Cap. 1

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Come tutte le mattine le mie coinquiline mi svegliano per andare al lavoro. Sono una modella di grandi marchi, esempio: Vogue, Dolce & Gabbana, Chanel, Time, Dottor Martiens, Moschino, Calvin Klein e Louis Vitton. Il mio lavoro richiede molto tempo e pazienza, ma non mi posso lamentare, è sempre stato il mio sogno fin da bambina, e non intendo lasciarlo mai.

Mi presento, sono Serena Clare e abito a New York con tre delle mie amiche più fidate e d'infanzia: Sara, Carla e Melissa, tutte molto socievoli.
Sara è mora con gli occhi verdi e in forma.
Carla è rossa con occhi marroni e leggermente in carne, ma non troppo.
Melissa è bionda con occhi azzurri ed è anoressica.
Io, beh, ho capelli biondo scuro ed occhi azzurro acqua tendente al verde. Sono magra e sono alta 1.72.

Quanti anni ho? Beh, ne ho 21 appena compiuti

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Quanti anni ho? Beh, ne ho 21 appena compiuti.
Molte persone mi danno meno della mia età, in effetti ne dimostro 16 o 17, ma non è sempre tutto dalla mia parte. Molte volte in discoteca o in altri posti dove si servono alcolici, mi dicono che sono una ragazzina e non posso bere, ovviamente ricredendosi quando mostro loro la mia carta di identità.

Prendo tutta la mia buona forza di volontà e scendo dal letto matrimoniale in cui mi trovo camminando come uno zombie fino al mio bagno personale che si trova dalla parte opposta della stanza di 30mq. Devo dirlo, guadagno molto al mese, e questo mi ha permesso di comprarmi un attico e una azienda di prodotti per il corpo che gestisco con le mie amiche.
Esattamente guadagno come un cantante famoso: circa 10.000 dollari mensili, per un totale annuale di 120.000 dollari. Se aggiungiamo le sfilate e servizi extra, arriveremo tra i 15.000 ai 30.000 dollari mensili.
Amo il mio lavoro e ne vado fiera di dirlo.

Entro nella grande doccia di vetro che ho comprato un paio di mesi fa e comincio ad insaponare il mio corpo formoso ma magro.
Fatto ciò, esco dalla doccia, mi asciugo con un asciugamano nero e mi vesto per andare nello studio di Alviero Martini per un colloquio di lavoro.

Vado davanti alla cabina armadio e scelgo cosa mettere per l'occasione: camicetta bianca a maniche lunghe che arrotolerò fino sotto il gomito, dei pantaloni eleganti e delle scarpe eleganti laccate nere.
Prendo una borsa di Louis Vitton e la indosso per vedere come sta con l'outfit. Niente male.
Scendo le scale lentamente e saluto le mie amiche uscendo dalla casa di 500mq. Esco dal palazzo di 213 piani e mi incammino per le strade di New York alle 11.00 del mattino.

Mentre cammino guardo il paesaggio che mi circonda. Non mi è mai piaciuto New York per il semplice fatto che sia molto affollato e pieno di male intenzionati la notte, non si respira a volte, e sto quasi sempre a casa se non al lavoro.

Arrivo davanti alla grande insegna con su scritto 'Alviero Martini" ed entro nel grande palazzo.

"Buongiorno Signorina, sto cercando il signor Mc Cartney per un colloquio di lavoro" dissi io com fare professionale.

"È la Signorina Serena Clare? Allora prego, mi segua" disse lei sorridendomi facendomi camminare lungo un corridoio interamente bianco.

Bussò ad una porta:
"Avanti"

Entrai con mio fare elegante e salutai il signore che mi aveva chiamata per il colloquio di lavoro improvvisato.

"Allora, lei sa già perché l'ho chiamata qui, direi di discutere dei turni e del suo scopo nell'azienda famosa in tutte le nazioni" mi disse sistemandosi meglio nella sedia.

"Bene, allora, lei dovrà fare la modella per una sola rivista che le frutterà 5.000 dollari in contanti. Poi avrà finito e non ci servirà più" mi disse lui in modo sgarbato.

"Mi scusi se interrompo il suo monologo. Chi è lei per trattarmi come fossi un oggetto. Sa che le dico? I 5.000 dollari se li può pure tenere e pulirsi il culo con essi, me ne vado e non si azzardi a richiamarmi ancora" dissi io tranquillamente alzandomi dalla sedia e andando fuori dal suo ufficio mentre imprecava a gran voce su di me.

"Insegni al suo capo come ci si comporta" dissi ad una segretaria che venne verso di me con fare preoccupato.

"Cos'è successo lì dentro?" Mi chiese gentilmente.

"Il vostro capo crede di usare oggetti, le consiglio di licenziarsi" dissi per poi uscire da quel posto orrendo.

Camminai verso casa mentre ero al telefono con Melissa, detta anche Punk girl:
"...poi mi ha detto che quando avrei finito la rivista non gli sarei più servita" dissi io finendo il mio monologo.

"Davvero? Quei tipi di uomini dovrebbero essere bruciati vivi e poi dati in pasto ai cani" mi disse lei per poi fare un verso di disperazione.
Sentii uno sguardo pizzicarmi addosso, quindi mi guardai intorno e vidi un ragazzo, corvino e alto più di me, di quasi la mia età, con lineamenti duri e viso serio mentre mi guardava. Rimasi incantata nel vedere quegli occhi che sembravano leggerti dentro l'anima in cerca di qualche tua informazione.

"Clare! Serena Clare!" Urlò nel telefono Melissa. Solo adesso mi resi conto di non star ascoltando il suo discorso.

"Uhm, si dimmi, ci sono" dissi io svegliandomi dal mondo delle nuvole.

"Che ti è successo! Non rispondevi più al telefono, ho temuto che qualcuno ti avesse rapita" mi disse lei urlando come una pazza.

"Scusami Punk Girl, è solo che sono leggermente stanca, sono sotto casa, aprimi la porta e aspettami che vengo e ti spiego tutto" dissi io chiudendo la chiamata.

My fear {Z.M & 1D}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora