Destinazione Paradiso

7.3K 180 22
                                    

Buon Week end di ferragosto!
Prima di lasciarvi alla lettura volevo dirvi che la storia è composta da 22 capitoli totali, quindi ci stiamo avvicinando alla fine della storia.

Lyn


Capitolo 18
Destinazione Paradiso

Dopo aver accompagnato anche Lucius in ospedale, Harry aveva scortato Ron al comando degli Auror e poi era tornato al San Mungo per avere notizie di Hermione. Prima di tornare in ospedale però il moro si era premurato di avvertire la moglie e la signora Malfoy della situazione. Era appena tornato in ospedale quando vide Draco uscire dall'area di emergenza dove avevano fatto entrare Hermione. L'uomo aveva l'aria sconvolta ed era scappato via senza dargli nessuna informazione, tanto che Harry aveva pensato che fosse successo il peggio. Quando vide uscire dalla stessa porta anche l'infermiera White decise si chiederle informazioni. «Infermiera White mi scusi, vorrei qualche notizia della signora Granger. Come sta?»
«Auror Potter mi stupisce, sa benissimo che non posso dare informazioni senza autorizzazione.» Rispose professionale la donna.
«Lo so, ma ho visto il signor Malfoy uscire di qui e sembrava sconvolto. È forse successo il peggio?» Chiese preoccupato.
«La signora Granger ha delegato il signor Malfoy a decidere per le sue cure mediche in caso di necessità. Per questo motivo lo abbiamo informato delle sue condizioni e ci siamo consultati con lui per decidere quale fosse la strada migliore da seguire. Posso comunque dirle che stiamo operando nuovamente la signora Granger. Sarà un intervento lungo quindi dovrete portare pazienza.»
Dopo qualche minuto arrivarono in ospedale anche Narcissa con i nipoti, insieme a Theo, Blaise e Daphne. I tre ex Serpeverde avevano affidato i figli a Pansy per non creare troppa confusione in reparto. Ginny invece non era ancora arrivata perché aveva preferito portare i suoi figli a casa dei genitori e voleva approfittarne per comunicare loro personalmente quello che era successo con Ron.
«Signor Potter, sa dove posso trovare Draco? Avete qualche notizia di Hermione?»


Nel frattempo alla Tana la famiglia Weasley, Molly in particolare, faceva molta fatica a comprendere quello che le stava dicendo la figlia.
«Io non ci credo, Ronald non avrebbe mai inferto delle Cruciatus a nessuno, soprattutto ad Hermione.» Aveva sbottato incredula la matriarca.
«Mamma è meglio che cominci a crederci perché questi sono i fatti. Ora io vado in ospedale a vedere come è la situazione. Mi hanno detto che anche Hugo è stato portato lì perché possa essere tenuto in osservazione. Il ragazzo è sotto shock ed ha smesso di parlare. Lavanda vuoi venire anche tu?» Chiese Ginny guardando la cognata.
«Ti raggiungerò più tardi. » Rispose la mora. «Al momento non c'è molto che possa fare per lui.» Aggiunse prima di avviarsi verso la sua camera.
La rossa si rivolse al fratello. «Ma sta bene? Mi sembra ancora più strana del solito oggi.»
«Prima quando Malfoy ed Harry sono venuti a cercare Ron lei ha finalmente confessato quanto poco tenga a Ron ed a Hugo. Ti racconterò meglio più tardi.» Rispose George disgustato dal comportamento della cognata.
«Povero Hugo, sono così dispiaciuta per lui...» Sussurrò soprappensiero la donna.
«Senti Ginny se vuoi lasciare qui i ragazzi baderemo noi due a loro.» Si offrì Fred.
Nonostante le proteste dei suoi figli, che volevano rimanere accanto ai loro amici, Ginny accettò l'offerta dei fratelli. Stava quasi per smaterializzarsi quando la madre la richiamò indietro. « Sai dove hanno portato Ron?»
«L'avranno portato al comando Auror. Perché lo vuoi sapere? Cosa pensi di fare?» Chiese la rossa sospettosa.
«Voglio andare a parlare con lui, mi sembra logico. Ginny, so che in questo momento odi tuo fratello per quello che ha fatto, ma rimane pur sempre mio figlio. Potresti portarci da lui, ti chiediamo solo questo.» Rispose Molly con gli occhi lucidi.
«Si Ginny, potresti accompagnarci al comando per favore?» Chiese anche Arthur.
«D'accordo, vi accompagnerò se è questo che volete. Ma secondo me riceverete solo l'ennesima delusione da lui.»


Draco sostava nella tromba delle scale del San Mungo in preda all'angoscia per la decisione che aveva preso. Quando aveva sentito quali fossero le opzioni per Hermione, e che la decisione sulla strada da seguire sarebbe spettata a lui, aveva avuto un brivido di paura. Lui non era un medimago, era solo un uomo innamorato della sua ex moglie. Era solo un uomo il cui unico desiderio era di poter riabbracciare quella donna, di stringerla di nuovo al petto e non lasciarla andare più. Per qualche secondo prima di decidere, aveva maledetto Hermione per l'enorme responsabilità di cui l'aveva investito. Perché se avesse preso la decisione sbagliata e lei fosse morta o si fosse ridotta in uno stato comatoso, sarebbe stata colpa sua. I suoi figli non avrebbero potuto riabbracciare la loro mamma per colpa sua, lui non avrebbe potuto più accarezzare i suoi capelli, baciare le sue labbra delicate e sentire la sua calda risata, per colpa sua. Dopo qualche istante però Draco aveva capito che la responsabilità di cui l'aveva investito Hermione in realtà era un gesto d'amore. Si era messa completamente nelle sue mani, affidandogli la sua vita. Se si fosse trovato lui al suo posto avrebbe voluto che fosse lei, e nessun altro, a prendere quella decisione. Quel pensiero gli fu d'aiuto per fare la sua scelta. La sua coraggiosa Grifondoro avrebbe rischiato tutto per avere più speranze di vivere. Lei avrebbe scelto di essere operata subito piuttosto che aspettare e rischiare di rimanere invalida o in coma. Per quel motivo Draco aveva scelto di farla operare immediatamente.
In quel momento però la paura di aver preso la decisione sbagliata lo torturava e si era rifugiato su quelle scale per sfuggire a sua madre e ai suoi figli. Sicuramente erano giunti all'ospedale avvisati da Potter e lui non se la sentiva di confessare loro quale decisione aveva preso. L'uomo si sedette su di uno scalino e si prese la testa tra le mani. Per la seconda volta in vita sua aveva gli occhi lucidi e una gran voglia di piangere. La prima volta che aveva provato quella sensazione di impotenza era stata il giorno in cui Hermione l'aveva lasciato.
Troppo preso dai suoi pensieri non sentì la porta aprirsi e dei passi che si avvicinavano. Una mano gli si posò sulla schiena facendo dei movimenti concentrici con la mano per calmarlo. Quando si voltò di scatto, spaventato dal tocco improvviso, Draco vide il volto di sua madre che lo guardava angosciata.
«Madre, come avete fatto a trovarmi?» Chiese incredulo di essere stato scovato così presto.
La donna gli sorrise bonaria. «Il signor Potter mi ha detto della decisione che hai dovuto prendere, e che ti eri volatilizzato subito dopo aver parlato con i medici, quindi ho intuito che avessi cercato un posto tranquillo per restare solo.»
«Se hai pensato che volessi restare solo, perché sei qui?» Disse l'uomo, in imbarazzo per essere visto da qualcuno in uno stato di vulnerabilità.
«Draco, sono tua madre. Fin da ragazzino hai sempre dovuto essere più forte di quello che la tua età anagrafica richiedeva. Non cambierò certo la mia opinione su di te perché ti vedo in un momento simile.» Senza aspettare una risposta la donna strinse il figlio tra le sue braccia, incurante della resistenza che lui faceva e della sua rigidità. Sapeva che per Draco sarebbe stato impossibile lasciar fluire le emozioni che provava, ma sapeva anche che quel contatto era ciò di cui lui aveva più bisogno in quel momento.


Hermione si svegliò disorientata. Nuovamente, come le era successo una settimana prima, la testa le faceva molto male. A fatica riuscì ad alzarsi ed a camminare fino alla finestra.
Su una mensola lì vicino vide poggiata la sua bacchetta. La prese in mano saggiando la consistenza del legno. Era una sensazione straordinaria poterla brandire nuovamente, sentire la magia che potente le scorreva nelle vene attraverso di essa. Con la mente lanciò l'incantesimo "Lumos" e una luce simile ad una lucciola scaturì dalla bacchetta.
La donna si fermò a pensare che quello che stava accadendo era impossibile. La ferita alla testa non le avrebbe mai permesso di muoversi così, senza provare le vertigini e la nausea a cui era abituata, e sicuramente non sarebbe mai riuscita a fare una magia. C'era qualcosa che non andava in tutta quella situazione.
Cominciò a guardarsi intorno e riconobbe di essere di nuovo nella Stanza delle Necessità di Hogwarts. Prima non ci aveva fatto troppo caso perché troppo presa dal l'emozione di riuscire a camminare e a far magie di nuovo. Nel momento in cui formulò quel pensiero il fantasma di Sirius Black le apparve davanti agli occhi.
«Sirius...» La donna lo guardò incredula. «Non riesco a capire. Come mai sono di nuovo qui?»


Dopo essersi sfogato con Narcissa, Draco si ricompose prima di andare dai suoi figli. Loro avevano bisogno di vederlo forte, doveva essere il loro sostegno fino a quando Hermione non si fosse svegliata.
Non appena lo videro Altair e Scorpius si precipitarono verso di lui. «Papà, finalmente sei arrivato. Il signor Potter ci ha detto che avete trovato la mamma e che è stata riportata qui in ospedale. Volevamo venirti a cercare quando non ti abbiamo trovato ma la nonna ci ha detto di rimanere qui.» Disse Altair, tutto d'un fiato.
«Avete fatto bene ad aspettare che tornassi. Ho parlato con il medico della mamma, hanno dovuto operarla nuovamente non appena è arrivata in ospedale.» Rispose Draco cercando di mantenersi calmo.
«Operarla di nuovo?» Domandò Scorpius preoccupato. «Così presto? La mamma si stava ancora riprendendo dall'altro intervento...»
«La situazione era rischiosa ragazzi. Mi hanno detto le opzioni che aveva e ho deciso che la cosa migliore era operarla subito.»
«Tu non sei un medimago. Perché hai deciso tu di farla operare?» Chiese nuovamente il primogenito.
Narcissa stava per intervenire ma Draco gli fece cenno di tacere. «Hai ragione, io non sono un medimago. Tua mamma dopo l'ultima volta che è stata ricoverata ha scritto una lettera in cui delegava a me qualsiasi decisione medica nei suoi confronti in casi simili a questo.»
I ragazzi lo guardarono stupiti e il pozionista continuò. «Anche per me è stata una sorpresa come lo è per voi. Ma vostra madre si è fidata del mio giudizio e ha voluto affidarmi questa importante decisione. L'operazione immediata è rischiosa, ma è anche l'opzione che da più possibilità di ripresa di tutte. Conosco vostra madre da quando avevamo entrambi undici anni e so che se c'è una persona in grado di superare questo intervento quella è lei! Non sottovalutatela perché è la persona più forte che conosco.»
«La mamma è forte.» Ripeté Altair con convinzione. «Hai fatto bene a farla operare subito.» Aggiunse il ragazzo con convinzione, stringendo la mano del padre.
Scorpius gli strinse l'altra mano. «Si, hai fatto bene.» Concordò con il fratello.
In quel momento arrivarono in ospedale anche i signori Weasley con Ginny. I genitori della rossa avevano insistito per essere accompagnati da Ron prima di andare in ospedale e come gli aveva predetto la figlia quell'incontro era stato per loro fonte di grande dolore.


Inizio Flashback
Quando i signori Weasley erano arrivati al comando Ron non era stato ancora interrogato. Per questo motivo i colleghi di Harry non volevano concedergli di vedere l'uomo. Era stato l'intervento di Ginny a consentire un colloquio con il rosso. La donna aveva mandato un Patronus al marito chiedendogli di intervenire in loro favore.
L'ex Grifondoro era seduto nella sala interrogatori con ancora la faccia pesta per via della colluttazione con Draco. Solo in quel momento Molly si rese conto di cosa suo figlio fosse diventato. Aveva lo sguardo perso, quasi annoiato, incurante di tutto quello che gli stava intorno. Arthur lo fissò qualche istante attraverso il vetro di controllo prima di entrare.
«Signori Weasley, vi concediamo un breve colloquio con l'imputato. Devo però informarvi che la conversazione verrà registrata e monitorata dal vetro. Non essendo voi i suoi avvocati non posso garantirvi ne la riservatezza del colloquio ne che quello che vostro figlio dirà non venga usato contro di lui in fase processuale. Volete vederlo lo stesso?» Chiese l'Auror Witch prima di farli entrare.
Molly e Arthur si guardarono negli occhi prima di annuire. Anche se per loro i figli erano sempre stati la cosa più importante non avrebbero mai coperto un'azione come quella compiuta da Ron. In cuor loro speravano che ci fosse una spiegazione per quel gesto così insensato e se c'era erano intenzionati a scoprirla.
Ginny preferì seguire il colloquio da dietro il vetro. I contrasti che aveva avuto con il fratello nelle ultime settimane avrebbero indisposto l'umore dell'uomo e Ginny non voleva che ci fosse nessuna attenuante per le parole che Ron sicuramente avrebbe detto ai suoi genitori. Voleva che finalmente anche loro vedessero che genere di persona fosse diventato il figlio.
L'uomo non fu sorpreso di vedere i suoi genitori. «Bene, se siete qui vuol dire che avete usato l'influenza del grande Auror che vi ritrovate in famiglia.» Disse Ron con sprezzo vedendo come lo guardavano. «Non vi preoccupate, il pericoloso delinquente è ammanettato e non può farvi alcun male.» Aggiunse mostrando le manette magiche che lo legavano al tavolo.
«Ron» Lo chiamò Molly senza parole per il modo in cui si stava mostrando il figlio.
«Figliolo, cosa ti è successo?» Chiese Arthur andando in aiuto della moglie.
Ron rise sguaiatamente. «Cosa mi è successo? Sinceramente non capisco che cosa mi stiate domandando. Ho solo avuto il coraggio di fare quello che andava fatto.» Rispose sfidandoli con lo sguardo a ribattere.
«Coraggio? Osi veramente chiamare coraggio quello che hai fatto?» Domandò incredula Molly.
«Certo. Quella traditrice andava punita... Se almeno avesse mostrato rimorso per i suoi errori. Se si fosse pentita per la scelta di "mischiarsi" con quella feccia di Mangiamorte avrei potuto essere clemente.»
«Quello che hai commesso tu non può definirsi un atto di coraggio. Se anche fosse vero quello che dici, se anche Hermione avesse deciso di sposare il più spietato degli uomini tu non avresti avuto il diritto di accanirti in quel modo su di lei. Sei stato un vigliacco, hai torturato una donna non solo indifesa ma per di più in convalescenza. Draco Malfoy si è dimostrato un uomo migliore di quello che potrai mai essere tu. Se ci fossi stato io al suo posto non so se avrei avuto il coraggio di lasciarti in vita. Il vero Mangiamorte in realtà sei tu.» Esclamò pieno di amarezza Arthur.
A sentire quelle parole Ron si alzò dalla sedia cercando di avventarsi contro il padre. Per fortuna le manette saldamente ancorate al tavolo gli impedirono l'aggressione. «Non ti azzardare mai più a paragonarmi a quella feccia di Malfoy! L'unico motivo per cui non è rinchiuso ad Azkaban è perché ha pagato la sua libertà e quella dei suoi genitori a suon di galeoni.» Rispose quasi ringhiando.
Molly si alzò in piedi schiaffeggiando il figlio. Era delusa di quello che era diventato Ron.
«Per me è una vergogna avere un figlio come te. Non posso credere a quello che hai fatto. Non posso credere che tu ti sia portato dietro Hugo in questa follia. Tu sei inqualificabile.»
«Cercavo solo di insegnargli qualcosa, speravo non facesse i miei stessi errori. Ma anche lui, come tutti del resto, ha preferito dare retta a "lei" piuttosto che seguire suo padre. Mio figlio è stata una delusione per me.» Disse Ron contrariato.
«Benvenuto nel club. Tu per me sei stato la delusione più grande. Spero che la tua faccia non riveda mai più la luce del sole.» Esclamò Arthur prima di prendere per un braccio una sconvolta Molly e trascinarla fuori dalla cella.
Fine Flashback


Tornando alla realtà i signori Weasley si avvicinarono in imbarazzo a Draco e ai ragazzi.
«Signor Malfoy non so dirle il dispiacere che provo per quello che ha fatto mio figlio. So di non avere il diritto di presentarmi qui o di chiederle come sta Hermione ma la prego di credere che noi eravamo completamente allo scuro delle sue intenzioni. La nostra unica colpa è stata quella di aver avuto dei paraocchi.» Disse Molly con gli occhi lucidi.
«Signora Weasley, ho passato gran parte della mia vita ad essere giudicato per le azioni di mio padre. Sono l'ultima persona che potrebbe ritenervi responsabili per le azioni di vostro figlio. Ma se succedesse qualcosa ad Hermione non so sinceramente cosa potrei fare a Ronald se mi capitasse di nuovo tra le mani.»
«Lo capiamo Draco. Sono stato tentato io stesso di commettere qualche sciocchezza quando gli abbiamo parlato poco fa.» Disse Arthur avvicinandosi. «Mio figlio ha perso il lume della ragione. Mi auguro soltanto che non riesca ad uscire mai di prigione.»
Narcissa si avvicinò a Molly mettendo una mano sulla spalla della donna per darle conforto.
«Stanno operando Hermione. La sua ferita interna si è riaperta e i medici non hanno avuto scelta.»
«Vostro nipote è stato ricoverato per essere tenuto in osservazione. Il ragazzo è molto scosso ma sta bene. Gli hanno dato una pozione per farlo riposare tranquillo.» Aggiunse Draco.
«Sarà una lunga notte.» Disse Arthur andando a sedersi nella sala di aspetto con Molly.


Il fantasma le stava per rispondere quando la grifona continuò il suo discorso. «L'ultima volta che ti ho incontrato mi hai detto che il motivo per cui ero imprigionata in questo "posto" era il mio stato d'animo. Quando me lo hai rivelato io sapevo dentro di me che stavi dicendo la verità. Questa volta invece sono sicura che non è questo il problema. Anche se Draco ama un'altra io non posso cancellare quello che provo, e anche se i miei figli non mi vogliono intorno io non posso smettere di amarli, non posso smettere di voler stare loro accanto. Sono sicura di aver ancora qualcosa da dare almeno a loro. Anche se si tratterà di guardarli da lontano crescere e stare in un angolo in attesa di una loro chiamata, io voglio esserci!» Aggiunse con convinzione.
«Hai ragione Hermione. Non è dentro di te che troverai il motivo che ti ha portata di nuovo "qui". Le torture di Ron hanno riaperto la ferita interna che avevi in testa...»
«Quindi il mio tempo è finito. Alla fine hai avuto sempre ragione tu, avrei dovuto sfruttare meglio la possibilità che mi era stata donata. Mi avevi fatto vedere a che destino sarei andata incontro se non avessi modificato il mio comportamento. Per fortuna entrambi i miei figli sono in buone mani.» Sospirò pensando a Draco ed ai ragazzi.
«Ti sbagli un'altra volta amica mia. Tu non sei ancora morta, tuttavia non sei fuori pericolo. In questo momento ti stanno operando un'altra volta, quindi non posso sapere come e quanto lunga sarà la tua vita. Siamo noi stessi a cambiare il nostro destino Hermione. Io non riesco più a vedere il tuo futuro. È tutto cambiato dalla visione che ti avevo mostrato quel Natale, quindi non so se riuscirai o meno a superare quest'operazione e come andranno le cose d'ora in poi, ma una cosa te la vorrei dire ugualmente. Il tuo futuro è come un libro bianco, starà a te riempire quelle pagine di splendidi capitoli. Io sono fiero di te amica mia. Hai dimostrato di aver ritrovato il tuo coraggio quando hai raccontato ai ragazzi una verità che sapevi benissimo sarebbe stata difficile da credere. Hai scelto di separarti da loro piuttosto che dargli un ulteriore dolore e nonostante avessi appena saputo che Draco ti aveva ingannato per avere la custodia di Altair lo hai difeso con Ron. Anche se hai rischiato molto non hai voluto rinnegare le tue convinzioni e i tuoi sentimenti per lui. Una volta mi hai chiesto come mai ti volessi aiutare anche se non siamo parenti. Beh io sono orgoglioso di te e sarei stato fiero di farti da padrino, come ho potuto fare seppur per poco tempo con Harry.
Questa è l'ultima volta che potrò farti visita, almeno fin tanto che sarai in vita. Quindi spero di rivederti il più tardi possibile Hermione Granger. Addio.»
«Grazie per tutto quello che hai fatto per me Sirius, addio.» Rispose Hermione con gli occhi lucidi.
Il fantasma le sorrise cominciando a diventare sempre più trasparente fino a scomparire completamente.
Non appena la donna rimase da sola si sentì improvvisamente spossata e nel giro di pochi istanti si accasciò al suolo priva di conoscenza.


Verso la mezzanotte giunse all'ospedale anche Ross, l'assistente di Draco. Il biondo stava sorseggiando un caffè guardando fuori dalla finestra quando lui arrivò.
«Signor Malfoy, mi scusi se la disturbo.» Disse imbarazzato il ragazzo.
«Ross? Come mai sei qui?»
«Sua madre mi ha avvertito di quello che è accaduto alla sua ex moglie, pregandomi di avvisare la commissione Brevetti di rimandare la presentazione di domattina.» Spiegò sempre più a disagio l'assistente.
«Hai ragione. Mi ero scordato dell'incontro con la commissione di domani.» Rispose Draco ricordando l'appuntamento.
«Ho parlato con il presidente della commissione e lui mi ha detto che comprende benissimo la gravità della situazione. Non appena la signora Granger si sentirà meglio lo contatti pure senza farsi problemi. Provvederà a fissare un nuovo appuntamento subito. Non dovrà attendere altri sei mesi perché la Pozione venga approvata.»
«Ti ringrazio Ross.»
«Signor Malfoy queste sono le mie dimissioni.» Aggiunse il ragazzo porgendogli una lettera. «È stata tutta colpa mia quello che è accaduto oggi. Se non avessi ascoltato la signorina Grey nessuno si sarebbe fatto del male. Sono molto dispiaciuto...»
«Beh certo non ti sei comportato con giudizio Ross. Ma so che il responsabile non sei tu.» Rispose Draco prendendo la lettera e strappandola. «Non accetto le tue dimissioni. Spero comunque che questa storia ti abbia fatto capire quale sia il comportamento corretto da seguire sul posto di lavoro.»
Il ragazzo lo guardò sorpreso. «Vuol dire che nonostante quello che è successo ha ancora fiducia in me?»
«La fiducia va conquistata Ross. Ti do una nuova possibilità, l'ultima. Adesso starà a te dimostrarmi con i fatti chi sei veramente.»


La notte era passata e dalla sala operatoria non era giunta alcuna notizia. Quell'operazione durava da più di otto ore e Draco cominciava ad aver paura che qualcosa fosse andato storto. I suoi figli erano crollati da un paio d'ore sulle scomode panche della sala d'aspetto. L'uomo era rimasto incantato a guardarli dormire. Avevano entrambi l'aria così indifesa, anche Scorpius che si mostrava sempre indifferente come lui gli aveva insegnato, quando dormiva mostrava le sue emozioni. Draco accarezzò la guancia del primogenito con delicatezza.
I suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo del medimago che aveva operato Hermione.
«Signor Malfoy l'operazione è terminata.» Disse avvicinandosi. Poi vedendo che anche i ragazzi si erano svegliati aggiunse. «Se vuole seguirmi la ragguaglierò sulle condizioni della Signora Granger.»
«Papà, non tenerci all'oscuro per favore. » Mormorò Altair posando una mano sul suo braccio.
L'uomo annuì al figlio. «Parli pure in presenza dei miei figli. Hermione ha superato l'operazione?»
Il medimago, seppur titubante, decise di assecondare la richiesta del pozionista. «L'operazione è stata molto difficile e un paio di volte abbiamo corso il rischio di perdere la paziente, ma per adesso sembra che l'eccezionale tempra della sua ex moglie l'abbia tenuta in vita.»
Draco ricominciò a respirare e sentì sciogliere i muscoli che senza volere aveva tenuto in tensione. «La ringrazio infinitamente!» Rispose il biondo stringendo la mano del medico.
«Aspetti a ringraziarmi, la signora Granger non è ancora fuori pericolo. Dobbiamo prima vedere quali saranno le sue condizioni quando si sveglierà. L'operazione è stata così traumatica per il suo fisico già debilitato, abbiamo quindi deciso di tenerla sedata per dare modo alla ferita di rimarginarsi. Per questo motivo per i prossimi sette giorni somministreremo alla paziente una pozione soporifera che la terrà addormentata. Una volta passato questo periodo le toglieremo la pozione e aspetteremo il suo risveglio.» Spiegò l'uomo.
«Pensa che sia proprio necessaria questa procedura?» Chiese il biondo impaziente di riavere Hermione vigile e cosciente tra le sue braccia.
«Temo proprio di si signor Malfoy. Questa terapia l'avrei caldeggiata con qualsiasi paziente ma per la signora Granger penso che sia ancora più essenziale. Abbiamo già avuto modo di vedere l'indole estremamente emotiva della sua ex moglie e per favorire una completa guarigione è essenziale che lei rimanga calma. Capisco che possa sembrare un'infinità di tempo, ma vedrete che una settimana passerà in un baleno.» Rispose il medimago. «Ora vi consiglio di tornare a casa a riposarvi, se dovesse esserci un cambiamento non esiterò a contattarvi.»
«Non ho intenzione di tornare a casa senza Hermione! Fino a quando non si sarà svegliata io non mi muoverò dal suo fianco.»
«Forse non ha capito quello che le ho detto. La sua ex moglie rimarrà incosciente per i prossimi sette giorni. È perfettamente inutile rimanere qui.»
«Non mi interessa se rimarrà incosciente, io non mi allontanerò più dal suo fianco. Abbiamo già buttato via undici anni, non sprecherò nemmeno un attimo d'ora in avanti.» Rispose l'uomo risoluto.


Hermione aprì gli occhi lentamente, cercando di capire dove si trovasse. Per fortuna la stanza era in penombra e la poca luce presente non le ferì gli occhi. La vista era comunque sfocata e la donna dovette sbattere parecchie volte le palpebre prima di riuscire a mettere a fuoco la figura accanto a lei, che la guardava silenziosa. Per qualche istante Hermione fissò incantata quegli occhi grigi come il mare in tempesta, quegli occhi che l'avevano stregata da quando aveva quindici anni, quegli occhi che l'avevano sempre conosciuta nel profondo, gli occhi di Draco. Quando riuscì a staccarsi da quel magnetico sguardo non poté non soffermarsi sul resto del suo viso. L'uomo sembrava stanco e un accenno di barba gli dava un'aria vissuta, come se fosse appena naufragato su di un'isola deserta.
«Finalmente ti sei svegliata principessa.» Disse Draco sorridendole.
La donna cercò di parlare ma sentiva la gola raschiare, probabilmente era rimasta incosciente molto più tempo dell'altra volta. Draco prese un pezzetto di ghiaccio e lo passò delicatamente sulle sue labbra facendo scivolare alcune gocce d'acqua nella gola, dandole sollievo.
«Va meglio?» Domandò poi.
Hermione annuì prima di riprovare a parlare. «Grazie.» Sussurrò.
Poi alzò la mano fino a sfiorare l'accenno di barba e sorrise.
«Lo so, non sono molto presentabile, ma sono stato impegnato negli ultimi giorni. » Mormorò avvicinando la bocca al suo orecchio.
La donna si sforzò di parlare. «No, la barba ti dona. Ti da un'aria da sopravvissuto.» Rispose cercando di non ridere.
«Signorina Granger si sta forse prendendo gioco di me?» Chiese imitando il tono di voce usato da Piton durante le interrogazioni a scuola.
Hermione non trattenne oltre le risa, ma appena cominciò a ridere sentì la pelle della ferita tirare e si bloccò di colpo appoggiando le mani sulla testa, come per trattenerla.
L'uomo diventò subito serio. «Scusami, sono stato uno stupido a farti ridere nelle tue condizioni. Vado subito a chiamare il medimago» Disse alzandosi per uscire dalla stanza.
Lei lo trattenne per un braccio. «Mi è già passato, ti prego non andar via.»
«Ho dato la mia parola all'infermiera White che non appena ti fossi svegliata l'avrei avvertita. Solo grazie a questa promessa sono potuto rimanere qui con te. Non ti preoccupare però non ti libererai più molto facilmente di me. Intanto che ti visitano vado a prendere a casa i ragazzi e poi torniamo subito da te.»
«Ti prego non costringerli a venirmi a trovare. Non voglio che siano forzati più a fare nulla che non vogliono.» Sussurrò lei abbassando lo sguardo.
«Costringerli a venire a trovarti? Ma figurati, nell'ultima settimana abbiamo dovuto costringerli a tornare a casa per dormire. I tuoi figli non aspettano altro che vederti.» Rispose lui in tono sicuro.
«Una settimana? Ma scusa quanto tempo sono stata incosciente?»
«Otto giorni, sei ore e quarantacinque minuti circa. Sai Granger, chissà perché i medici avevano l'assurda convinzione che non appena ti fossi svegliata ti saresti agitata così hanno deciso di far avere al tuo cervello una settimana di ferie per rigenerarsi.» Disse lui prima di lasciarla sola.


La visita medica diede modo alla donna di riflettere sul colloquio avuto con l'ex marito. Era stato fin troppo premuroso nei suoi confronti ed Hermione non ne capiva il motivo. Ormai lei sapeva della farsa che aveva organizzato per ottenere la custodia di Altair, quindi perché Draco le era stato affianco durante il periodo di incoscienza e le aveva detto che non si sarebbe più liberata di lui? Continuava a comportarsi come se fosse ancora innamorato di lei quando ormai Hermione sapeva che non era così. Forse si sentiva in colpa per tutto quello che le era successo. Concluse alla fine non trovando altre spiegazioni possibili.
Il medimago concluse la visita dopo circa un'ora. «Signora Granger la ferita alla testa era molto estesa. Avevo paura che avrebbe riportato delle lesioni molto più gravi con tutte le Cruciatus che ha subito. É stata veramente fortunata, deve avere qualche santo in paradiso.»
«Più che altro ho un fantasma in paradiso.» Mormorò la donna ripensando a quanto Sirius l'aveva aiutata. Poi alzò la voce domandando informazioni sulla sua convalescenza. «Quanto durerà il mio recupero? Pensa che avrò ancora per molto le vertigini?»
«Non posso garantire il suo pieno recupero per ora. Il suo sarà un lungo percorso e dovrà mantenere un atteggiamento positivo se vuole sperare di recuperare pienamente tutte le sue facoltà e le sue abilità magiche.» Rispose francamente l'uomo.
«La ringrazio per la sincerità.» Disse Hermione quando il medico si congedò.
Non appena il medico uscì nella sua stanza entrarono i suoi figli accompagnati da Draco.
«Mamma.» Esclamò Altair con foga correndo fino al letto della donna e finendo tra le sue braccia. «Scusami mamma. Mi dispiace così tanto per come mi sono comportato. Non pensavo veramente alle cose che ti ho detto, non volevo allontanarti.» Le disse tutto d'un fiato.
Hermione accarezzò con dolcezza il capo del figlio. «Abbiamo sbagliato entrambi Altair. Io per prima avrei dovuto dirvi la verità invece che cercare di proteggervi. Ho fatto un gran pasticcio tesoro.»
Scorpius guardava a disagio la scena dal fondo della stanza. Invidiava la capacità che aveva il fratello nel riuscire ad esprimere così naturalmente i suoi sentimenti. Il ragazzo aveva una gran paura che la madre non avrebbe perdonato anche lui con la stessa facilità che aveva usato per il gemello. Sentiva di avere gran parte della responsabilità di quello che le era capitato. Dopotutto era stato lui a istigare il fratello a scappare. Lui si era ferito alla caviglia e questo aveva portato la madre a subire la prima aggressione. Ed infine era stato lui a cacciarla di casa spingendola ad andare dai Potter. Aveva offeso colei che da tutta la vita sperava di conoscere, sicuramente non sarebbe stato perdonato. Lui per primo non riusciva a perdonare se stesso per quello che era accaduto.
Hermione nonostante stesse rassicurando Altair non aveva perso d'occhio Scorpius nemmeno per un istante. Conosceva quello sguardo, il suo primogenito assomigliava tantissimo a come era Draco quando era adolescente. Si era chiuso a riccio perché si riteneva responsabile per tutto quello che era accaduto, e se era tanto simile a suo padre sarebbe stato difficile convincerlo ad aprirsi.
La donna avvicinò le labbra all'orecchio del suo secondogenito. «Tesoro, avrei bisogno di parlare da sola a tuo fratello. Ti spiacerebbe uscire per qualche minuto portando con te tuo padre?» Gli chiese tenendo bassa la voce.
Il ragazzo posò lo sguardo su di lei e sorrise prima di annuire con la testa. Si alzò, raggiunse il padre e prendendolo per un braccio lo trascinò fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
«Altair, perché mi hai trascinato fuori?» Domandò Draco non appena furono soli.
«La mamma mi ha detto che voleva parlare da sola a Scorpius. Mi sembra che abbiano molte cose da dirsi e conoscendo mio fratello non avrebbe aperto bocca se noi fossimo rimasti dentro.» Gli spiegò il ragazzo.
Il pozionista si rilassò a sentire quelle parole e andò ad accomodarsi sulle panche della sala d'aspetto, sarebbe stato sicuramente un discorso lungo.


Scorpius era rimasto immobile, con lo sguardo basso, da quando il fratello e il padre erano usciti. Hermione in quel momento avrebbe tanto voluto stare abbastanza bene da riuscire ad alzarsi per raggiungere il figlio, ma questa purtroppo non era una scelta possibile.
«Scorpius, vorrei tanto avere la forza per venire io da te ma in questo momento non ci riesco. Potresti avvicinarti per favore?»
Il ragazzo si avvicinò al letto guardingo. Era sicuro che la donna gli avrebbe detto che enorme delusione fosse averlo come figlio, si stupì invece per le parole che gli disse la madre.
«Volevo chiederti scusa.» Disse appoggiando una mano sul braccio del ragazzo.
Scorpius la guardò incredulo. «Tu mi stai chiedendo scusa mamma? Perché? Non hai nulla di cui scusarti.» Rispose incredulo.
«Invece si. Anche se non ho avuto scelta undici anni fa, capisco che tu ti possa essere sentito rifiutato. Io ti voglio bene e spero che tu possa passare sopra alle nostre incomprensioni.»
Il ragazzo sopraffatto da tutte le emozioni non riuscì più a trattenersi e cominciò a singhiozzare.
«Scusami mamma, ti sei fatta male per colpa mia, e io come ringraziamento ti ho trattato malissimo e ti ho cacciato di casa.»
Hermione strinse il figlio accarezzandogli dolcemente il capo. «Shh, tranquillo tesoro mio, non è stata colpa tua se sono rimasta ferita. Ho dimenticato tutto quello che mi hai detto, so che non lo pensavi veramente.»
«Stai dicendo che mi perdoni?» Chiese alzando gli occhi lucidi su di lei.
«Non c'è nulla da perdonare. Ascoltami bene, questa non sarà l'ultima volta che litigheremo ma io voglio che tu sappia una cosa. Io non smetterò mai di volerti bene! Non smetterò mai di volerti proteggere e di volerti stare accanto. Mai! Hai capito?»
Scorpius annuì con la testa ed Hermione gli sorrise.
«Ti chiedo solo di promettermi una cosa. Se dovessi avere di nuovo delle incomprensioni con me o con papà non scappare via. Prendici di petto e discutiamone, non voglio rischiare di perderti un'altra volta.»
«Te lo prometto mamma.»
La donna lo tenne stretto a sé fino a quando non fu sicura che si fosse tranquillizzato. «Questo sfogo rimarrà il nostro piccolo segreto. Adesso posso chiederti di chiamare papà? Avrei bisogno di parlargli.»
«Certo, ma tu appena starai meglio tornerai a casa con noi vero?» Chiese Scorpius preoccupato di non poter stare accanto alla madre appena ritrovata.
«Tesoro è complicato. Io e tuo padre non siamo più sposati e lui stava per sposare un'altra donna quindi la cosa più corretta è che io non torni a casa vostra per finire la convalescenza. Non ti preoccupare in ogni caso non ho intenzione di allontanarmi da voi mai più.» Rispose Hermione con sicurezza.
Il ragazzo era tentato di rivelare alla madre tutta la verità sui sentimenti del padre ma poi da brava serpe decise di non avvantaggiare il suo compito. Dopo aver abbracciato nuovamente la madre uscì dalla stanza.
«Mamma vorrebbe parlarti... Ah ti consiglio di sfoderare tutte le tue doti da seduttore e riconquistarla. Non ho intenzione di vivere nuovamente lontano da lei. Ci siamo capiti?» Chiese con aria minacciosa.


Quando Draco entrò nella stanza era sempre più determinato a non lasciarsi sfuggire l'occasione per riavere la donna che amava da quando aveva quindici anni.
«Posso sapere cosa vi siete detti tu e Scorpius? Quando è uscito era molto più tranquillo di come l'ho visto in questi giorni.» Chiese l'uomo avvicinandosi al letto.
«Ci siamo solo chiariti. Sai assomiglia molto caratterialmente a come eri tu da adolescente...»
«Hai ragione, nel bene o nel male ha preso molto da me. Per fortuna ci sei tu che sai come prenderlo. Sei sempre stata l'unica che sapeva come farmi aprire, come abbattere tutte le mie corazze, ed è evidente che ci sei riuscita anche con Scorpius.» Le disse guardandola intensamente.
Hermione arrossì vistosamente sentendo quelle parole. «Non ho fatto niente di particolare, ho solo cercato di mettermi nei suoi panni, come facevo con te quando ci frequentavamo di nascosto a scuola...» Rispose distogliendo lo sguardo.
«La verità è che tu sai leggere nel profondo del suo animo.» Sussurrò prendendole il viso con la mano e costringendola a guardarlo. «E del mio...» Aggiunse intrappolandola con il suo sguardo.
«Draco, cosa stai facendo?» Chiese balbettando la donna.
«Mi sembra evidente mezzosangue.» Rispose sicuro di sé sfoderando il ghigno che l'aveva reso famoso ai tempi della scuola.
Hermione invece decise di ignorare le allusioni dell'ex marito e cambiare argomento. «Tuo padre come sta?»
Il biondo si irrigidì immediatamente quando sentì nominare il genitore. «È vivo. A quanto pare ci vuole più di qualche maledizione senza perdono per annientare il braccio destro di Voldemort.» Sibilò duro. «L'hanno tenuto un giorno in ospedale in osservazione ma adesso è stato arrestato ed è trattenuto al comando degli Auror.
Sinceramente non riesco a capire il motivo per cui mi hai chiesto di lui. Dopotutto quello che ci ha fatto perché ti interessa la sua salute?» Domandò incredulo.
«Hai ragione, undici anni fa tuo padre ha rovinato la nostra esistenza ed io non riuscirò mai a dimenticare quello che ha fatto. Devo essere sincera però, se non fosse arrivato lui nella Camera dei Segreti io non penso che sarei ancora viva in questo momento. Sebbene ancora adesso non riesca a capire quale sia stata la motivazione che l'ha spinto a venire in mio soccorso, lui mi ha salvato la vita.» Gli disse sinceramente.
«Hai ragione dovrei essere grato a Lucius per essere venuto in tuo soccorso. Per me però è difficile dimenticare tutta la sofferenza che ha causato con il suo comportamento.»
«Lo capisco. Nemmeno io dimenticherò mai quello che ha fatto ma non voglio nessuna vita sulla coscienza quindi sono contenta che se la sia cavata con solo qualche graffio.»
«In ogni caso Shacklebolt e Potter vorrebbero parlarti quando ti sentirai meglio in modo che tu possa confermare sia la confessione di Lucius che la dinamica dell'aggressione di Ron.»
Hermione rabbrividì al pensiero di subire un altro interrogatorio dal Ministro e la cosa non sfuggì al biondo. «Non ti preoccupare sarà un colloquio molto diverso dall'ultima volta. Nei giorni che sei stata incosciente Shacklebolt è passato a trovarti e ha chiesto scusa sia per come si è comportato con te sia per come ha trattato me. Mi ha anche detto che è disposto a dimettersi se noi ritenessimo opportuno che lui lo faccia. Comunque, se tu vorrai, sarò presente durante tutto il colloquio e non permetterò a nessuno di farti del male.»
«Che cosa ti impensierisce?» Aggiunse Draco vedendo che la donna era molto pensierosa.
«Pensavo a Hugo, il figlio di Ron. L'ho convinto ad andare a cercare aiuto facendogli credere che ci sarebbe stata comprensione per suo padre e adesso mi sembra di averlo ingannato.» Rispose Hermione.
«Capisco quello che senti ma non ti devi sentire responsabile del fatto che Weasley finirà in prigione. Nemmeno dopo l'arresto ha mostrato il minimo pentimento per le sue azioni. So che ti fa male sentirtelo dire ma lui non merita ne il tuo dispiacere ne la tua pietà. Dammi retta Hugo crescerà sicuramente meglio senza i suoi genitori.»
«Perché hai detto che dovrà crescere senza entrambi i genitori? Che fine ha fatto la Brown?» Chiese la donna.
«La sera che siete stati tratti in salvo la moglie di Weasley è scappata. Ha lasciato un biglietto in cui diceva che non sopportava l'umiliazione che le aveva inflitto suo marito e che Hugo assomiglia troppo suo padre per volerlo portare via con sé.»
«Povero piccolo.» Mormorò Hermione portandosi una mano alla bocca. «E adesso cosa gli succederà?»
«I signori Weasley non hanno ancora preso una decisione. Vorrebbero crescerlo loro ma Bill, uno dei figli maggiori, si è offerto di occuparsi della sua educazione. Le sue figlie frequentano Beauxbatons e pensa che per Hugo potrebbe essere positivo un ambiente nuovo. Infine c'è Harry, che essendo il padrino del ragazzo vorrebbe essere lui a occuparsi di Hugo.»
Hermione rimase qualche secondo interdetta sentendo l'ex marito chiamare per nome una persona che aveva sempre detestato. «Harry?» Ripeté con tono interrogativo.
«Si Potter, il "Salvatore del Mondo Magico". Soffri forse di amnesia selettiva?» Domandò perplesso.
«Mi sono solo stupita che tu abbia chiamato Harry per nome. Siete diventati forse amici intanto che ero incosciente?»
L'uomo sgranò gli occhi inorridito. «Io amico dello "Sfregiato"? Non dire stupidaggini. Intanto che eri priva di conoscenza abbiamo solo avuto modo di approfondire la conoscenza ma non lo definirei mai un amico.» Rispose Draco mettendosi sulla difensiva.
«Beh spero che Hugo riesca a riprendersi completamente.» Sussurrò preoccupata per il ragazzo. «In ogni caso sono contenta che la situazione con Kingsley si sia chiarita, prima di vedere lui ed Harry però c'è una cosa che vorrei chiedere. Sarebbe possibile avere un colloquio con tuo padre? Vorrei cercare di capire per quale motivo sia venuto in mio soccorso a Hogwarts e perché abbia confessato quello che ha fatto undici anni fa. Non mi sembra un comportamento da Lucius...
Logicamente vorrei che fossi presente anche tu al nostro colloquio, penso che sia giusto che non ci siano altri segreti fra di noi.» Aggiunse la donna tornando a guardarlo negli occhi.
«Se è questo quello che vuoi, vedrò cosa posso fare.»
«Ti ringrazio Draco. Non solo per la richiesta che ti ho appena fatto, ma anche per essermi rimasto vicino quando ero incosciente. Nonostante tu ti sia rifatto una vita dopo la nostra separazione non hai esitato a starmi accanto. Forse ti sei sentito costretto a causa della lettera in cui ti delegavo a prendere le decisioni sulla mia salute. In ogni caso sei stato molto premuroso nei miei confronti...»
«Hermione io non l'ho fatto per essere gentile...» Sbottò irritato il biondo.
«Per favore quello che devo dirti è molto difficile per me, quindi lasciami finire di parlare.
Undici anni fa quando sono andata via una delle motivazioni che mi ha spinto a non dirti la verità era che Lucius mi aveva fatto credere che anche tua madre fosse implicata nelle minacce che lui mi aveva rivolto.
Quando però sono tornata ho scoperto che in realtà Narcissa era all'oscuro di tutto e sono stata tentata di rivelarti quello che mi aveva spinto ad andare via. Se non ti ho detto nulla è stato solo perché non volevo tu ti sentissi in obbligo nei miei confronti. Avevo paura che anche se ti stavi per sposare con un'altra donna tu ti sentissi responsabile di quello che era successo. Come non volevo la tua pietà allora non la voglio nemmeno adesso, quindi ti prego di tornare dalla tua fidanzata e ringraziarla da parte mia per tutta la pazienza che ha avuto in questi giorni.» Nonostante sapesse dentro di sé che stava facendo la cosa giusta a lasciarlo libero, la donna in quel momento sentì il suo cuore spezzarsi in mille pezzi.
«Ora che hai finito di parlare posso dire qualcosa anche io?» Chiese Draco spazientito.
La donna annuì troppo sconvolta per riuscire a dire una parola.
«Come ti stavo dicendo prima io non ti sono stato accanto quando eri incosciente perché volevo essere premuroso. Non è perché mi senta in obbligo con te che ho voluto esserti vicino. Tu e i nostri figli, siete le persone più importanti della mia vita. Undici anni fa credevo di averti perso e nelle ultime settimane ho rischiato di ripetere l'esperienza per ben due volte. Per questo motivo non ho voluto lasciarti sola nemmeno un minuto.» Esclamò il biondo con foga.
«Io non riesco a capire, so che tu e la signorina Grey non vi siete mai lasciati. L'ho visto con i miei occhi che state ancora insieme. Perché quindi tu cerchi di farmi credere di essere ancora innamorato di me?» Gli chiese turbata.
«Mi spiace ma ti sbagli. Ho lasciato Elisabeth il giorno che i ragazzi sono scappati, prima di uscire con te per andare a cercarli! E il motivo per cui l'ho lasciata sei tu. Quando ti ho rivisto ho capito che non sarei mai riuscito ad innamorarmi di un'altra donna che non fossi tu.
Ma c'è un altra cosa che ti devo confessare. Ho scoperto quello che ci ha fatto mio padre la sera che sei tornata. Ho sentito i miei che discutevano e li ho costretti a dirmi la verità.» Gli rivelò il biondo.
Hermione lo guardò incredula. «Perché non me lo hai mai detto?»
Draco abbassò lo sguardo, si sentiva colpevole per come erano andate le cose. «La verità è che ero infuriato perché non avevi avuto fiducia in me, nel nostro rapporto. Così ho deciso, da bravo Serpeverde, che ti avrei "convinto" ad ammettere il ricatto di mio padre. Volevo prendermi questa piccola rivincita prima di confessarti i miei sentimenti. So di aver sbagliato, ma anche tu hai commesso degli errori. Non avresti dovuto mentirmi e fuggire via. Hai detto che sei andata via senza rivelarmi nulla perché pensavi che fosse coinvolta anche mia madre nel ricatto.»
«Si, sapevo che scoprire che tua madre aveva minacciato di uccidere tuo figlio ti avrebbe distrutto. Così ho preferito cedere al ricatto e andarmene.»
«Così hai preferito lasciare tuo figlio in mano a due ex Mangiamorte che avevano minacciato di far del male all'altro tuo figlio?» Chiese l'uomo perplesso alzando un sopracciglio.
«Beh ma Lucius mi aveva giurato che Scorpius sarebbe stato al sicuro.» Rispose titubante.
«E la parola di mio padre è quanto di più sicuro ci possa essere al mondo...» Commentò il biondo sarcasticamente.
"Colpita e affondata" Pensò la donna rimanendo in silenzio qualche istante. «Hai ragione, tuo padre non è la persona più affidabile del mondo. Io però avevo fiducia che tu avresti pensato a nostro figlio anche per me.»
«Hermione guardami.» Disse Draco prendendola delicatamente per le spalle. «Sto solo cercando di farti capire come mi son sentito quando ho saputo quello che era successo. Mi dispiace di aver taciuto quando ho scoperto la verità, ma ti posso assicurare che non ti ho ingannata quando ti ho detto di aver lasciato Elisabeth. Il video che hai visto era un inganno organizzato da Daphne per allontanarti da me. Se non fossi stato bloccato non avrei mai permesso ad un'altra donna di baciarmi. Abbiamo perso così tanto tempo amore mio. Io non voglio stare lontano da te mai più!» Aggiunse accarezzandole il viso dolcemente.
Le emozioni che avevano suscitato quelle parole erano state così intense che la donna non riuscì a trattenere oltre le lacrime. «Abbiamo perso così tanto tempo e adesso è troppo tardi.» Sussurrò tra i singhiozzi.
Draco la strinse a sé cercando di calmarla. «Non è troppo tardi Hermione!»
«Il medimago mi ha detto che non è sicuro che io possa recuperare appieno le mie facoltà e i miei poteri magici. In queste condizioni non penso che sarebbe giusto legarmi a te.» Gli spiegò la donna.
Il biondo alzò gli occhi al cielo. «Capisco che tu sia stata una Grifondoro ma questo tuo essere così ottusa giuro che mi fa arrabbiare. Innanzitutto il medico ti ha detto che non può garantirti il tuo pieno recupero non che questo sicuramente non avverrà. In ogni caso se anche tu non riuscissi più a fare nessun incantesimo o se non recuperassi appieno le tue facoltà per me non cambierebbe nulla. Tu sei e rimarrai sempre la donna che amo, la donna con cui voglio passare il resto della mia vita. Sono sicuro comunque che tu tornerai presto ad essere la strega più brillante dell'ultimo secolo. Quindi se hai finito di trovare scuse per evitare di tornare con me ora vorrei baciarti.» Aggiunse avvicinandosi alla sua bocca.
Lei mise una mano sul petto per bloccare la sua avanzata. «Ma io...»
«Nessun "ma" Hermione. L'unico modo che hai per impedirmi di starti vicino è guardarmi negli occhi e giurarmi di non essere più innamorata di me. Solo in questo caso ti libererai del sottoscritto.» Disse con aria di sfida il biondo.
La donna alzò lo sguardo su di lui e dopo qualche istante di silenzio rispose: «Io... Non posso dirti questo, perché sarebbe una bugia troppo grande. Tu sei l'unico uomo che io abbia mai amato.»
Draco stava per esultare quando la donna continuò. «Ma ho una condizione se vuoi che torniamo a vivere insieme.»
«Sentiamo. Quale sarebbe questa condizione?» Chiese l'uomo interessato.
«Tornerò a vivere con te e con i ragazzi, perché voi siete le persone più importanti della mia vita. Ma non ho intenzione di risposarti... Accetterò di diventare nuovamente tua moglie solo se riuscirò a riacquistare tutte le mie facoltà motorie e magiche.»
«Non riesco a capire perché vuoi mettere questa condizione.»
«Per due motivi. La mia condizione di salute sarà molto pesante da affrontare e voglio che tu possa essere libero in qualsiasi momento di allontanarti da me se la situazione fosse troppo per te. Oltre a questo penso che avere questo genere di incentivo possa spronarmi a impegnarmi al massimo per guarire completamente.» Spiegò la donna.
Draco rifletté sulle parole della ex moglie per qualche minuto prima di annuire. «Immagino che con una testarda come te sarebbe inutile cercare di farti cambiare idea, quindi accetto. Come ti ho già detto prima sono sicuro che guarirai completamente e questo patto spronerà anche me ad aiutarti a velocizzare i tuoi tempi di recupero. Adesso però dobbiamo suggellare il nostro accordo.» Così dicendo prese il viso della donna tra le mani e la baciò con passione. Presi da quel intenso sentimento i loro corpi e le loro anime sembrarono fondersi in una sola entità.
Quell'attimo di puro paradiso venne interrotto dall'arrivo dell'infermiera White e dei gemelli. I ragazzi avevano cercato di tenere lontana l'infermiera in modo da dare al padre tempo per sedurre la loro mamma ma alla fine la burbera infermiera li aveva minacciati di bloccarli con un "Petrificus Totalus" se non si fossero scansati.
Quando la donna vide cosa aveva interrotto si schiarì la voce e disse: «Signor Malfoy quando le avevo chiesto di non far agitare la signora Granger non intendevo solo di non farla arrabbiare o preoccupare, una tale dimostrazione d'affetto potrebbe far venire un attacco di cuore a un cardiopatico.»
Hermione cambiò colore abbassando gli occhi imbarazzata, mentre Draco sfoderò il suo ghigno made in Malfoy e rispose: «Per fortuna questo non è il caso della mia donna.»
La donna si mise a ridere e uscì dalla stanza. «Torno più tardi, mi auguro solo che abbiate la decenza di aspettare qualche giorno ed un luogo più consono per approfondire il "discorso" che ho appena interrotto.»




Bene eccoci arrivati al capitolo 18, "Destinazione paradiso". Il titolo richiama l'incontro tra Draco ed Hermione che finalmente si sono chiariti totalmente riuscendo a ritrovarsi (hanno ritrovato così il loro paradiso). Oltre a questo il titolo voleva essere ingannevole per lasciare un po' di suspance su come sarebbe andata l'operazione della donna.
Spero che il modo in cui si sono chiariti i nostri piccioncini possa trovare la vostra approvazione. In effetti il loro dialogo è molto lungo ma secondo me tutte le cose che si son detti erano importanti ed era importante che non ci fossero più ombre su di loro o sui sentimenti che provano l'uno per l'altra.
Un altro dialogo che ho ritenuto fondamentale nella storia è il chiarimento tra Scorpius ed Hermione. In tutta la storia il comportamento del ragazzo è stato contraddittorio nei confronti della madre. Finalmente si riesce a capire quali siano state le motivazioni che hanno spinto il ragazzo a comportarsi così con Hermione. Infatti oltre al fatto di sentirsi rifiutato dalla madre Scorpius si sentiva anche in colpa per tutto quello che le era capitato. Questo senso di colpa l'ha portato a chiudersi in se stesso, convincendosi che la madre non l'avrebbe mai potuto perdonare per quello che era successo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate. Tengo molto ad avere la vostra opinione.
a presto
Lyn


Double Scorpius - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora