Appena varcai la soglia di casa tutte le mie amiche mi assalirono urlando:
"Dove sei stata?!" Urlarono portandomi dentro casa e facendomi sedere in divano.
Lì scoppiai a piangere esternando tutto quello che mi tenevo dentro, la mia frustrazione, la paura, le domande a cui non avevo risposta."Devo dirvi che dobbiamo trasferirci subito!" Dissi io piangendo e correndo in camera per raccogliere tutti i miei vestiti, Melissa però mi fermò.
"Cosa succede Serena, loro non sanno niente della tua vita extra curricolare" mi disse lei in un sussurro.
"Lo so, ma non abbiamo tempo, mi troveranno subito!" Dissi io in panico. Attacco, proprio così.
"Cazzo, proprio adesso!" Disse Melissa più a se stessa.
"M-mi serve... le pasticche" dissi io mentre cercavo di respirare invana.
Mentre cercavo di calmarmi, sentii un tonfo alla porta della mia casa, il panico e l'ansia aumentarono.
"Dov'è!" Sentii urlare.
"Non adesso vi prego!" Disse una delle mie amiche.
La porta della mia camera si spalancò violentemente andando a sbattere contro il muro. Zayn irruppe al suo interno furioso, ma appena mi vide così venne da me e mi ordinò di guardarlo, ma mi scostai ed indietreggiai fino ad arrivare seduta a terra con la schiena al muro.
Venne verso di me e mi intrappolò tra le sue braccia, l'ansia stava aumentando e io mi sentivo scoppiare per la mancanza di aria."Calmati, guardami, guardami su, fai un ultimo sforzo ti prego" mi disse lui prendendo il mio viso tra le mani e obbligarmi a guardarlo negli occhi. Mi perso un'altra volta in essi, e non mi accorsi di essermi calmata un po' ma non del tutto, iniziai a respirare ma a fatica.
"Brava, così" mi disse sorridendo debolmente.
Sussurrai un flebile grazie, e poi mi ripresi dallo stato di trance scoprendo che tutti i suoi amici e le mie amiche erano dentro la stanza a guardarci.
"Ti porto a casa con me, ma cerca di non scappare di nuovo. Ora riposati" mi disse tranquillamente prendendomi in braccio.
Così mi addormentai tra le sue braccia mentre mi portava nella sua casa, quella da cui un'ora prima era scappata.
Zayn Malik's pov
Mi ritrovai Serena in braccio mentre dormiva, la guardai con amore. Io, Zayn Malik, che non ho mai amato una donna, mi innamorai di lei."Amico, si vede che la ami" mi disse Harry battendomi una mano sulla spalla.
"È così dolce" sussurrai dandole un bacio sulla fronte.
"Portala a casa e mettila a letto, noi prendiamo dei suoi vestiti e li portiamo da te, poi li verrete a prendere quando vorrete" mi disse Harry sorridendomi.
"Va bene Hazza, grazie" lo ringraziai per l'aiuto.
"Di niente amico, questo ed altro" mi disse andando verso l'armadio di Serena, nonché una cabina armadio enorme.
La portai in auto e la distesi nei sedili posteriori, mentre in quello davanti rimaneva seduta una delle sue amiche, credo sia Melissa.
"Allora, cosa le farete?" Mi chiese impaurita.
"La amo Melissa, so che mi vedi come un mostro che ha rapito la vostra amica, ma la amo da morire" dissi io stringendo il volante.
"Devi parlare con lei di questo, non devi dirlo a me, comunque se ti permetti a farla soffrire, ti taglio le palle capito?" Mi minacciò seria.
"Capito" dissi io arrivando poi a destinazione.
"Quante camere avete libere?" Mi chiese lei.
"Quattro, quindi siamo al completo in casa" dissi io.
"Bene" disse lei.
Entrammo in casa e adagiai subito Serena nel mio letto lasciandole addosso il vestito che oramai aveva da ieri.
Le tolsi di nuovo i tacchi e la coprii con una coperta. Era ghiacciata dappertutto.Dopo un po' arrivarono i miei amici che sistemarono la camera di fronte alla mia per lei, e poi aspettai che si svegliasse.
Serena Clare's pov
Sentii qualcosa di caldo avvolgermi, mi resi conto subito di non essere nel mio appartamento ma in quello di Zayn e i suoi amici.
Avevo mal di testa, e il dolore era insopportabile.Sentii un peso sul letto, e mi accorsi di avere qualcuno che mi teneva con la testa appoggiata al suo petto, mi spaventai.
Aprii gli occhi di scatto e mi alzai da quella mia posizione facendo aumentare il mal di testa e farmi gemere dal dolore."Piano, la testa ti scoppia sennò" mi disse lui sedendosi e prendendomi per i polsi.
"Che stai facendo" chiesi io confusa.
"Da quando soffri di attacchi d'ansia?" Mi chiese guardandomi negli occhi.
"Non ne voglio parlare" dissi acida.
"Dimmelo ti prego, magari posso aiutarti" mi disse lui dolcemente.
"No, non puoi" dissi io cercando di ricacciare dentro le lacrime ma invana.
"Parlami, dimmi tuto, ci sono io qui" mi disse lui abbracciandomi.
Mentre eravamo abbracciati, confessai tutto:
"Da quando a 18 anni, i miei genitori sono morti" dissi io iniziando a piangere stringendolo più a me. Devo dire che questa situazione mi imbarazzava parecchio, ma sentivo che potevo fidarmi di lui ed essere protetta da lui.