Il Processo

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Sorpresa! Visto che siamo arrivati a 150 stelline vi regalo l'aggiornamento in anticipo di due giorni. E poi non dite che non sono buona...

Eccoci arrivati al processo del rosso e di Lucius, chissà cosa succederà...
Lyn




Capitolo 20
Il Processo


«Se non parlerai con le buone, lo farai con le cattive... Crucio»
Hermione si contorse urlando di dolore. Tutto il corpo sembrava attraversato dalla corrente elettrica ed era come se qualcuno stesse conficcando una lama nella sua testa.



La donna, con la fronte imperlata di sudore, aprì gli occhi sedendosi sul materasso. Copiose lacrime sgorgavano inondandole il viso e il suo corpo era scosso dai tremiti.
«Shh, tranquilla Hermione. Era solo un incubo, nessuno ti farà più del male. Ora sei al sicuro.» Sussurrò Draco, stringendola tra le braccia.
Quasi tutte le notti da quando si era risvegliata in ospedale la donna aveva rivissuto le torture subite sotto forma di orribili incubi.
Il biondo aveva appena finito di asciugarle le lacrime dagli occhi, quando sentirono bussare alla porta. Era mattino molto presto e non si aspettavano che qualcuno si fosse già alzato.
Da dietro la porta si udì la voce di Scorpius parlare a bassa voce: «Mamma, sono io posso entrare?»
Hermione impallidì leggermente sentendo la voce del figlio. «Un attimo tesoro.» Disse a voce alta. «Presto, nasconditi in bagno.» Aggiunse poi con tono più basso.
«Non essere ridicola, non penso si possa scandalizzare se mi trova qui.» Rispose Draco sorridendo.
«Ho promesso a tua madre che saremmo stati discreti. Per favore chiuditi in bagno.»
L'uomo si alzò dal letto infastidito, dirigendosi verso il bagno, quella situazione stava diventando veramente ridicola.
Scorpius si avvicinò al letto sedendosi al posto dove fino a qualche minuto prima era seduto il padre. «Ti ho sentito urlare... Stai bene?» Chiese preoccupato il ragazzo.
Hermione accarezzò dolcemente il capo del figlio. «Si sto bene tesoro, ho solo fatto un brutto sogno... E tu perché sei già in piedi?»
«Avevo sete e sono andato in cucina a prendere un bicchiere di limonata.» Rispose il ragazzo.
«Non dovresti rimanere qui sola, la nonna sbaglia.» Aggiunse il ragazzo pensieroso.
«Non ti preoccupare, papà ha potenziato le difese della casa, sono al sicuro.» Cercò di tranquillizzarlo Hermione.
«Lo so che la casa è sicura, ma tu sei ancora convalescente e se non dovessi sentirti bene chi ti sentirebbe visto che sei dalla parte opposta rispetto alle nostre stanze. E poi sia io che Altair sappiamo benissimo che papà sgattaiola nella tua camera tutte le sere, dopo che siamo andati a letto.» Aggiunse esibendo un ghigno simile a quello che Draco usava ai tempi di Hogwarts.
«Scorpius, papà rispetta il volere della nonna.» Disse Hermione cercando di essere convincente.
Il ragazzo scoppiò a ridere. «Mamma, guarda che non abbiamo due anni. Sappiamo esattamente cosa succede in questa camera tutte le notti.»
«Queste sono cose che non dovresti conoscere nemmeno in teoria... E che spero tu non le metta in pratica almeno per i prossimi otto, dieci anni» Rispose la donna arrossendo vistosamente.
«Penso che se seguissi il tuo consiglio papà, prima farebbe un test di paternità e poi mi manderebbe da un Magipsichiatra.» Rispose Scorpius ricominciando a ridere.
Draco, chiuso in bagno, aveva ascoltato tutto il discorso e non riuscì a trattenere le risa.
Il figlio, sentendo il rumore si alzò e andò a controllare prima che Hermione potesse bloccarlo.
«Anche tuo padre mi aveva sentito urlare ed era venuto a vedere come stavo.» Disse la donna quando Scorpius scoprì Draco in boxer e senza maglietta chiuso nel bagno.
«Mamma, papà ha ragione quando dice che sei una pessima bugiarda. Come pretendi che possa credere che lui è venuto qui in boxer per vedere come stavi!»
«In ogni caso questo episodio rimarrà fra noi.» Esclamò perentorio Draco tornando in camera da letto.
Il ragazzo parve pensarci qualche istante. «Vediamo... Non lo so, voi cosa mi date per mantenere il silenzio con nonna?» Chiese sfoderando un'espressione angelica.
«Se avevamo dubbi che fosse tuo figlio.» Commentò sarcastica Hermione. «Sentiamo, cosa vorresti?» Chiese poi.
Draco stava per minacciare il figlio che avrebbe passato l'adolescenza in clausura quando la richiesta del ragazzo lo lasciò senza parole. «Vorrei che vi sposaste subito.» Disse Scorpius. «Come ho detto prima non siamo dei bambini e abbiamo capito cosa succede qui quando noi andiamo a dormire. Oltre a questo vediamo cosa provate l'uno per l'altra, ci sembra stupido che perdiate altro tempo.»
La donna gli sorrise con dolcezza. «Lo sai che finché non mi sarò ripresa completamente non accetterò di risposare papà. Ma ti ringrazio per il bel pensiero.»
«Va bene, allora io e Altair convinceremo la nonna a farvi dormire insieme. Non voglio che tu stia qui sola, soprattutto visto che soffri di incubi.» Rispose il ragazzo usando un tono di voce determinato, molto simile a quello usato da Draco quando non avrebbe accettato un no come risposta.
«Visto che hai chi veglia su di te.» Aggiunse ammiccando verso il padre. «Torno in camera mia, ci vediamo più tardi.»
«Scorpius.» Lo richiamò il padre. «Parlerò io con la nonna, sono sicuro che riuscirò a convincerla.» Gli disse prima di salutarlo.
«D'accordo, come vuoi tu. A più tardi.»



Draco quel giorno rientrò al Manor nel primo pomeriggio. Nonostante avesse preso un periodo di aspettativa dal Ministero per potersi prendere cura di Hermione, quel giorno aveva presentato alla commissione di controllo la pozione su cui aveva tanto lavorato in quei mesi, per sottoporla ad approvazione. In realtà avrebbe dovuto presentare il suo lavoro alcune settimane prima, ma proprio la notte precedente alla presentazione, Hermione era stata rapita e il presidente della commissione gli aveva concesso un rinvio per poter stare vicino alla donna. L'uomo era particolarmente soddisfatto di se stesso perché la pozione aveva passato l'esame della commissione e dall'autunno successivo sarebbe stata impiegata sia negli ospedali che nelle scuole per le affezioni delle vie respiratorie.
Entrando in casa l'uomo vide il suo secondogenito seduto in sala da pranzo con un libro aperto davanti. «Ciao Altair, come mai qui tutto solo? Dove è Scorpius?» Chiese il biondo avvicinandosi.
«É in camera degli ospiti con la mamma. La guarda intanto che si esercita con la bacchetta.»
«E come mai non sei con loro?» Domandò stupito l'uomo.
«Beh, ho voluto lasciarli un po' da soli. Scorpius ha vissuto undici anni lontano dalla mamma e so cosa può aver provato a crescere senza di lei. Mi sembra giusto che passino del tempo da soli.»
Draco si sentì profondamente in colpa. Con tutto quello che era successo a Hermione non aveva dedicato molto tempo ad Altair. Lui, con generosità aveva lasciato al fratello lo spazio per conoscere la madre. In questo Altair era molto simile ad Hermione. «Beh, visto che la mamma è in buone mani che ne dici di passare anche noi del tempo insieme?» Chiese sperando di non essere rifiutato. «Che fai di bello?».
«Stavo dando un'occhiata al libro di pozioni dello scorso anno.»
«E come mai campione?» Domandò sedendosi accanto a lui.
«Beh a Beauxbatons ero bravo in Pozioni, ma quest'anno a Hogwarts ho avuto qualche difficoltà all'inizio.» Confessò il ragazzo in imbarazzo.
«Racconta.» Lo incitò Draco, desideroso di conoscere ogni aspetto della vita di suo figlio.
«Beh, diciamo che la T che ho preso a febbraio mi ha rovinato. Anche se per quel voto devo ringraziare Scorpius. Sai quando ha ridotto la mia camera in un porcile per farmi saltare la festa con i campioni di Quidditch si è rovinato anche un compito che dovevo consegnare a Piton il giorno seguente.»
«La famosa festa in cui Scorpius ti ha preso a botte?» Chiese l'uomo interessato ad approfondire quello che era successo a Hogwarts.
«Si, come ti ho detto quel sabato Scorpius mi prese a botte perché io avevo creato una pozione con il duplice effetto di far venire molto caldo alla vittima e di riempire il suo corpo di pustole, e gli avevo fatto evanescere i pantaloni davanti a tutta la scuola.»
«Beh, non mi sembra che tu sia poi così male come pozionista.»
«Forse ė vero ma quella T mi ha rovinato la media. Poi è stata dura rialzarla, anche perché io e Scorpius eravamo presi ad imparare il più possibile l'uno dell'altro, e poi c'erano gli allenamenti per le partite di Quidditch. Scorpius comunque mi ha aiutato molto e son riuscito ad avere una O, ma sono dispiaciuto di non essere riuscito ad avere una E come avevo in Francia.» Disse a bassa voce il ragazzo.
«In effetti non ho ancora visto la tua pagella. Deve essere arrivata a casa di mamma a Parigi. Comunque penso che O sia un gran bel voto e sono sicuro che l'anno prossimo riuscirai a rialzare la tua media fino alla E. Sai conosco molto bene il professor Piton, è stato il mio padrino e il mio insegnante di Pozioni per molti anni a Hogwarts. So che è un insegnante molto severo, ma ti assicuro che è un professore davvero insuperabile.» Rispose chiudendo il libro di pozioni.
«Coraggio è estate, avrai tutto il tempo quest'autunno per studiare. Che ne dici di fare un giro insieme con la scopa? Così ci rilassiamo un po'.»
«Solo io e te o chiamiamo anche Scorpius?» Chiese eccitato dalla proposta.
«Per una volta potremmo andare solo noi due.»
Il ragazzo corse di sopra e domandò al gemello la sua scopa per il Quidditch.



Una volta fra le nuvole Draco vide Altair illuminarsi in viso. Forse anche per lui il volo era un momento liberatorio. Quando furono ad alta quota l'uomo fece qualche domanda al figlio. «Immagino non sia stato facile ne divertente imparare a tirare di scherma.» Chiese ripensando a come si erano preparati i suoi figli per riuscire ad entrare nei panni l'uno dell'altro.
«É stato molto difficile imparare a tirare di scherma, e visti gli scarsi risultati non devo essere molto portato.» Disse Altair ricordando la pessima figura fatta la prima sera che era arrivato a Londra. «Però mi sono divertito a imparare a combattere, la scherma non mi dispiace affatto.»
«Beh, per aver imparato in poco più di due mesi non te la cavi affatto male. La scherma è una tradizione di famiglia. L'unica tradizione che ho voluto portare avanti quando siete nati voi.» Gli confidò l'uomo. «Sai, quando ero piccolo io e mio padre non avevamo un buon rapporto. Per un certo periodo, fino a quando non decisi di diventare una spia, l'unico momento che ricordo con gioia è stato quando lui mi ha insegnato la scherma. Per questo motivo ho voluto insegnarlo a Scorpius, e per lo stesso motivo mi piacerebbe insegnarlo anche a te. Logicamente se ti fa piacere imparare.» Propose Draco.
«Mi piacerebbe tanto imparare papà.» Rispose Altair emozionato.
«Beh, quando sei a casa quali sono i tuoi passatempi? Oltre a volare sulla scopa intendo.» Chiese il pozionista, avido di curiosità nei confronti di quel figlio così poco conosciuto.
«Sulla scopa posso volare solo a scuola veramente. Sai la mamma non me ne ha mai comprata una. Penso che oltre al costo elevato della scopa, il problema fosse che la mamma ha paura di volare e quindi avrebbe preferito che io non mi appassionassi ad un gioco in cui si usa una scopa.» Disse il ragazzo. «Fin da piccolo mamma mi ha mandato a lezioni di pianoforte, d'estate prendo lezioni.»
Draco sorrise, Hermione aveva voluto che suo figlio imparasse a suonare il pianoforte. Lo stesso strumento che sua madre aveva voluto che imparasse a suonare fin da quando era piccolo e che dopo la fuga di Hermione non aveva più voluto toccare, gli ricordava troppo lei. «Vieni, vorrei mostrarti una cosa. Anzi vorrei mostrarla anche alla mamma e a tuo fratello.» Esclamò tornando verso il suolo.
Tornando in casa l'uomo, seguito dal figlio, andò nella camera degli ospiti dove trovò Hermione affranta per l'ennesimo fallimento nel tentativo di fare un incantesimo e Scorpius che cercava di consolarla. «Ho fatto una chiacchierata con Altair e c'è una cosa che vorrei farvi sentire.» Disse prendendo in braccio la donna e portandola fino alla stanza di musica.
Scorpius si stupì molto di vedere suo padre entrare in quella camera. Fin da quando era piccolo l'uomo gli aveva sempre impedito di entrare in quella stanza, sgridandolo quando lui si nascondeva lì per giocare.
Dopo aver depositato la donna su di una poltrona Draco si avvicinò al pianoforte a coda, invitando Altair a sedersi sullo sgabello. «Perché non ci fai sentire qualcosa campione?» Disse mettendogli le mani sulle spalle.
Il ragazzo si mise a suonare un pezzo di musica classica e Draco, dopo un primo momento in cui rimase estasiato ad ascoltare il figlio, si avvicinò al pianoforte. Dopo essersi seduto sullo sgabello accanto a suo figlio cominciò anche lui a suonare il pianoforte creando così una melodia complessa e meravigliosa. Hermione li ascoltava senza parole. Per lei era un'emozione incredibile sentire nuovamente Draco suonare il pianoforte, soprattutto visto che stava suonando insieme ad Altair. Sorridendo ascoltò la bella melodia con le lacrime agli occhi per la commozione.



Poco prima di cena Draco andò a cercare Narcissa per parlarle. Questa volta aveva preferito essere solo con la donna per poterle parlare con tranquillità.
«Madre, posso parlarti?» Chiese il biondo chiudendosi la porta della biblioteca alle spalle.
«Certo, vieni pure.» Rispose distogliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo.
«Volevo avvisarvi che ho intenzione di trasferire Hermione nella mia stanza...»
«Draco, ne abbiamo già parlato. Non permetterò che in casa mia venga dato questo pessimo esempio ai ragazzi.»
«Hai perfettamente ragione.» La interruppe l'uomo. «Questa è casa tua, sebbene io abbia contribuito in questi anni a mantenerla in buono stato. Per questo motivo se tu non vuoi che io ed Hermione dividiamo la stessa camera mi trovo costretto ad andarmene. Logicamente porterò anche i ragazzi con me.»
«Che cosa?» Chiese Narcissa alzando inavvertitamente il tono di voce. «Tu mi minacci di andartene via solo perché ti ho chiesto di usare un po' di discrezione nei tuoi "intrattenimenti" serali?» Aggiunse con una punta di amarezza nella voce.
«Mamma non è una questione di "intrattenimento" serale. Non puoi veramente pensare che il motivo per cui voglio Hermione in camera con me sia quello?» Disse avvicinandosi e guardandola dritto negli occhi. «Lei è convalescente e metterla in una stanza così lontana dal resto di noi non mi sembra una buona idea... E per di più ha tremendi incubi tutte le notti. Stamattina quando stavo per tornare nella mia stanza si è svegliata urlando. Scorpius che era sceso a prendersi qualcosa da bere l'ha sentita e si è preoccupato.»
La donna lo scrutò qualche istante in silenzio. «Non stai scherzando quando dici che ve ne andrete se non darò la mia approvazione?»
Draco annuì con la testa: «Mi spiace ma non posso e non voglio lasciarla sola, specialmente in questa situazione.»
«D'accordo, hai vinto. Potete dormire nella stessa camera. Ma spiegherai il motivo di questa scelta ai ragazzi, facendo capire loro che è solo per una questione di sicurezza.» Rispose la bionda.
Draco pensò che non fosse il caso di dire alla madre che i suoi nipoti erano più svegli di quello che credeva. «Non ti preoccupare mamma, gli parlerò io.»



Dopo pochi giorni dal ritorno a casa di Hermione cominciò il processo di Ron e Lucius.
Il Wizengamot aveva deciso di giudicare in un unico procedimento i due uomini, essendo i loro crimini correlati. Hermione aveva fatto pressione sul Ministro Shacklebolt perché l'accesso al processo fosse consentito unicamente ai famigliari degli imputati, ai testimoni e alla vittima. Aveva fatto quella richiesta per cercare di preservare sia la sua famiglia che i Weasley dall'assalto della stampa e dai pettegolezzi.
Blaise aveva deciso di seguire il caso di Lucius, nonostante Draco non si fosse rappacificato con il padre. Era stata Hermione a convincere Draco a non opporsi a questa decisione. Pensava che un avvocato bravo come Zabini sarebbe riuscito a mettere nella luce migliore Lucius, facendogli ottenere uno sconto di pena grazie all'attenuante di aver salvato la vita all'ex nuora.
Blaise, su suggerimento di Draco, aveva consigliato alla riccia di rimanere a casa durante il processo. Avendo Hermione già rilasciato una testimonianza quando era ricoverata in ospedale non era necessario che la donna rivivesse la traumatica esperienza che aveva subito. L'ex grifona aveva invece optato per essere presente al processo. Non voleva che Ron pensasse di essere riuscito nell'intento di distruggerla. L'avrebbe guardato negli occhi al momento della sentenza, fiera come era sempre stata.
Purtroppo, sebbene fossero passati molti giorni da quando la donna era stata dimessa, niente era cambiato nel suo stato di salute. Sia Draco che i ragazzi si erano impegnati per aiutare la donna a recuperare le sue facoltà, ma non c'erano stati miglioramenti. Proprio quella mattina Hermione, demoralizzata da non essere nemmeno riuscita a lanciare un incantesimo "Lumos", aveva cercato di convincere Draco che la cosa migliore fosse rassegnarsi all'evidenza che lei sarebbe sempre rimasta in quello stato.
«É inutile continuare a provare. Io non tornerò mai ad essere una strega.» Disse affranta gettando la sua bacchetta a terra con stizza. Quella mattina, chiusi nello studio di Draco, il biondo l'aveva incitata ad esercitarsi prima di uscire per andare al processo. «Sarò sempre solo un peso per te e per i ragazzi.» Aggiunse con le lacrime agli occhi.
«Basta con tutta questa autocommiserazione Hermione.» Esclamò Draco con fermezza. « Hai sentito cosa hanno detto i medici, il tuo cervello si è ripreso completamente dall'intervento. É una questione psicologica la tua, devi solo ricominciare a credere in te stessa. Qualunque cosa accada io non ti lascerò mai. Tu non sarai mai un peso, ma sono sicuro che ti basterebbe avere fiducia in te per guarire completamente.» L'uomo le accarezzò il capo e dopo aver raccolto la bacchetta e averla appoggiata sul tavolino prese in braccio Hermione per portarla in tribunale.
Quel mattino Scorpius e Altair, insieme ai gemelli Potter, erano stati affidati a Daphne e Theo, in modo da consentire sia ai Weasley, che ai Malfoy di recarsi al procedimento. Non tutti i Weasley erano però venuti ad assistere al processo. Charlie era infatti preso dal suo lavoro con i draghi in Romania, e sinceramente dopo aver ascoltato di cosa era stato capace il fratello minore si vergognava anche solo a portare il suo stesso cognome. Mentre Bill insieme a Hugo, era appena tornato in Francia dalla moglie e dalle figlie. Alla fine sebbene Harry fosse il padrino del ragazzo, era stato deciso che lui fosse affidato a Bill, in modo che potesse lasciarsi alle spalle la brutta faccenda in cui era coinvolto il padre.
Draco entrò in tribunale portando in braccio la sua donna. Sperava di arrivare prima che gli imputati entrassero per evitare che Weasley godesse nel vedere come si era ridotta Hermione, ma purtroppo non era stato così fortunato. L'uomo vide il rosso osservare ammirato il lavoro che aveva fatto con la faccia deformata da un ghigno sadico.
La riccia non abbassò lo sguardo nemmeno per un secondo. Quando passarono vicino al rosso lei si avvinghiò ancora più stretta a Draco, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Il biondo sorrise, divertito da come la sua donna torturasse Weasley.
«Eccoli lì, il Mangiamorte e la sua prostituta.» Esclamò Ron acido. «Noto con piacere che le settimane di ospedale non ti hanno giovato molto. Sei sempre lo stesso spaventapasseri di qualche settimana fa.»
«Signor Weasley, la prego non peggiori la sua situazione.» Mormorò mortificato l'avvocato d'ufficio che gli era stato affidato.
Draco depositò la riccia su una sedia, per poi prendere posto accanto a lei. Sia Narcissa, che tutti i Weasley e i Potter si strinsero attorno ad Hermione, come a voler rimarcare a chi andasse il loro sostegno.
Nell'aula era stato installato un particolare pensatoio che mostrava all'intera aula contemporaneamente i ricordi ottenuti durante l'interrogatorio di Ron e di Lucius.
Quando le immagini del rapimento di Hermione cominciarono a scorrere sulla parete alle spalle dei giudici, molti tra i presenti rischiarono di sentirsi male. L'efferatezza con cui il rosso si era accanito su di lei non aveva lasciato indifferenti nemmeno quelli con lo stomaco più duro.
Draco guardava agghiacciato quella bestia accanirsi sulla sua donna a suon di Cruciatus. In quella particolare occasione il biondo maledisse il coraggio di cui era sempre stata dotata Hermione. Se non lo avesse difeso strenuamente, anche a discapito della sua incolumità, forse non avrebbe rischiato così tanto la sua vita.



«Adesso sei disposta a dire la verità?» Chiese Ron, fuori di sé dalla rabbia.
Hermione si sollevò sugli avambracci. La testa non smetteva di girare e il forte dolore che provava le provocava un senso di nausea simile a quello che provava quando volava su una scopa. «Certo.» Rispose guardandolo negli occhi. «La verità è che tu sei solo un parassita, un piccolo uomo che ha vissuto tutta la vita nell'ombra del salvatore del mondo magico. La verità è che Draco Malfoy, figlio di un Mangiamorte, è stato un eroe tanto quanto Harry ed è la persona migliore che conosco.» Un'altra maledizione le bloccò le parole in gola.
«Bugiarda! Dì la verità, confessa di aver sposato Malfoy solo per i suoi soldi e di avermi rifiutato solo perché la mia famiglia non è benestante.»
Quando anche la seconda maledizione s'interruppe Hermione ricominciò a parlare. «Io non ho scelto te perché sei un mostro! Sei più simile tu a uno di quegli invasati seguaci di Tom Riddle di quanto sia mai stato in vita sua Draco. Non hai nemmeno un briciolo del coraggio e della rettitudine che ha mio marito, e se anche tu fossi l'uomo più ricco del mondo ai miei occhi sarai sempre un povero di spirito, una nullità.»



Draco riportò lo sguardo sulla donna. Dalla sua faccia angosciata, l'uomo intuì che stesse rivivendo le torture subite. Cercando di darle conforto mise la sua mano in quella di lei stringendola forte. «Sei stata molto coraggiosa amore mio. Troppo coraggiosa... Promettimi che non rischierai di nuovo la vita per difendermi.» Le sussurrò ad un orecchio il biondo.
«Non mi pento di quello che ho detto, nonostante le conseguenze. Mi dispiace ma non posso farti questa promessa.» Rispose lei, ricambiando il sorriso.


«Cosa hai detto a mio figlio?» Chiese Ron scagliando l'ennesima maledizione sulla donna. «Sei riuscita a mettere anche lui contro di me. Io non so come tu faccia ma tutti quelli che ti conoscano parteggiano per te, rischiano la vita per te. Sembra quasi che tu metta sotto Imperius chiunque incontri.» Disse l'uomo sempre più fuori di sé.
«Vedo che il coraggio non è una caratteristica comune a tutti i Grifondoro.» Esclamò Lucius uscendo dall'ombra. «Prendersela con una donna disarmata e in convalescenza non è certo un gesto nobile. Cosa direbbe Godric, il fondatore della tua Casa, se potesse vederti?»
«Cosa sei venuto a fare qui Mangiamorte?» Chiese Ron puntando la bacchetta verso il Serpeverde.
«Oh niente di che, ero solo curioso di vedere cosa avresti fatto alla signora Granger. Sai in questo momento sembri più simile ad uno dei seguaci del Signore Oscuro che voi a scuola vi ostinavate a osteggiare che ad un membro dell'Ordine della Fenice.» Rispose ghignando. «Voldemort sarebbe fiero di te!»
«Non osare mai più paragonarmi a quella feccia dei tuoi compagni. "Crucio."» Disse lanciando la maledizione contro Malfoy.
Non appena l'incantesimo ebbe terminato il suo effetto il biondo ricominciò a parlare. «Perché non ti dovrei paragonare a "noi". Tu sei fatto della stessa pasta, anzi forse sei ancora peggio. Perlomeno io ho sempre saputo chi fossi mentre tu ti nascondi sotto il titolo di amico del salvatore del mondo magico, di membro del "Golden trio" e poi ti comporti come il peggiore dei Mangiamorte.»
«Smettila, stai zitto!» Urlò Ron lanciandogli un'altra maledizione.




Una volta visti i ricordi sul rapimento di Hermione furono formulate le accuse riguardanti Ron.
«Ronald Weasley lei è accusato di rapimento, tortura, uso della maledizione senza perdono "Cruciatus" e tentato omicidio contro la signora Hermione Granger e di tortura ed uso della maledizione senza perdono "Cruciatus" nei confronti del signor Lucius Malfoy . É consapevole delle accuse mosse contro di lei?» Chiese il giudice capo.
«Si, ne sono consapevole e mi dichiaro non colpevole.» Rispose sicuro il rosso. «I Malfoy sono dei pericolosi Mangiamorte, scampati alla prigione solo grazie a tutti i soldi che possiedono e grazie a quella donna.» Disse indicando Hermione. L'avvocato d'ufficio provò a convincerlo a smettere di parlare ma Ron non volle sentir ragioni.
«Lei ha mentito sui meriti di Draco Malfoy perché è la sua donna. Io, in qualità di eroe della seconda guerra magica, ho fatto solo quello che era giusto fare e se lei avesse ammesso la verità non sarei stato costretto ad usare maniere così brutali.»
«Adesso basta signor Weasley.» Disse perentorio il giudice capo. «Non abbiamo tempo per i suoi vaneggiamenti. Ora ascolteremo anche la dichiarazione del signor Malfoy riguardo ai capi d'imputazione a lui ascritti e poi emetteremo una sentenza per entrambi.
Signor Lucius Malfoy lei è accusato di ricatto e minacce nei confronti di Altair Granger, all'epoca Altair Malfoy, e della signora Hermione Granger, all'epoca Hermione Granger Malfoy. Come si dichiara?»
Lucius si alzò in piedi e con fermezza rispose: «Colpevole.»
«Bene, adesso ci ritireremo per deliberare.» Disse il giudice capo.
«Un momento io avrei qualcosa da dire.» Esclamò Arthur Weasley, alzandosi in piedi.
«Signor Weasley, mi rendo conto di quanto possa essere gravoso per lei trovarsi qui ed assistere al processo di suo figlio, ma le posso assicurare che qualsiasi cosa lei voglia dire in difesa di Ronald non potrà essere presa in considerazione.»
«Non ho nulla da dire in difesa di mio figlio signor giudice. Tuttavia, essendo stato il superiore del signor Lucius Malfoy per quattordici anni vorrei parlare in suo favore.» Disse il rosso stupendo tutti.
«Traditore.» Urlò Ron fuori di sé dalla rabbia. «Come puoi difendere quel Mangiamorte! Tu sei solo un lurido traditore!»
«Silenziate immediatamente l'imputato.» Ordinò il capo giudice alle due guardie presenti.
Dopo che le guardie ebbero silenziato il figlio, Arthur poté continuare. «Lucius Malfoy è cambiato molto in tutti questi anni. Quando quattordici anni fa mi hanno affidato la sua supervisione io non avevo una grande considerazione per lui. Dopotutto era stato il braccio destro di Voldemort ed io pensavo che uno come lui non potesse certamente cambiare. Però, negli ultimi anni ho visto un uomo diverso. Certo forse dentro di sé avrà ancora qualche difficoltà ad accettare i "nati babbani", ma in questi anni è stato un lavoratore infaticabile e non ha mai dimostrato pregiudizi nel trattare con maghi nati babbani, o purosangue che fossero.» Disse prima di risedersi.
«Anche io vorrei dire qualcosa.» Esclamò Hermione. «Perdonatemi se resto seduta.» Si scusò la riccia. «Quando sono stata interrogata non ho potuto dire nulla oltre che descrivere i fatti avvenuti. Penso che per emettere un giudizio corretto dovreste tener ben da conto il coraggio che ha avuto il signor Malfoy nel venire in mio soccorso. Lui ha ricevuto parecchie Cruciatus per proteggere me e penso che se non fosse intervenuto lui io in questo momento non sarei qui. L'uomo che avete davanti non è lo stesso uomo che è stato il braccio destro di Voldemort, non è lo stesso uomo che mi ha minacciato undici anni fa. Il vecchio Lucius Malfoy non avrebbe mai difeso una Sanguesporco, non avrebbe mai difeso l'amica Mezzosangue di Harry Potter. Lui è un uomo diverso e spero che voi vogliate tenere conto anche di questo prima di emettere una sentenza per lui.»



L'intero Wizengamot si ritirò per deliberare e passarono quasi due ore prima di riuscire ad arrivare ad una sentenza.
«Ronald Weasley si alzi in piedi.» Disse il giudice capo «Io la dichiaro colpevole di tutte le imputazioni fatte a suo carico e la condanno a trascorrere il resto della sua esistenza presso il carcere di Azkaban.»
«Lucius Malfoy, si alzi in piedi. Raggiungere un verdetto equo è stato molto difficile. Lei stesso si è dichiarato colpevole delle accuse formulate contro di lei. Ma abbiamo tenuto conto del fatto che sono passati undici anni da quando lei ha commesso quei reati. La signora Granger, la sua stessa vittima, ha testimoniato in suo favore, dicendo che lei non è lo stesso uomo che ha commesso i crimini di cui è accusato e noi siamo propensi a crederle. Per questo motivo abbiamo deciso di darle un'ultima possibilità. Manterrà un regime di semi libertà, anche se questa nuova sentenza sarà molto più dura della precedente. Continuerà a lavorare al Ministero sotto la supervisione del signor Weasley e le sarà proibito l'uso della bacchetta al di fuori del suo luogo di lavoro. Verrà sottoposto periodicamente a visite a sorpresa da parte di un Auror di controllo che la interrogherà ed occasionalmente l'ufficiale addetto sarà accompagnato da un Legismen. Al di fuori del Ministero le verranno infine applicati dei braccialetti simili alle manette che ha indossato in prigione. Questi braccialetti hanno la funzione di inibire magie involontarie ma non hanno l'effetto collaterale di stancare il soggetto che li indossa. Infine le sarà proibito recarsi in qualsiasi zona magica di Londra se non accompagnato da uno dei suoi due tutori Draco Malfoy o Narcissa Black Malfoy.»
Lucius, stupito dal non essere finito in prigione cercò di risedersi ma venne bloccato dal giudice capo. «Signor Malfoy tengo a sottolineare che se lei in qualche modo proverà a infrangere una di queste condizioni o a far male alla signora Granger lei verrà spedito ad Azkaban e mi creda nemmeno l'intervento del Ministro in persona potrà cambiare la sua sorte.»


Draco, ancora sottosopra per la sentenza di Lucius, decise di tornare subito a casa con Hermione, mentre i coniugi Malfoy furono invitati a casa dei Weasley per festeggiare la sentenza.
Sebbene Lucius non fosse un grande amante di questo tipo di occasioni non volle rifiutare il gentile invito del suo supervisore. Dopotutto era merito suo e della signora Granger se non aveva finito i suoi giorni a marcire in una cella.
Visto che i ragazzi sarebbero rimasti dai Nott fino al pomeriggio inoltrato il biondo decise di sfruttare le ore a loro disposizione per godersi un po' di intimità con Hermione.
Con dolcezza depositò la donna sul divano presente nel suo studio e le diede un bacio a fior di labbra. «Mia cara signora Granger per le prossime ore sarà alla mia totale mercé» Disse con un tono che doveva assomigliare ad una minaccia ma che in realtà era solo carico di desiderio.
Hermione ridacchiò estasiata dalla prospettiva di passare del tempo con Draco. «Non vedo l'ora signor Malfoy.» Rispose sorridendo.
«Torno subito, vado un attimo di sopra e poi sono da te.» Aggiunse il biondo alzandosi.
«Draco.» Lo richiamò la riccia. «Sei arrabbiato perché ho voluto difendere tuo padre?» Chiese facendosi seria.
L'uomo scosse la testa sorridendo. «Dovevo saperlo che avresti cercato di salvarlo dalla galera. Tu sei troppo buona... In ogni caso dopo che ho visto quello che ti è successo quel giorno e come Lucius ha preso le tue parti sono contento che tu l'abbia aiutato. Adesso ho veramente capito che è solo grazie a lui se tu sei viva. Anche se non dimenticherò mai quello che ci ha fatto sono pronto a passare oltre e a ricominciare a vivere la mia vita con te e con la mia famiglia.» Gli confessò lui.
«Adesso scusami, vado un attimo al piano di sopra e torno subito da te.» Aggiunse uscendo dallo studio.
Dopo qualche minuto di attesa Hermione sentì i passi del biondo scendere le scale di casa, per poi udire un forte rumore, e Draco che urlava. Da quello che aveva udito sembrava che l'uomo fosse caduto dalle scale.
«Draco» Lo chiamò la riccia più volte a gran voce spaventata, ma non ottenne alcuna risposta.




Bene, siamo arrivati al Capitolo 20.
Sebbene i guai per Hermione sembrano essere finiti certi traumi lasciano il segno. La donna infatti soffre di tremendi incubi notturni. Per fortuna accanto a lei c'è Draco che riesce a calmarla. Anche Scorpius è diventato molto apprensivo nei confronti della madre e vuole a tutti i costi prendersi cura della donna. Altair capisce perfettamente i sentimenti del fratello e preferisce lasciare solo il gemello con Hermione in modo che possano recuperare il loro rapporto. Per fortuna anche lui avrà modo di passare del tempo con il padre, in questo modo Draco potrà finalmente conoscere meglio il suo secondogenito.
Purtroppo i miglioramenti per Hermione tardano a farsi vedere, sconfortando la donna e costringendola a farsi vedere ancora una volta vulnerabile quando si reca al processo.
Il finale della storia sta arrivando. Manca infatti ancora un capitolo più l'epilogo finale della storia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
a presto
Lyn


Double Scorpius - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora