Casa

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Ciao,
Eccoci arrivati al Capitolo 19, dove finalmente si torna a casa...
Lyn




Capitolo 19
Casa


Non fu difficile per Draco Malfoy ottenere un incontro tra Hermione e Lucius. Non appena aveva esposto la richiesta della donna a Potter il moro si era prodigato a fargli ottenere quel colloquio.
Hermione dopotutto era la parte lesa e aveva tutto il diritto di avere le spiegazioni che desiderava dall'uomo che aveva rovinato undici anni della sua vita.
Draco tuttavia era molto titubante che fosse una scelta saggia permettere ad Hermione di incontrare il padre. La donna era ancora in ospedale e lui avrebbe voluto proteggerla da qualsiasi cosa, soprattutto da Lucius Malfoy.
Harry entrò nella stanza trascinandosi dietro un alquanto deperito Lucius. Nonostante fino al processo all'uomo fosse stata risparmiata la prigione di Azkaban, era comunque stato trattenuto nelle prigioni del comando. Draco ricordava perfettamente quanto fossero sudici e scomodi quegli alloggi e non si sorprese di vedere il padre in quelle condizioni. L'uomo, indebolito dalle manette magiche che aveva ai polsi, barcollò avvicinandosi al letto.
Alla donna fece pena vederlo in quello stato e avrebbe voluto chiedere all'amico di togliere le manette all'uomo. Purtroppo sapeva fin troppo bene che quella richiesta non sarebbe stata accolta e che invece avrebbe contribuito a far innervosire Draco.
«Vi lascio soli.» Disse Harry riavvicinandosi alla porta. «Tanto tu sarai presente a tutto il colloquio?» Aggiunse guardando il pozionista.
Il biondo annuì. «Non la lascerò sola nemmeno per un istante» Rispose guardando suo padre.
Da quando Lucius Malfoy era entrato nella stanza non aveva aperto bocca. Si era limitato a guardare con interesse l'ex nuora stesa sul letto. Alla fine però l'uomo dovette cedere alla guerra di sguardi con la donna e si decise a parlare. «Signora Granger... » Disse bloccandosi subito dopo. «Posso ancora chiamarla così o è già tornata ad essere la Signora Malfoy?» Chiese sfoderando un ghigno strafottente in viso.
«Molto divertente Lucius.» Rispose Draco fumante di rabbia per le parole del padre. «Se fosse stato per te a quest'ora sarebbe ancora in Francia.»
«Perché sono qui?» Chiese l'uomo mantenendo un tono distaccato.
«Vorrei sapere perché è venuto nella Camera dei Segreti e mi ha salvato la vita?» Domandò Hermione.
«Non era mia intenzione salvarle la vita signora Granger.» Rispose Lucius quasi scusandosi del gesto.
«So che mi sta mentendo signor Malfoy.» Disse la donna cercando di mascherare il turbamento che provava. La verità era che lei non era sicura che l'uomo avesse mentito. In fondo era quasi impossibile da credere che Lucius Malfoy avesse rischiato la sua vita per una Sanguesporco, specialmente per lei. «Che motivo avrebbe avuto per rischiare la sua vita, per prendersi le Cruciatus se non per proteggere me! Quello che non riesco a capire è perché lo ha fatto. Perché ha deciso di proteggermi e salvarmi la vita? Dopotutto undici anni fa mi ha allontanato dalla mia famiglia e ai tempi della guerra avrebbe fatto carte false per ammazzare l'amica Sanguesporco di Harry Potter.» Chiese Hermione determinata.
«Non sono affari che la riguardano.» Rispose Lucius innervosito dal suo discorso.
«Non è una risposta che mi vada bene! Anche se per lei è quasi impossibile dirla, io voglio la verità.»
«Beh non sempre si ottiene quello che si vuole... E comunque da me non avrà nessuna risposta, specialmente davanti a lui.» Disse indicando il figlio.
Hermione guardò Draco chiedendogli silenziosamente di uscire.
«Scordatelo Mezzosangue!» Rispose lui serio in volto.
Lei gli prese una mano stringendola. «Per favore Draco, indossa le manette magiche ed è debilitato. Non può farmi del male, e poi che scopo avrebbe di farmi qualcosa dopo che mi ha salvato pochi giorni fa.»
«Vuoi delle risposte? Ho io il metodo giusto per ottenerle.» Rispose avvicinandosi al padre e costringendolo a bere del liquido da una fiala. La donna aveva cercato di trattenerlo per un braccio, ma inutilmente.
«Coraggio Lucius, adesso rispondi alla domanda di Hermione. Perché lo hai fatto?» Chiese il pozionista quando fu sicuro che il Veritaserum avesse fatto effetto.
La donna guardò l'ex suocero in viso cogliendo la sua sofferenza nel cercare di resistere all'effetto della pozione. «Adesso basta Draco. Non è così che volevo ottenere le risposte che cerco. Per favore lasciaci qualche minuto da soli.» Non le piaceva vedere soffrire le persone, nemmeno se la persona in questione era Lucius Malfoy.
«Non se ne parla!» Ribadì risoluto l'uomo.
«Ascolta Draco, se hai tanta paura che mi possa far del male chiama Harry e digli di assicurare le manette al tavolo che c'è in fondo alla stanza. In questo modo non correrò alcun pericolo. Dammi solo cinque minuti per favore.» Propose Hermione a voce bassa, come se fosse un segreto solo tra loro due.
Sebbene il biondo non fosse per nulla tranquillo a lasciare la donna con suo padre, non riuscì a privarla dell'opportunità di avere le risposte che voleva. Sapeva che imponendosi sarebbe riuscito a obbligare Lucius a parlare davanti a lui anche se non voleva. Ma probabilmente sarebbe stata Hermione stessa a cedere se non avesse rispettato il suo desiderio. Quindi andò a chiamare Harry e gli chiese di assicurare le manette al tavolo come aveva suggerito la donna.
«Avete cinque minuti Hermione, siamo d'accordo?» Chiese Draco prima di andare ad aspettare in corridoio.


Non appena furono da soli la donna si fece coraggio e sebbene non approvasse il gesto che aveva fatto Draco quando aveva obbligato il padre a bere il Veritaserum decise di sfruttare il vantaggio che aveva acquisito.
«Mi sarebbe piaciuto riuscire a convincerla a rivelarmi spontaneamente le informazioni che desidero conoscere. Il tempo però è finito, e nonostante io le sia riconoscente per quello che ha fatto ad Hogwarts, non ho dimenticato il male che ha fatto a me e alla mia famiglia undici anni fa. Penso quindi di avere il diritto a titolo di risarcimento di conoscere il motivo che l'ha spinta a venire in mio soccorso nella Camera dei Segreti. Io pretendo che lei me lo riveli.» Esclamò decisa.
L'uomo sembrava meno trattenuto, come se avesse già deciso di rispondergli, di non opporre altra resistenza. «Non l'ho fatto per lei Signora Granger. Ma questo immagino che l'abbia già capito. Se pensa che nel periodo in cui siamo stati lontani io abbia cambiato radicalmente le mie idee si sbaglia di grosso. Il motivo che mi ha portato ad aiutarla è il "sentimento"...» Disse quella parola quasi come se qualcuno l'avesse estorta dalla sua bocca con la forza. «...che provo per la mia famiglia. Draco, Narcissa ed entrambi i miei nipoti. » Aggiunse mettendo in chiaro cosa intendesse lui per famiglia.
«Su di una cosa devo ammettere di aver avuto torto. Per me è stato impossibile non affezionarmi anche ad Altair dopo che l'ho conosciuto. Il mio pensiero non è cambiato: Non avrei voluto vedere Draco legato ad una donna "nata babbana", e avrei preferito che continuasse con la consuetudine di avere un unico erede. Ma questi sono ragionamenti astratti che nella mia testa si sono scontrati duramente con quello che i miei occhi hanno visto. Non posso evitare di volere bene ad Altair e non posso evitare di vedere la luce che brilla negli occhi di mio figlio ogni volta che posa lo sguardo su di lei. Quella luce è rimasta spenta per undici anni e si è riaccesa fin dalla prima volta che vi siete rivisti, quando ancora Draco non conosceva nulla del mio inganno. Per questo motivo ho cercato di salvarla, per non far soffrire le persone a cui tengo.»
La donna rifletté qualche istante sulle parole di Lucius prima di porgli un'altra domanda. «Quindi se ipoteticamente lei non finisse in prigione io non dovrei aver paura per la mia incolumità o per quella dei miei figli?»
«Non prendiamoci in giro, io so benissimo che il Primo Ministro mi metterà alla gogna per quello che ho fatto.» Rispose piccato l'uomo.
«Per favore proviamo a fare questa ipotesi, mi risponda.»
«Se per ipotesi assurda io non venissi sbattuto in carcere lei non dovrebbe temere nulla ne per la sua salute ne per quella dei suoi figli.» Rispose a malincuore il biondo. «Certo, preferirei che non mi sfornasse altri nipoti per il futuro. Sebbene nel corso degli anni io abbia cominciato ad apprezzare profondamente Arthur Weasley, continuo a non apprezzare chi genera figli come se fossero conigli.» Non riuscì a trattenersi da aggiungere.


«Sei riuscita ad avere le risposte che volevi?» Chiese Draco non appena furono di nuovo da soli.
«Non avresti dovuto obbligarlo a bere il Veritaserum.» Lo rimproverò Hermione.
«Sapevo che non avresti apprezzato il metodo, per questo motivo ho preferito non dirtelo. Comunque dovrei essere io a rimproverarti, non dovevi obbligarmi a lasciarti sola con lui. Non sai come mi son sentito ad andarmene, e sinceramente non capisco perché sono stato costretto ad uscire. Sotto l'effetto del Veritaserum sarei riuscito in ogni caso a farlo parlare.»
«Non gradisco questo genere di metodi, nemmeno per Lucius Malfoy.»
«Beh, spero che tu sia riuscita ad avere le risposte che cercavi. Avanti dimmi cosa ti ha detto mio padre?» Domandò posando un leggero bacio sulla mano della donna e accarezzandole il viso.
«Draco, quando qualche giorno fa ci siamo ritrovati ho giurato a me stessa che tra di noi non ci sarebbero stati altri segreti... »
«Sento che c'è un ma nel tuo discorso, vero?» Chiese l'uomo sospettoso.
Le guance della donna si imporporarono. «Non è un segreto mio. Tuo padre ha fatto di tutto per non parlare davanti a te, e non penso sia giusto che sia io a parlartene.»
«Va bene. L'unica cosa importante per me è che adesso non ci sia più nulla che ci possa dividere. Se mi assicuri che quello che hai scoperto non ti ha ferito, o allontanato per me è un discorso chiuso.» Disse lui scrutandola negli occhi.
«No, niente di quello che può pensare tuo padre potrà allontanarmi ancora da te.» Gli rispose Hermione sorridendogli. «Puoi chiamare Harry e Kingsley in modo che possa rilasciare la mia deposizione?»
«Certo, li farò venire più tardi.» Rispose sfoggiando un ghigno. «In ogni caso la tua testimonianza sarà solo un proforma. Da diversi giorni ormai i colleghi di Potter interrogano con l'aiuto di un Legismen e con l'ausilio del Veritaserum sia mio padre, che Weasley.»
Dal viso di Hermione trasparì del turbamento che l'uomo non tardò a cogliere. «Lo so che tu vorresti sempre salvare tutti. Ma qualunque testimonianza tu voglia rilasciare non cambierà le cose. Quindi non mentirgli, perché qualunque cosa tu gli dirai non cambierà il destino di Lucius.»
Da come cambiò la sua espressione capì di aver indovinato i suoi pensieri. «Ma come hai fatto?»
«Per me sei sempre stata, anzi quasi sempre...» Si corresse ripensando a quando si era allontanata da lui. «...un libro aperto Mezzosangue. Nonostante tutto quello che mio padre ci ha fatto, tu vuoi risparmiargli la prigione. Devo ammettere che Lucius ha studiato la giusta strategia. Fare finta che la tua vita sia importante per lui in modo da stillare in te un senso di gratitudine.»
«Non penso che questo sia un piano studiato da tuo padre per salvarsi dalla galera, comunque visto che sarebbe tutto inutile dichiarerò i fatti come sono realmente andati.» Rispose Hermione.


Era passata più di una settimana da quando Hermione aveva ripreso conoscenza e Daphne si era presentata tutti i giorni in ospedale sperando di poter incontrare la donna. Purtroppo ogni giorno era stata bloccata sulla porta da Draco, che le aveva impedito di entrare nella stanza. La bionda era furiosa con il suo migliore amico. Perfino Lucius, colpevole di aver separato Draco dalla moglie, era riuscito ad avere un colloquio con lei.
I suoi pensieri furono interrotti da una voce conosciuta. «Forse il Cappello Parlante ha sbagliato a smistarti a Serpeverde Greengrass. La testardaggine è una caratteristica dei Grifondoro non dei membri della Casa di Salazar.» Disse Ginny avvicinandosi alla stanza dell'amica. «Non capisco perché ti ostini a venir qui tutti i giorni per cercare di fare pace con Malfoy. Pensi forse che facendoti vedere così preoccupata per Hermione il tuo amico ti perdoni?» La provocò la rossa. Conosceva solo superficialmente la Serpeverde ma l'aveva vista recarsi in ospedale tutti i giorni ad aspettare di poter entrare a parlare ad Hermione. Ginny sperava di riuscire a scuotere la Greengrass, non le piaceva vederla così spenta, seduta su quella sedia.
«Non mi interessa parlare con Draco, voglio solo chiarirmi con Hermione. Quando l'ho ingannata le ho detto molte cose terribili, certo alcune erano vere. Vorrei chiarirmi con lei, per questo vengo qui tutti i giorni.»
«E allora cosa fai qui fuori, entra in quella stanza.» La incoraggiò la rossa.
«Beh, ma Draco non vuole. Mi ha detto chiaramente di non azzardarmi ad entrare da lei.»
«Oltre alla testardaggine potresti prendere un'altra caratteristica dalla mia Casa: Il coraggio. Fregatene se Malfoy non vuole che entri. Hermione si è svegliata, ormai ed è in grado di decidere da sola se vuole o meno parlare con te.» Disse Ginny indicandole la stanza.
«Penso che accetterò il tuo consiglio Weasley.» Rispose la bionda entrando nella stanza d'ospedale.
Draco ed Hermione stavano parlando, sembravano molto affiatati insieme. Sorridevano e si tenevano per mano. Non appena il biondo vide Daphne varcare quella soglia il suo volto si fece serio tutto d'un colpo. «Non posso impedirti di sostare fuori da questa porta ma mi sembrava di essere stato chiaro. Non gradisco che tu venga di nuovo ad importunare Hermione.» Disse perentorio.
«Granger. Mi sembra che tu stia abbastanza bene da decidere da sola se vuoi ascoltare quello che ho da dirti.» Esclamò Daphne ignorando l'amico.
«Diamole cinque minuti Draco.» Sussurrò la grifona avvicinando le labbra all'orecchio del biondo.
L'uomo alzò gli occhi al cielo. «Mi renderesti la vita molto più semplice se la smettessi una buona volta di fare la Grifondoro, che vuole sempre risolvere i conflitti di tutti. Grazie a lei io ho rischiato di perderti. Daphne con tutte le bugie che ti ha detto voleva allontanarti da me.» Rispose guardandola negli occhi visibilmente alterato.
«Secondo me non mi ha detto solo bugie. Mi ha raccontato quanto male ti abbia fatto il mio abbandono. Mi ha detto che i primi anni eri stato inghiottito da un oceano di dolore in cui stavi per affogare, che tornavi a casa la sera ubriaco fradicio.» Aggiunse con gli occhi lucidi. «Solo quando Scorpius ha chiamato Lucius papà hai capito di aver toccato il fondo e hai cominciato a cercare di farti forza.»
Lo sguardo pieno di dolore della donna che amava gli fecero detestare ancora di più la sua migliore amica. Perché non erano solo le bugie che potevano ferire, anche la verità aveva il potere di far male. «Hermione, abbiamo sofferto entrambi in questi undici anni è inutile rivangare queste vecchie ferite.»
«Non sono d'accordo, ma non è questo il punto. Daphne vuole parlarmi e io penso che cinque minuti li possiamo concedere alla tua migliore amica.»
«Ok hai cinque minuti Greengrass.»
La bionda lanciò solo un'occhiata all'amico prima di rivolgersi direttamente alla grifona. «Sono dispiaciuta che il mio inganno abbia avuto conseguenze così gravi da farti quasi rischiare la vita...»
«Sei dispiaciuta che il tuo inganno abbia portato quelle conseguenze, ma non ti scusi per avermi ingannato, giusto?» Intuì Hermione.
La donna annuì. «Con le informazioni che avevo allora io avrei cercato in ogni modo di tenerti lontana dal mio migliore amico.» Confermò Daphne. «Ma c'è una cosa su cui avevo torto. Quando ti ho detto che non c'era una ragione al mondo che giustificasse il fatto che hai privato Draco dell'affetto di Altair avevo torto. Se mi fossi trovata nella tua stessa situazione, se la vita di Eloise fosse stata in pericolo io avrei fatto la stessa cosa, avrei privato Theo dell'affetto di sua figlia. Per questo vorrei chiederti scusa.»
Hermione aveva osservato con la coda dell'occhio le reazioni di Draco alle parole dell'amica e sapeva che quello che lei aveva detto non gli era per nulla piaciuto. Lei invece aveva apprezzato la sincerità di Daphne.
«Non dovevi intrometterti invece.» Disse infatti il biondo. «Io non l'ho mai fatto quando tu e Theo avete litigato.»
«Draco, io e Theo come hai detto tu litighiamo. Mi sembra un tantino diverso scappare via senza lasciare traccia portandosi via uno dei tuoi figli. Forse se mi fosse successa una cosa del genere ti saresti intromesso anche tu tra me e mio marito.» Rispose esasperata Daphne. «Comunque ti ho detto quello che volevo. Adesso me ne posso tornare a casa.» Aggiunse guardando Hermione.
«Aspetta Daphne. Spero che tu abbia piacere di venirci a trovare quando sarò tornata a casa.» Disse la donna sorridendole.
La bionda ricambiò il sorriso. «Penso che si possa organizzare a patto che faccia piacere anche al padrone di casa.» Esclamò rivolgendo un'occhiata al suo migliore amico. «Mi raccomando Hermione rimettiti presto.»
Non appena la donna ebbe chiuso la porta Draco guardò esasperato la grifona. «Vuoi che chieda a Potter di portare qui il pezz... Weasley? Magari vuoi fare una chiacchierata cuore a cuore anche con lui.»
«Non essere ridicolo. Penso che ci sia differenza tra Lucius, Daphne e Ron.»
«Io non vedo alcuna diversità, tutti e tre volevano farti del male, e tu ne hai già perdonati due su tre, quindi perché non assolvere anche chi ha tentato di ucciderti.» Rispose infervorato il biondo.
«Daphne mi ha fatto del male e con il suo comportamento ha cercato di separarci ma tra tutti e tre è sicuramente la persona che l'ha fatto con buone intenzioni, lei voleva proteggerti perché ti vuole bene. Il motivo che mi ha spinto a voler parlare con tuo padre, come tu ben sai, è stato il fatto che abbia rischiato la sua vita per salvarmi. Non potrò mai perdonare invece Ron e spero che il processo sia l'ultima volta che vedrò la sua faccia.»
«Va bene, mi arrendo.» Rispose alzando le mani. «Ma penso che ci vorrà tempo per potermi fidare nuovamente di Daphne.»


Erano passate ormai due settimane da quando Hermione si era risvegliata dal coma e il giorno seguente sarebbe finalmente stata dimessa. La donna aveva già cominciato al San Mungo la riabilitazione sia per il pieno recupero fisico che per quello magico ed avrebbe dovuto continuare una volta a casa. "Casa" che strano significato aveva preso quella parola nella sua mente. Nonostante avesse vissuto per undici anni in un appartamento nella periferia di Parigi non aveva mai pensato a quell'abitazione come "casa". Il giorno seguente uscita dall'ospedale sarebbe andata a Malfoy Manor, e nella sua testa la parola casa lampeggiava chiaramente pensando all'abitazione dei Malfoy. Avendo subito due interventi nel giro di pochi giorni i medici avevano preferito aspettare fino all'ultimo per dare alla donna la pozione per farle ricrescere i capelli, ma quella sera finalmente l'avrebbe presa. Draco in quelle due settimane aveva vissuto praticamente lì con lei ma la donna voleva rimanere sola per quell'ultima notte. Ci volevano infatti parecchie ore perché la pozione facesse effetto ed Hermione avrebbe dovuto togliere le bende. Era riuscita a non farsi vedere da Draco senza le fasciature fino a quel momento, e non voleva che lui la vedesse quella sera visto che l'indomani avrebbe riavuto i suoi capelli.
«Allora sei contenta che finalmente domani sarai dimessa.» Disse Draco accarezzandole una mano.
«Si, sono felice di venire a... "casa" con voi.» Rispose la donna ancora emozionata nell'usare quella parola. «Avrei un desiderio per questa sera.» Proseguì titubante.
«Tesoro, per quel tipo di desideri dovremo aspettare fino a domani.» Sussurrò il biondo sornione.
La donna arrossì vistosamente sentendo le allusioni dell'uomo. «Io... io... non intendevo "quello".»
«Davvero?» Chiese lui ghignando. Lentamente cominciò a posare tanti piccoli baci sul suo collo.
Hermione era sempre più in imbarazzo, tutti quei baci stavano risvegliando in lei sempre più i sensi, il suo piano di mandarlo a casa stava fallendo miseramente sotto il fuoco incrociato di tutte quelle coccole.
«Draco.» Sussurrò la donna quasi ansimando. «Non era questo che intendevo dire... ti prego.»
«Mi preghi? Sentiamo Mezzosangue di cosa mi vuoi pregare?» Domandò avvicinando la bocca all'orecchio di lei e mordendole delicatamente il lobo.
La temperatura in quella stanza stava crescendo a livelli esponenziali. La donna sempre più rossa in viso lo guardò negli occhi. «Ti prego... Se continui così non vorrò più fermarti e se dovesse entrare un'infermiera.»
L'uomo alzò gli occhi al cielo sbuffando. «Va bene farò il bravo, dopotutto da domani avremo l'intimità della nostra camera da letto e in quell'occasione non potrai sfuggirmi. Ti giuro che a costo di mettere una pozione soporifera nella cena dei ragazzi e di mia madre domani sera ti voglio tutta per me.»
Hermione sorrise. «Va bene, domani sarò tua. Ma per migliorare la tua futura performance è meglio che per stanotte tu vada a dormire a casa.»
«Sciocchezze, non mi serve certo il mio letto per dormire. Trasfigurerò questa poltroncina in una comoda branda, come ho fatto nelle ultime settimane.»
«Ma dai è assurdo. Torna a casa e passa del tempo anche con i ragazzi. Domani mattina mi vieni a prendere presto.» Cercò di convincerlo la grifona.
«Mia cara Hermione, ricordi vero quello che ti dicevo a scuola. Sei una pessima bugiarda, come tu sia riuscita a non farti scoprire da Potter ai tempi della scuola rimane un mistero. In ogni caso so benissimo che stai cercando di mandarmi a casa solo perché stanotte devi prendere la pozione per i capelli. Non vuoi farti vedere da me senza bende.» Rispose Draco sicuro.
La donna rimase qualche istante in silenzio. «Si, hai ragione non sono mai stata una buona bugiarda, specialmente con te. Non mi sembra un crimine non voler farmi vedere da te in uno stato pietoso.»
«A quanto pare non hai ancora capito. Nonostante io adori i tuoi capelli , non è certo per il loro aspetto che io ti amo. Quindi se pensi che potrei scappare a gambe levate se dovessi vederti calva ti sbagli di grosso.»
«Ma come hai fatto a sapere che stasera avrei preso la pozione?»
La bocca dell'uomo si piegò in un sorriso compiaciuto. «Considerando che ho preparato io stesso la pozione era difficile che ne fossi tenuto all'oscuro. Non avrei mai rischiato che qualche studentello che fa il tirocinio in ospedale la preparasse male, arrecandoti danno.» Poi aprì un cassetto tirando fuori una piccola ampolla. «Sai sono riuscito anche a ottenere di essere io a somministrartela, se me lo lascerai fare logicamente.»
Hermione si morse il labbro convulsamente prima di annuire.
Il biondo la prese in braccio senza sforzo e la portò in bagno depositandola su di una sedia davanti allo specchio. Poi con calma si mise a sciogliere le bende che coprivano il capo della donna.
Per tutto il tempo lei aveva tenuto lo sguardo basso, temeva quello che avrebbe potuto vedere se avesse guardato nello specchio. Quando Draco ebbe terminato alzò con una mano il suo viso costringendola a specchiarsi. «Guardati, non c'è nulla di terribile riflesso. Questa è solo un'altra cicatrice che testimonia il tuo coraggio.» Disse indicando il segno che aveva in testa. «Tu sei una coraggiosa combattente che ha difeso nostro figlio procurandosi questa cicatrice. Come già in passato avevi coraggiosamente difeso i tuoi ideali procurandoti questo.» Aggiunse prendendole delicatamente il braccio in cui era incisa la scritta "Sanguesporco".


La mattina seguente quando la grifona si svegliò, si  accarezzò distrattamente la testa e si accorse che i capelli erano cresciuti. Aprendo gli occhi sentì su di sé lo sguardo intenso di Draco. «I tuoi capelli sono quasi più belli.» Disse accarezzandole la folta chioma.
«Coraggio oggi si torna a casa. I ragazzi e mia madre ci stanno aspettando e conoscendo quest'ultima penso proprio che avrà istituito un comitato di accoglienza.» Aggiunse alzando gli occhi al cielo.
«Se non vuoi ospitarmi posso sempre chiedere a Harry.» Propose la donna ridendo.
«Sei proprio spiritosa Mezzosangue. Questa sera ne riparleremo.» Disse prendendola in braccio per portarla in bagno a cambiarsi.
Lei si avvicinò al suo orecchio sussurrando: «Non vedo l'ora.»

Double Scorpius - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora