Un Nuovo Giorno

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Apro gli occhi. Sono sdraiato a terra, con il viso schiacciato sul gelido pavimento di marmo. Mi fa male il naso. Sta sanguinando.

Mi alzo. Sento i miei bicipiti bruciare, come del resto ogni altro muscolo del mio corpo.

Ogni volta la stessa storia. Mi sveglio prima dell'alba dopo essermi immerso nelle memorie di un passato che si nascondeva da qualche parte nella mia testa, il corpo estremamente provato, la mente annebbiata come persa nei fiumi dell'alcol o della droga.

Sono solo. Il mio visitatore non è più li con me. Viene, devasta il mio corpo, squarcia la mia anima, avvelena la mia mente. Mi dona qualcosa che sinceramente preferirei non ricevere, e poi se ne va lasciandomi solo.

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Inizialmente pensavo fossero solo il frutto della mia fantasia. Pensavo di essere pazzo. Sono andato dallo psicologo. Uno psicologo molto costoso, che ha deciso di scaricarmi a un suo collega psichiatra, altrettanto costoso, che ha deciso di scaricarmi alle amorevoli cure degli psicofarmaci. Ho trascorso un anno tra le braccia di Valium, Prozac, e Dio solo può ricordare quante altre cose. Anche cose illegali, ma si sa che la legge è uguale per tutti quelli che non possono permettersi di cambiarla.

Io potevo permettermelo.

Dopo la morte dei miei genitori, in un incidente stradale causato dal rampollo di quella che sarebbe poi diventata la mia famiglia adottiva, sono stato adottato. Dovevano pulire la loro immagine. dovevano insabbiare il fatto che il buon Daniel era più fatto di Kurt Cobain, la sera in cui si schiantò con la sua sportiva contro la Lancia Thema di mio padre.

Mio padre, quello vero, fumava Marijuana. E mia madre lo odiava per questo. Forse se non avessero litigato, avrebbero notato l'auto di Daniel sfrecciare col rosso all'incrocio, o forse no. Tuttavia, ufficialmente, la colpa dell'incidente era di mio padre. E della sua dipendenza, abbastanza innocente.

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