bado troppo.
"È in grado di darmi informazioni precise?"Chiese
"Le informazioni non sono molte:dentro all'edificio ci sono una ventina di ostaggi sorvegliati da quattro o cinque guerriglieri.
Essi sono armati e sanno sparare abbastanza bene" disse indicando le auto crivellate dai colpi.
"Sì sa se sono professionisti oppure principianti?"
"È chiaro che non agivano a caso ma secondo un piano predefinito...nonostante ciò non mi sembrano molto esperti."
Il tenente ringrazio il cielo silenziosamente e continuo a fare domande.
"Che armi possiedono?"
"Sicuramente una mitragliatrice pesante ed inoltre possiedono anche alcuni fucile d'assalto"
"Bombe a mano?"
"Non ne abbiamo idea"
"Esplosivo ad alto potenziale?"
"Non ne siamo sicuri"
"Numero di vittime causato?"
"Quattro o cinque agenti della security sono morti più tre poliziotti feriti qui fuori " disse con sconsolazione
"Possibile tentativo di rappresaglia da parte loro?"
"Per ora non ne abbiamo idea"
"È possibile tentare una irruzione?"
"Ci abbiamo già provato ma quei bastardi sparano bene e poi ci potrebbero essere ritorsioni sugli ostaggi " fece notare il capo della polizia.
"Ma voi eravate numericamente superiori " fece notare il tenente
"Sì ma non è servito;appena le prime due macchine hanno provato a superare il cancello sono state investite da una pioggia di proiettili e i miei uomini si sono dovuti ritirare abbandonando pure le auto.
In più abbiamo avuto tre feriti di cui uno in gravi condizioni."ammise il capo della polizia.
"Grazie mille per le informazioni " disse il tenente e poi se ne andò.
Intanto all'interno dell'edificio c'era molta confusione.
Quando i poliziotti avevano cercato di irrompere i guerriglieri avevano aperto il fuoco e li avevano bloccati.
Dopo ciò gli ostaggi erano più irrequieti ed era difficile tenerli calmi.
Fergus aveva fatto il punto della situazione e l'aveva presentato ai compagni.
"Ragazzi è chiaro che qualcosa nel piano non è andato come doveva andare.
Per quanto ne sappiamo le altre squadre sono state annientate o sono in fuga.
Non c'è modo di comunicare con loro quindi ce la dovremo sbrigare da noi.
La situazione è questa :siamo circondati su tutti e quattro i lati ,siamo quasi senza cibo e l'acqua scarseggera entro poco tempo,le munizioni non sono tante ma dovranno bastare, abbiamo venti prigionieri e ci converrà usarli come merce di cambio per la nostra libertà.
Tutto chiaro?" Disse con calma
Owen annui in silenzio e chiuse gli occhi come se cercasse un pensiero da esternare agli amici ma non trovo nulla.
Gilles inizio ad imprecare mentre Emer si apposto vicino alla finestra borbottando a bassa voce.
La situazione era difficile ma non critica infatti finché avevano i prigionieri potevano contrattare con la polizia.
"So che non è bello da dire ma dovremmo considerare l'idea di ritirarsi " disse Owen
"Cosaaa...Sei matto...Non possiamo ritirarci davanti al nemico:è un atto di codardia"disse Fergus mentre Gilles annulla silenziosamente.
"Ma riflettete un po " protestò Owen " Se rimaniamo qui ci saranno due tipi di finali:veniamo tutti uccisi oppure ci catturano e sbattono i prigione per qualche decina d'anni."
"Effettivamente ha ragione Owen:restare qui non sarà di aiuto ne a noi ne all'organizzazione.
Tanto vale togliere il disturbo in silenzio" sottolineo Emer.
"Codardi che non siete altro pensavate che sarebbe stata una passeggiata?"rispose Gilles piuttosto alterato.
"No ma non ho intenzione di sprecare la mia vita per nulla" lo ribeccò Owen.
"Siete solo dei traditori" gli ringhio in faccia Fergus
"Ma Dio Santo apri un po gli occhi...Abbiamo perso!!" gli urlò in faccia il giovane Owen
"Le nostre forze sono in ritirata da tutte le parti;solo noi ci ostiniamo a rimanere qui " fece notare Emer.
"Allora verremo ricordati come i coraggiosi che tennero la loro posizione fino alla fine " disse Fergus con orgoglio
"No!!verremo ricordati come i coglioni che rimasero a farsi massacrare mentre tutti gli altri si mettevano in salvo " ribatte Emer con sicurezza
"Se facessimo come dici tu faremmo una brutta fine per cosa?Una stazione radio?"disse Owen guardando il loro capo con sguardo di sfida
"Verremo considerati da tutti dei codardi senza spina dorsale" disse Fergus sempre più incattivito
"Meglio malvisti che morti no?"disse Owen
"Inoltre di cosa ci dovremmo vergognare?Abbiamo fatto il nostro dovere finché è servito e poi ci siamo salvati...Quando la barca affonda non ha senso affondare con essa" disse Emer un maniera concitata.
A questo punto Fergus non trovò un modo per ribattere.
Dal suo punto di vista la fuga o peggio la resa erano qualcosa di inaccettabile.
In tutto ciò Gilles era stato in silenzio ma poi apri bocca.
"Non possiamo mollare la posizione...Abbiamo fatto un giuramento e i giuramenti si rispettano " fece notare
"Vuoi morire per un giuramento fatto ad un capo che è morto ed una promessa fatta ad una Organizzazione che si sta sgretolando?"insinuò Emer a bassa voce.
"Chissà quanti altri sono scappati senza pensare a cazzate come giuramenti e cose simili " fece notare Owen.
Gilles sbuffò di stizza e lo guardò male
Infatti lui era un soldato e gli ordini si devono eseguire.
"Ma si dovranno eseguire sempre ?"si chiedeva Gilles.
Gli sembrava di essere in un gigantesco incubo.
Il gruppo si era ormai spaccato tra Emer ed Owen e lui ed Fergus.
I primi due proponevano la soluzione più logica mentre i secondi due proponevano la soluzione più estrema.
Le loro discussioni furono fermate da una voce al megafono che intimava loro la resa.

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