CAPITOLO 12

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Al mio risveglio Brennan mi sta accarezzando i capelli con movimenti lenti, ma costanti. Le nostre gambe sono intrecciate e il mio corpo per metà sovrasta il suo. Durante il sonno devo essermi mossa parecchio a tal punto da assumere una posizione sconveniente per entrambi. Mi scosto e lui mi trattiene a sé, stringendomi al petto. «Hai capito proprio male signorina. Voglio un buongiorno come si deve e poi ti lascio andare.» posa la guancia vicino alla mia bocca in modo che possa augurargli un amichevole risveglio. Gli do un tenero buffetto e alzandomi gli dico: «mi dispiace se ho invaso il tuo spazio personale, tendo a muovermi spesso durante il sonno.» gli porgo un sorriso di scuse, leggermente imbarazzata. «Ho notato. Diciamo che è stata la notte più bella e più dolorosa della mia vita.» risponde, quasi timidamente, rivolgendo un'occhiata ai suoi jeans all'altezza del bacino. Non scherzava, la sua notte doveva essere stata realmente un'agonia. Divento paonazza all'ennesima potenza «oh Dio, se non rendi sempre tutto così imbarazzante non sei contento. Chiama Abigail e dille che tra un'ora partiamo.» fuggo in bagno. Il tempo di truccarmi e lavarmi che sono già fuori, ma a quanto pare per Brennan ci ho impiegato troppo. «Ci hai messo un'eternità, anche io ho bisogno di andare in bagno. Comunque ha detto che sono già lì.»

«Che cosa? Ma di che problemi soffre? E adesso come ci arriviamo noi a Miami?» urlo quando la paura di non vedere i Fray fa capolino nella mia testa. «Tesoro, calmati. Sei troppo ansiosa per i miei gusti, c'è sempre la mia Jeep. Ora spostati e fammi entrare in bagno.» ordina rilassato tirandomi una pacca sul sedere in modo da farmi tornare sulla Terra. Lo fulmino con lo sguardo e lui sghignazza. Per affrontare il viaggio in modo comodo, indosso una canotta bianca, il pantaloncino rosso dei Chicago Bulls e le mie infradito. Quindici minuti dopo siamo nella macchina di Brennan e l'aria condizionata ci salva dal caldo torrido della Florida, a quanto pare non ci libereremo presto di queste condizioni climatiche, o almeno è ciò che dice il meteorologo alla radio della contea di Palm Beach. «Ti prego cambia stazione, è la decima volta che sentiamo la stessa cosa.» dice Brennan raddrizzandosi sul sedile, disperato dall'ennesima previsione meteo. Tiro fuori dallo zaino il telefono e il cavetto usb e lo collego. La voce graffiata di Isaac Slade -il cantante dei Fray- fuoriesce dalle casse riempiendo l'abitacolo, come un fiume in piena ed entrambi cantiamo sulle note di "Hold my hand". Brennan accompagna la voce tamburellando le dita sul volante. Siamo entrambi stonatissimi, ma non ci importa. Ora sono davvero felice. Con i piedi fuori dal finestrino e con l'energia, che solo le canzoni dei Fray possono trasmetterti, sento di poter ritrovare me stessa come non mi succedeva più da tre anni. «Bella scelta. La prossima è Break your plans, ripassiamo un po' per stasera.» esaudisco il suo desiderio e al ritornello le nostre voci si uniscono cantando:

"manda a monte i tuoi piani stanotte

lascia la tua mano nella mia

non c'è garanzia che ce la faremo,

che riaggiusteremo tutto

ma manda a monte i tuoi piani per me stanotte".

Sorridiamo come due bambini alla vista di un gelato. Afferra la mia mano e posa le sue labbra carnose sulle mie nocche. Maledizione! Così mi fa innamorare all'istante, è scorretto!

Quasi quaranta minuti dopo Miami c'incanta con i suoi splendidi e vistosi grattacieli. Brennan si destreggia con facilità tra le strade della città e parcheggia vicino all'entrata del Miami Beach Resort and Spa, l'hotel che Abigail e Cole hanno scelto questa mattina. L'edificio non è molto alto in confronto agli altri ed è completamente circondato da enormi vetrate. L'hall è praticamente fantastica, non penso d'aver visto mai tanto lusso in vita mia, nemmeno alla reggia di mio padre. Le porte scorrevoli sono in vetro e con i margini dorati; il pavimento in marmo ed al centro presenta un motivo floreale; a destra e sinistra della reception, ci sono diversi divanetti un po' vintage, rossi in camoscio; infine, al soffitto è appeso uno sfarzoso lampadario dorato a goccia. Nel complesso è arredato in modo un po' antico, ma elegante. «Wow! Mia sorella è stata capace di scegliere un hotel decente! Non l'avrei mai detto, ma mi impressiona sempre di più!» sostiene colpito Brennan, procedendo con le sue attente osservazioni. «Bello eh? Sbagli a sottovalutarmi sempre.» Abigail spunta dalla zona divanetti, saluta il fratello con un cenno della mano e lo imita, guardandosi attorno con aria soddisfatta. Quando si accorge della mia presenza mi salta addosso: «pensavo che non saresti più venuta, mi sei mancata!» dice raggiante. «E perchè mai scusa? Dai scendi che mi soffochi!» mi ribello al suo abbraccio, fregandomi il collo già dolorante. Sbircia nella direzione di Brennan e poi torna a concentrarsi su di me. Vuole sapere com'è andata a finire tra di noi visto che non abbiamo avuto tempo per discuterne al telefono. Brennan nel frattempo sta squadrando in cagnesco Cole, il quale è molto a disagio. Oddio, povero ragazzo, non sa in che guaio si è cacciato mettendosi con Abigail. «Ah, diciamo che abbiamo sistemato la questione.» le rispondo sorridendo appena. «Siete proprio matti da legare.» esprime la sua opinione lei, scuotendo la testa e ridendo. «Comunque lui è Cole.» mi presenta il famoso ragazzo dai capelli biondi e lunghi, che gli ricadono sulle spalle. «Bea» gli stringo la mano amichevolmente facendo un occhiolino di approvazione alla mia amica. Brennan, invece, si sta dirigendo alla reception rifiutandosi di conoscere il ragazzo della sorella. Sento Abigail dire a Cole: «non preoccuparti, all'inizio fa così con tutti, dagli tempo.». Lui annuisce tristemente e si fa baciare la guancia. Alla reception, una ragazza bionda con occhi azzurri non molto più grande di noi, è intenta ad ascoltare le richieste di Brennan con fare professionale. «Ricapitolando: una matrimoniale con affaccio sull'oceano per non fumatori, giusto?» riassume lei. «Esattamente.» lui estrae la carta di credito dal portafogli, gliela porge nervoso e afferra le chiavi della stanza. «Vieni?» mi domanda senza voltarsi con lo zaino blu in spalla. Lo seguo e stupita gli chiedo: «hai già smesso di fumare?»

L'oceano per dimenticareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora