Ecco a voi il nuovo aggiornamento. Spero che la storia vi stia piacendo😘
Lungo la strada ci fermiamo al Boca Burger house. Il locale è quasi vuoto, piccolo ed arredato in modo spartano. Per mia fortuna i miei vestiti nel frattempo si sono asciugati. Ci accomodiamo ad un tavolo vicino alla finestra. La cameriera si accorge della nostra presenza e viene a prendere le nostre ordinazioni. Noto che ha occhi solo per Brennan, ma lui sembra non accorgersene. Questo nuovo Brennan Cooper è quasi simpatico e modesto. Ordiniamo un hamburger di pollo, uno di carne rossa e due birre.
«Allora dimmi qualcosa di te.» esordisce lui.
«Sono di Taranto, nel sud Italia. Studio qui grazie ad una borsa di studio vinta per meriti sportivi e adoro già questa nuova vita. È tutto così diverso in senso buono.»
«Che sport pratichi?» sembra davvero interessato. Mi scruta attentamente in attesa che gli risponda.
«Basket, gioco da quando ho cinque anni. È come se fossi nata e cresciuta con la palla in mano. È una tradizione di famiglia diciamo, una passione.» gli dico sincera.
«Ammirevole.» risponde incantato. «Hai qualche altro interesse oltre quello che nutri nei miei confronti e il basket?» Si gongola ammiccando. Ecco che ritorna il Brennan sicuro di sé, ma questa volta scherza. Decido di stare al suo gioco. «No, direi che il solo pensarti occupa la maggior parte delle mie giornate e, considerando che momentaneamente a basket non ci posso giocare, di tempo a disposizione ne ho parecchio.» cerco di assumere un tono seducente il più possibile, anche perché flirtare con i ragazzi non è mai stato il mio asso nella manica. Il ragazzo davanti a me sembra piuttosto esterrefatto, probabilmente si aspettava che lo avrei mandato al diavolo. Non apre bocca e gli chiedo «che c'è? Stupito? Non mi piace essere prevedibile.» ammetto onesta.
«In effetti lo avevo capito. Se fossi stata prevedibile avresti lasciato la tua parte sul tavolo e te ne saresti andata. Ma non lo sei e questo mi piace, non montarti la testa però!» Ora quella sorpresa sono io, è come se mi conoscesse già e questo un po' mi spaventa. Improvvisamente le mie guance si infiammano, inutilmente tento di nasconderlo.
«Oddio, sei arrossita. Che tenera!» mi prende in giro. Che bastardo! Per sviare la sua attenzione, gli lancio una patatina addosso. Inizia una vera e propria lotta di patatine. La cameriera, nonostante abbia un debole per Brennan, è costretta a cacciarci dal locale perché stavamo disturbando la clientela, che consisteva in un anziano barbone che sorseggiava la sua birra al bancone. Lui le porge una banconota da venti e le dice di tenere il resto. Usciti nell'umida aria notturna, mi stringo nelle braccia e rabbrividisco per via del vento. Brennan accorgendosi che ho freddo mi presta la sua felpa e me la poggia sulle spalle. È incredibile, ha una duplice personalità questo ragazzo. Gli apro la mano e gli lascio la mia parte del conto. Quando capisce dice: «non posso accettarli. Non li voglio, davvero puoi tenerli.»
«No, è la seconda volta che mi offri da mangiare. Tienili tu.» Ecco che ritorniamo a discutere e poi, per una banale cena. Dio quanto è testardo!
Lascia cadere i soldi a terra «così la finiamo di litigare!» esclama quasi arrabbiato.
«Ma sei pazzo? Che problemi hai? Mi piacerebbe tanto saperlo, sai?» Seccata mi piego e raccolgo i soldi, sento il suo sguardo su di me. «E smettila di fissarmi!»
«Ti inventi le cose e poi sarei io quello che ha problemi!» assume un tono accusatorio arricciando il naso.
Una coppia si ferma a guardarci e il ragazzo esclama «non pensavo ti fossi trovato la ragazza Brennan, ti facevo un tipo più libero, niente impegni. Congratulazioni!» Brennan senza parlare lo incenerisce con lo sguardo, poi torna a concentrarsi su di me. «Comunque era l'unico modo per farteli tenere.» riprende il discorso cercando di aggiustare le cose.
«Okay.» rispondo semplicemente.
Il percorso fino al dormitorio è quieto. Arrivati a destinazione ci scambiamo freddamente la buonanotte. Al diavolo le sue promesse. Entro nell'edificio e raggiungo il secondo piano. Spero con tutta me stessa di trovare la stanza vuota, ma, con la sfiga che mi porto dietro, ovviamente non è così. Abigail esce dal bagno e infuriata dice: «mi hai piantata in asso alla nostra prima festa, sei un'amica orribile. Piuttosto dove sei stata fino ad ora?»
«Lo so, scusami. Mi dispiace davvero tanto, però ti scongiuro litighiamo domattina.» rispondo assonnata e fuggo di proposito alla sua domanda.
«Non se ne parla proprio. Ora mi dici dove sei stata tutto questo tempo. Inoltre ti ho chiamata almeno cinque volte e non mi hai mai risposto. Pensavo fossi morta!» continua con tono di rimprovero.
«Dio! Nemmeno mia madre è così ansiosa. La batteria del telefono è morta verso mezzanotte. Ora, se non ti dispiace, lo metto a caricare.» La sorpasso, apro il cassetto del comodino, tiro fuori il caricatore e sistemo il telefono a terra vicino alla presa. Abigail si avvicina a me, mi prende per le spalle e con forza mi mette a sedere sul letto. Se non fosse così accigliata molto probabilmente scoppierei a ridere per via dello spazzolino che ha ancora in bocca. Mi mantengo seria. «Beatrice Giulia Manti. Rispondi alla mia domanda adesso!» mi minaccia, sempre con lo spazzolino in bocca.
Mi copro la faccia di vergogna per il mio secondo nome che non mi piace per niente e le chiedo: «come fai a sapere il mio secondo nome?»
«Non ha importanza adesso. Sputa il rospo!» risponde irremovibile.
«Ero in giro, avevo bisogno di prendere una boccata d'aria.»
«Fino alle tre di notte? Da sola? Ma dico io ti ha dato di volta il cervello? Mi stai nascondendo qualcosa.» mi rifila una carrettata di domande, non ce la faccio più. Esasperata del suo fare investigativo le svelo qualche dettaglio. «Ero con Brennan, abbiamo stipulato una sorta di tregua, che non è durata molto, e siamo andati a mangiare qualcosa insieme per “festeggiare”.»
È sbalordita e per un attimo penso che stia per ridermi in faccia, ma nota la mia espressione seria e si ricompone. «Come mai eri con mio fratello? Siete praticamente come gatto e cane.»
Le racconto tutto, anche della sventura con l'ubriaco poco dopo la lite con Brennan. Pentita di avermi fatto pressione si scusa: «scusami, sicura di stare bene? Lo strozzerei quel cretino se ce l'avessi a tiro.» Ora sembra piuttosto turbata, così per tranquillizzarla la abbraccio e le auguro la buonanotte. Durante la notte ho un incubo: il ragazzo non si è fermato e Brennan non è mai arrivato. Mi sveglio di soprassalto e non riesco più ad addormentarmi. Nostalgica scorro le foto che sono sulla mia reflex e mi pare quasi di tornare indietro a quei momenti, quando tutto era ordinariamente perfetto, quando non dovevo scappare da niente e nessuno, quando la famiglia Manti esisteva ancora.
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L'oceano per dimenticare
RomanceBeatrice Manti è una ragazza di diciannove anni in fuga dal suo passato, pronta a lasciarsi tutto alle spalle. Per questo ha scelto di frequentare l'università in Florida, per costruirsi un futuro che nella sua città non avrebbe potuto avere. L'ulti...