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Delle lunghe braccia si stirano di fronte ai miei occhi per poi ricadere lungo il letto. Mai, ripeto, mai avevo provato sensazioni così imponenti; gioia, libertà, felicità...forse stavo iniziando a dimenticarmi di Edoardo. Mentre la mia testa è ancora immersa nei ricordi, Andrea mi tira a se con una forza tale da farmi sdraiare. Le sue mani si posizionano accanto ai miei fianchi e lui sopra di me. Alzando la schiena gli stampo un lieve bacio sulle labbra mentre lui resta ancora immobile sopra il mio corpo. Sento le sue mani spingersi ancora un po di più sui miei fianchi e lentamente inizino a solleticarli. Mi dimeno sul letto supplicando, mentre invano cerco di non ridere. «Eddai Andrea ti prego» lo vedo ridere sotto i bassi per le mie smorfie causate dal solletico. Di punto in bianco il ragazzo stoppa le sue mani sulla mia vita e mi tira verso di lui facendomi letteralmente cadere sul suo corpo steso. Stringe le bracci attorno al mio corpo e i mie occhi si perdono nei suoi. Mi sembra una sensazione già vissuta, già provata, ma quello è il passato ora è il presente. Posizione le mie piccole mani sulle sue guance rosee e non riesco a non baciargli quel sorriso che gli si è stampato sul volto. Lentamente mi alzo e, spostandomi dall'altra parte del letto, mi passo le mani sul volto sbadigliando appena. Faccio scivolare lentamente il mio elastico via dalla mia mano per poi legare i miei capelli in una crocchia scompigliata. «Buongiorno» sussurro strofinandomi la mani sul volto «Giorno Bea». I suoi occhi erano ancora un po' assonnati e il suoi volto rilassato. Si alza a sedere e poggi la sua schiena contro il muro «Che dici ci alziamo?» Gli domando sporgendomi verso il bordo del letto. Mi alzo in piede sul letto e cammino lentamente finche non poggio entrambi i piedi a terra, mentre, con le braccia conserte, lo fisso «Okok mi alzo ho capito» risponde alzando le mani in aria. Lo squadro da capo a piedi e gli lancio la sua maglia bianca in faccia. «Mettitela va, non vorrei che rimanessero scioccati dal tuo fisico..come dire straordinario» Gli dico imitando una scena teatrale magnifica prima di avvicinarmi a lui, fargli la linguaccia e po tirargli una manata sul suo addome. Lui sorride scuotendo la testa e poi camminando davanti a me, apre la porta della camera.
Cristina e Federico erano in salone mentre, abbracciati, si gustano la loro colazione «Buongiorno»Sorride cristina guardando me e Andrea arrivare dalla camera. In fondo cristina la invidio, ha un così bel fisico..non che il mio sia brutto ma diciamocelo lei è più magra di me. Li guardo, loro ci guardano spostando lo sguardo poi sul mio fianco. La mano di Andrea posta sul mio fianco mi accarezza lievemente «Come avete dormito ragazzi?» domando. Cristina logorroica com è inizia a parlare «Noi benissimo, non ha fatto nemmeno caldo questa notte. E voi? Ieri sera sono entrata in camera per prendere il mio pigiama e stavate dormendo tutti abbracciati..Ah eravate così dolci mamma mia!» Alzo gli occhi al cielo imbarazzata per quello che stava dicendo la mia amica. Spingo verso il tavolo il ragazzo accanto a me e mi ci sediamo vicini. Gli predo la mano sotto il tavolo mentre verso nella mia tazza l'acqua per il the. Con la dita mi accarezza il palmo e io gli rivolgo un sorriso timido. Impicciona come al suo solito cristina comincia bombardare me e Andre di domande indisponenti alle quali rispondo sempre io con un "Smettila/cambiamo discorso/poi dopo ti spiego meglio". Finita la colazione aiuto Federico a sparecchiare mentre caninamente cerca di parlarmi «Non ho mai visto Andre così sorridente sai? Però ti dico una cosa, non farti ingannare del bravo ragazzo ce vedi ora..potrebbero non piacete varie sfumature di lui, quindi vacci piano. Non voglio vederti star male ancora» abbassa gli occhi al pavimento facendomi pienamente capire di cosa si stesse riferendo. Lo abbraccio e gli sussurro uno "stai tranquillo" prima di mettere le ultime cose in lavastoviglie. A passo lento vado alla ricerca di di Andre mentre cerco fra i contati Filippo. Quando arrivo di fronte alla camera di Cristina due braccia mi tirano dentro. Mi volto verso il ragazzo dagli occhi verdi e lo fisso intensamente prima di dargli un lieve pugno sul petto « Ma sarai stupido, mi è quai venuto un infarto. Non lo fare! » lui alza le mani in segno di arresa ridendo. Mentre lui si siede sul letto io provo a chiamare Filippo, ma sfortunatamente non risponde «Bea va tutto bene? Dai siediti qui, mi sento solo sul letto» sorrido dolcemente e mi siedo accanto a lui «Sisi sto benissimo. Dopo ti spiacerebbe riaccompagnarmi a casa, fra più o meno un'oretta ?» Lo sorrise allargando le braccia per farmaci stringere dentro «Certo. Dai parliamo un poi» mi propone prendendomi per mano. Noto un simbolo piccolo sul lato sinistro del polso. Inclino la testa per guardarlo meglio e intanto lui mi fissa stranito «Che guardi ?» Mi chiede quasi scoppiando a ridere «Hai una tatuaggio, non lo avevo notato fino ad ora» gira lievemente il polso per darmi una visione migliore del simbolo. E' piccolo, un cerchio con un'impronta di una zampa, templi e molto dolce «E' molto bello. Anche io vorrei farmene uno, ma mia madre non mi lascerà mai farlo» alzo gli occhi al cielo mentre lui curioso inizia a parlare «Ah si ? E sentiamo, che vorresti farti? E soprattutto dove te lo verresti fare?» mi inumidisco le labbra e poi comincio a spiegargli il tutto per bene «Che curioso! Sinceramente come tatuaggio sono indecisa su due cose; o la lettera di mia sorella o un'impronta di una zampa di un gatto, anzi del mio gatto. Se mai mi facessi la lettera di mia sorelle sono sicura di farlo nella parte posteriore del polso destro, l'impronta invece credo di volerla fare su un dito» mi siedo sulle sue gambe e mentre lui intreccia le nostre mani e gli lascio un bacio delicato sulle labbra «Mi piacciono molto, però forse il primo dovresti fare quello che per te è più importante» scuoto la testa. Ha ragione ma mi conviene accantonare l'idea di farmi un tatuaggio, non accadrà mai. Quando prendo il telefono mi rendo conte che è già tardi quindi mi infilo gli shorts del giorno prima«Andrea mi accompagneresti, è tardissimo!» Annuisce e comincia anche lui a prepararsi. Mi pettino velocemente i capelli e poi i catapulto da Cristina «Cri io devo andare, se no mia madre mi mena» lei scoppia a ridere scuotendo la testa «Tua madre è un mito, ma è un po' pesante eh..Dai ci sentiamo dopo baci» la saluto lasciandole un bacio sulla guancia e esco dall'appartamento con Andre. Entriamo nell'ascensore e aspettiamo che arrivi al piano terra prima di uscire e dirigerci verso la moto. Il motore risuona nella via mentre ci spediti andiamo verso casa mia. Milano è troppo monotona per i miei gusti. Mando un messaggio a mia madre avvisandola che stavo tornando a casa, così almeno non si preoccupa anche per me.      La moto di Andrea si ferma di fronte al mio portone e, dandomi una mano, scendo dalla sella della moto. Lo abbraccio e gli lascio un bacio a stampo sulle sue labbra rosee «Ci vediamo domani mattina» lui sorride sulle labbra «A domani bellissima» dopo di che corro verso il portone senza voltarmi mai una volta, tiro fuori le chiavi e apro la porta. La lascio rinchiudere dietro le mie spalle e aspetto di rientrare in casa. Quando varco la sogli di casa mia madre con un sorriso smagliante mi viene incontro «Ciao amore stai bene?» le annuisco e poi lei mi prende per mano e mi porta in cucina dalla quale proviene un profumo buonissimo di torta al cioccolato. Ci sediamo a tavola a mangiare torta e parlare dell'appuntamento scorso fino a quando stanca vado a sdraiarmi sul letto.

Parlami di te (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora