Il venerdì pomeriggio sono esasperata, non solo dal peso della prima settimana di università che incombe su di me, ma anche perchè non ho ancora provveduto a comprare il regalo per il compleanno di Abigail, che sarà tra meno di ventiquattr'ore. Io, Brennan e gli altri le abbiamo organizzato una festa a sorpresa. È già un regalo, ma penso di dovermi sdebitare in qualche modo. Insomma viviamo insieme, il che comporta la sopportazione a vicenda che non è da sottovalutare, si preoccupa per me e mi ha aiutata un sacco ad integrarmi in una società a me del tutto sconosciuta. Mi sono sempre ridotta all'ultimo con i regali e fortunatamente sono sempre riuscita a farli in modo decente. Però questa volta ho un brutto presentimento. Non ho la minima idea di cosa prenderle. Infatti ho coinvolto Brennan, ma dubito che mi sarà d'aiuto essendo un ragazzo, non ci spero molto. Lo sto aspettando fuori il residence degli studenti. C'è un via vai di ragazzi, qualcuno torna dal mare, mentre altri approfittano del bel tempo per trascorrere il fine settimana fuori con gli amici. Il caldo è quasi insopportabile nonostante indossi un pantaloncino di jeans a vita alta, un top nero a mezze maniche e le vans slip-on, rigorosamente nere. Sento un clacson e scorgo Brennan che mi sorride al di là del finestrino della sua jeep. Raggiungo la macchina e mi abbandono sul comodo sedile in pelle. L'aria condizionata mi avvolge e mi sembra di essere tornata a respirare. Tiro un sospiro di sollievo e Brennan mi osserva accigliato. «C'erano i mostri per caso là fuori?» mi chiede divertito dal mio atteggiamento. «Se il caldo si può definire un mostro, allora ce n'era uno.» tiro fuori il mio senso dell'umorismo.
«Allora scappiamo prima che ci mangi entrambi. Siamo in pericolo!» esclama avviando il motore ed uscendo dal parcheggio. Rido fragorosamente vedendolo così preso dallo scherzo. Durante il tragitto si gira molte volte a guardarmi, come per assicurarsi che fossi ancora lì vicino a lui.
Il Town Center non è gremito come sospettavo e si può fare shopping in modo sereno. «Hai qualche idea?» Brennan interrompe il mio momento di osservazione.
«In realtà confidavo in te.» ammetto delusa dalla sua domanda.
«Mi piace la fiducia inconsapevole che nutri nei miei confronti.» risponde orgoglioso.
«Ti prego l'ego smisurato mettilo da parte per dopo, ora abbiamo cose ben più importanti a cui pensare.»
«Staresti forse sostenendo che ci sono cose più importanti di me? Oh tesoro, devi aver sbagliato persona.» eccolo che continua. "Tesoro", gli sarà scappato...o almeno credo. Comunque il ragazzo più lo ignori e più insiste, incredibile. A questo punto penso che il suo cervello funzioni al contrario, in un modo decisamente distorto da quello comune. Annoiata mi incammino verso il dispositivo che stampa le foto per svilupparne qualcuna dove ci siamo io ed Abigail insieme. Ho deciso che le farò un quadretto, meglio di niente.
«Inutile dire che non resisti al mio evidente fascino.» mi ripiomba alle spalle.
«È così difficile evitare di perseguitarmi?» gli chiedo spazientita.
«Si dà il caso che sia stata tu a chiamarmi perchè in preda alla disperazione.» ribatte scaricandomi la colpa. Invece di girare i tacchi, come l'ultima volta, mi dimostro una persona più matura. «È chiaro che spesso esageriamo entrambi, però cerchiamo di attenerci alla nostra promessa, d'accordo?»
«Sissignora.» mi fa un sorriso di scuse, mettendo in risalto le sue fossette. «Dove siamo diretti?» si affida a me.
«Al momento, al distributore per sviluppare le foto. Se hai qualche lampo di genio avvisami.» Mentre sto raccogliendo le stampe dall'uscita della macchinetta, Brennan mi poggia una mano sulla spalla facendomi sobbalzare. Le foto volano ovunque ed un ragazzo con capelli biondi si china a raccoglierle e me le porge. «Grazie, ma non era necessario, le avrei raccolte io.» lo ringrazio sorridendogli cortesemente. «Per così poco» mi sorride di rimando e Brennan lo squadra torvo. Il ragazzo, intimorito, si affretta ad allontanarsi. «Mi spieghi che motivo avevi per essere sgarbato?»
«Lascia stare. Ti ho chiamata perchè mi è venuto il lampo di genio.» si spiega.
«Sarebbe?» tralascio il fatto del ragazzo perchè tanto è come sbattere contro il muro.
«Verso metà ottobre ci sono i Fray -la band preferita di Abigail- vicino Miami, che non è molto lontano da qui. Potremmo regalarle tre biglietti così ci porta chi vuole. Ovviamente porterà noi. Se capita di venerdì o sabato potremmo trascorrere lì il fine settimana. Un modo per te di espandere i tuoi orizzonti.» sostiene la sua tesi in modo davvero convincente, l'idea di visitare Miami non mi dispiace e i Fray li adoro. Non posso rifiutare una proposta così allettante. «È andata, amo i Fray.» convengo con gli occhi a cuoricino. «Perfetto!» esclama e sorride trionfante. «Abigail dov'era quando sei uscita?» mi chiede, prendendomi sotto braccio per incamminarci verso il box-office. «Non lo so, non in camera comunque, sta' tranquillo non sapeva che dovessimo uscire insieme.» lo rassicuro e cerco di stare al suo passo. «Menomale, speriamo non sospetti nulla della festa.» tira un sospiro di sollievo e mi apre la porta della biglietteria, facendomi entrare per prima da vero gentiluomo.
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L'oceano per dimenticare
RomanceBeatrice Manti è una ragazza di diciannove anni in fuga dal suo passato, pronta a lasciarsi tutto alle spalle. Per questo ha scelto di frequentare l'università in Florida, per costruirsi un futuro che nella sua città non avrebbe potuto avere. L'ulti...