Cap.11

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Mi sveglio di colpo,urlando...dannati incubi...non mi ricordo già più cosa stavo sognando,so solo che non riesco a respirare,sento qualcuno stringermi,cercando di tranquillizzarmi...so perfettamente chi è ma ho paura di aprire gli occhi e sbagliarmi.
Li apro comunque,ma sono girata verso un muro bianco,sento il suo profumo farsi spazio tra le mie narici e sento le sue morbide labbra poggiassi ripetutamente sulla mia fronte,non riesco ancora a respirare le sue mani sfregano la mia schiena,niente non riesco a respirare in modo normale,mi culla,mi accarezza ma i suoi movimenti vengono fatti invano,non capisco dove sono l'ultima volta eravamo in treno...questa sembra,sembra casa sua...ma cosa ci facciamo qui?
Alzo il mio viso,voglio vederlo negli occhi,ci guardiamo...
-"A-aiutami"
-"Ascolta,ascolta quello che ti farò sentire."
Accenno un si con la testa,lo vedo mentre si sdraia e mi porta con la mia testa sul suo petto,ascolto il battito del suo cuore nel mentre che lui intona una melodia,dolce,vivace ascolto il suo battito chiudo gli occhi e stringo le mie piccole manine intorno ai suoi fianchi infilano le unghie nella sua carne e lo sento gemere dal dolore,lui però,resiste e mi accarezza la testa mentre io piango ma nel piangere il mio respiro si ristabilisce,si tira su e io sono ancora attaccata a lui,mi prende il viso e mi guarda...
-"Hai visto?
C'è voluto un po' ma ti sei calmata,ascolta finché ci sono io con te non ti succederà più niente non commetterò lo stesso errore un altra volta,non rischierò di perderti di nuovo."
-"Non mi perderai mai chiaro?"
Sta sorridendo ma una lacrima gli riga comunque il viso,la asciugo con il mio pollice,lo prendo per mano e lo porto dalla finestra.
-"Come ci sono arrivata a casa tua?"
-"Mh...ti ho preso in braccio e ho chiamato tua madre,le ho detto di portarci a casa mia,quando siamo arrivati c'erano i miei,mia madre era intenerita e dice che sei bellissima quando dormi."
Ok adesso sono arrossita,sento i miei zigomi andare a fuoco..
-"E sei bella anche quando arrossisci"
-"Dai!"
Lo dice con una risatina e io sprofondo nel imbarazzo totale,ma allo stesso tempo sono contenta del complimento,mi tornano in mente le parole che ha detto più o meno due mesi fa..."sorella" quella maledetta parola ha sempre buttato giù il mio piccolo mondo,ma in un modo o nel altro quando sono con lui il mio mondo viene preso dalle sue stesse mani e viene rincollato pezzo per pezzo proprio come il mio cuore.
-"Che c'è? È vero!"
-"Beh...grazie Thomas."
Gli dò un bacio sulla guancia e,lui sorride così come me,ma la nostra felicità viene interrotta dalla porta di camera sua che sbatte rivelando suo padre alquanto arrabbiato.
-"Thomas,vieni con me,ora!"
Lo vedo andare via con lo sguardo basso, lo seguo con gli occhi e lo vedo entrare in quella porta in legno bianco mentre segue suo padre, la porta si chiude ed io non sento più nulla.
I minuti passano e io sono sdraiata sul letto di Thomas,un urlo di dolore arriva alle mie orecchie e proviene da quella stanza scatto immediatamente in piedi ma mi siedo subito, non voglio alzarmi da qui perché so già che se entrassi in quella stanza,la mia pazienza si esaurirebbe del tutto.
Passano ancora venti minuti e finalmente la porta si apre e un ragazzo con un viso triste e le lacrime agli occhi spunta fuori da essa,subito dietro di lui c'è suo padre,mi alzo e corro da lui.. ci guardiamo per pochi secondi e subito dopo lo abbraccio so che non posso fare altro,sento il suo naso solleticarmi il collo e le sue lacrime scendono piano piano,bagnandomi la spalla,un singhiozzo esce dalle sue labbra facendomi portare immediatamente la mia mano sulla sua nuca accarezzandola,nel mentre c'è suo padre,proprio qui di fianco a noi..lo posso vedere solo io lo guardo negli occhi,con un tono di sfida e di nessuna paura.
Continuo a guardarlo non ho paura ma,non so per quale motivo cerca di staccarmi da suo figlio ma lui mi stringe e io lo guardo,lo guardo con un espressione contenta e orgogliosa,ma si vede benissimo che secondo lui ho pensato che non sarebbe mai riuscito a staccarlo da me troppo presto,infatti,riesce a staccare Thomas dal mio corpo...e lo vedo mentre pensa finalmente di aver cantato vittoria...
-"Vattene!"
-"No,forse non ha ancora capito ma non può tenermi lontana da suo figlio."
Mi spinge ed io cado a terra,mi tiro su e lo guardo,teneva stretto suo figlio,non lo lasciava.
Una volta una donna mi disse:"sarai anche una semplice ragazzina,ma in te c'è un fuco immenso che continua a bruciare,tu con uno sguardo fai più paura di qualunque assassino,tu sei il lupo solitario,che sopravvive a qualsiasi cosa e supera ogni ostacolo,ma è vulnerabile essendo che è senza un branco."Mi sa proprio che quella donna aveva ragione,fisso il padre di Thomas e vedo qualcosa nei suoi occhi che lo costringe ad allentare la presa sul ragazzo,Thomas una volta riuscito a liberarsi mi venne incontro,abbracciandomi nuovamente,il mio mento è sulla sua spalla,ancora una volta guardo suo padre,ho un ghigno dipinto sul viso e mi sa tanto che questa volta a cantare veramente vittoria sono io.
Infatti esso se ne va,lasciando suo figlio tra le mie braccia,che ora mai ha smesso di piangere ma mi stringe comunque.
Non voglio sapere cosa gli abbia detto o fatto suo padre,le ferite sono sparite sia per me che per lui,i giorni sono passati eppure siamo ancora insieme,poche cose ci possono separare ma arrivati a questo punto credo proprio che niente e nessuno lo possa fare,se non la distanza,cosa che non mi spaventa,ebbene sì niente mi spaventa se non me stessa,ho paura di me stessa..ho pura di stare male e sfogarmi in modo brutto forse in un modo esagerato per la mia portata,comunque sia di errori ne ho fatti e li ho pagati tutti.
Se ne farò ancora,pagherò anche quelli,so già che non avrò mai una scusa per quelli,ma non ho paura di farli,ora mai so superarli.
In tutto questo discorso io e Thomas siamo sdraiati sul letto,non abbiamo cenato io non ho fame e credo proprio che nemmeno lui ne abbia,da come si è addormentato tra le mie braccia,io non sto dormendo anzi lo sto guardando,guardo il suo viso e i suoi lineamenti da bambino, sorveglio un po' tutto,sopratutto la porta,non voglio che suo padre entri,anche perché so che ne uscirei ancora una volta io vittoriosa e non voglio umiliarlo davanti a suo figlio..
A poco a poco il buio sta inghiottendo anche me,così prima di cadere nel mondo dei sogni chiudo la porta a chiave,fregandomene dell'uomo che è con sua moglie magari a discutere proprio di me e di suo figlio,Thomas dorme tranquillo e ne sono felice,così faccio proprio come lui appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi.

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