Confine nord della Germania, tre giorni dopo...
Wilhelm accostò di fianco ad una SS.
Non lo conosceva, perciò doveva essere un novellino.
Era un ragazzo piuttosto giovane, forse aveva a malapena sedici anni.«Documenti, prego.» disse non appena Wilhelm ebbe abbassato il finestrino.
I due si squadrarono per qualche secondo e poi, riluttante, Wilhelm gli porse sia il suo documento d'identità che quello di Mila, insieme ai lasciapassare.
Questi li afferrò brutalmente e si allontanò fino alla tenda che era stata montata apposta per il comandante.
Di lì a pochi minuti ne uscirono fuori il soldato e, come aveva previsto Wilhelm, anche il generale Hubermann.A grandi falcate si avvicinarono all'auto e Hubermann fece un cenno verso di loro. «Ma guarda un po' chi c'è! Wilhelm Müller, la balia della figlia del Führer.» ghignò con un'espressione vittoriosa, seguito a ruota dagli altri soldati.
«Hubermann.» salutò Wilhelm senza battere ciglio.
«Ditemi un po', piccioncini, perché dovrei lasciarvi passare?»
Wilhelm strinse la presa al volante e, mentre stava per ribattere, Mila lo precedette. «Abbiamo deciso di trascorrere la luna di miele a nord, non è vero amore mio?» e così dicendo diede un leggero bacio sulla guancia a Wilhelm.
Il ragazzo stette al gioco. «Esattamente. Ora, Hubermann, se non avete altro da aggiungere, desidereremmo proseguire.»
Hubermann digrignò i denti. «No.»
Mila si sentì pervadere da un brivido freddo.
E adesso?
No, non era arrivata fin lì per arrendersi di fronte al primo ostacolo. Nossignore.«E perché mai no? Abbiamo il lasciapassare firmato dal Führer in persona perciò le carte sono in regola. Se non ci farete proseguire, dovrete risponderne direttamente a mio padre!» gli puntò il dito contro con un impeto di rabbia addosso.
I soldati ammutolirono.
Nessuno, men che meno una ragazza, aveva mai osato minacciare un generale della Gestapo.
Hubermann rimase esterrefatto. Come osava?
Era combattuto.
Se avesse dato ascolto al suo istinto, ci avrebbe messo meno di due secondi a estrarre la pistola e far partire due colpi, ma quella ragazzina era pur sempre la figlia del Führer.Impugnò la pistola riposta nel fodero. «Lasciateli passare.» borbottò ai soldati, reprimendo la collera.
Una volta ripartiti, Mila e Wilhelm scoppiarono a ridere.
«Amore mio?» commentò Wilhelm tra una risata e l'altra e Mila scrollò le spalle.
«Non sapevo che altro inventarmi e tu non sei stato di grande aiuto.» gli fece notare.
«L'importante è avercela fatta.»
Proseguirono il viaggio e, a notte fonda, decisero di fermarsi in una locanda.
Contarono quanti soldi avessero con loro ed arrivarono alla conclusione che non potevano permettersi due camere separate. Anche se possedevano denaro a sufficienza, non era il caso di sperperarlo, meglio tenerlo da parte.
La situazione, inutile dirlo, si fece più che imbarazzante.
Una volta entrati andarono dritti al bancone della reception dietro cui vi era una donna di mezza età abbastanza annoiata che, non appena li vide, sbuffò.«Desiderate?»
Wilhelm non accennava ad aprir bocca, così toccò a Mila prendere coraggio e dire: «Una camera per una notte...possibilmente con letti separati.»
La signora dette uno sguardo svogliato al registro e poi sospirò. «Abbiamo solo più disponibile una camera con letto matrimoniale.»
Wilhelm soffocò una risata e Mila distolse lo sguardo biascicando un "va bene".
La signora aprì il registro e sfogliò lentamente le pagine fino a quando non trovò quella corrente, dopodiché girò il quaderno nella loro direzione. «Una firma qui da parte di entrambi.»
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La figlia del Führer
Narrativa Storica[COMPLETATA]. Eva Ilsemann è la primogenita di una comune famiglia ebrea rinchiusa nel ghetto di Varsavia. O meglio, questo è quel che pensa. In realtà lei è nientemeno che Mila Eva Hitler, la figlia dello spietato comandante del Terzo Reich ed Eva...