Torture Me

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Salire su un palco, per quanto piccolo, con una band è come fare un discorso per la propria laurea.

Sei li, immobile, in silenzio, con un numero  variabile di persone davanti che ti osserva, in attesa che tu dica o faccia qualcosa di interessante. E tu hai paura. E poi sputi fuori la prima parola ed esce tutto il resto, come se fosse naturale.

Sento Stefano battere i 4 sulla cassa per una misura intera.

Al primo battito della misura successiva mi unisco con il giro di Animal I Have Become, dei Three Days grace. Un pezzo semplice ma che fa sempre la sua sporca figura per iniziare.

Perfetta per riscaldarsi e accendere l'interesse del pubblico. Tengo saldamente il pollice ancorato al retro del manico del basso, mentre le dita danzano sulla tastiera premendo le corde, come le zampe di un ragno intento a tessere la sua tela attorno alla preda.

In questa canzone sono io a tenere il tempo, mentre stefano si diverte ad arricchirlo con variazioni, chiusure e accenti.

La voce di Emanuel non ha difficoltà con i toni bassi, ma non è abbastanza roca. Mi ricorderò di offrirgli una sigaretta.

Simone si diverte a caricare il suono della sua chitarra con effetti forti e graffianti, e Luca come sempre ha previsto alla perfezione la situazione di ognuno di noi, creando il mixaggio perfetto, si gode l'effetto del suo lavoro.

Nel ritornello mi unisco ad Emanuel, e la mia voce sporca si sposa bene alla sua

"So What if you can see the darkest side of me? No one will ever change this animal i have become, help me believe, it's not the real me, no one will ever tame this animal"

A ben pensarci da quasi i brividi.. Come un uomo possa diventare una bestia, un animale...

Chiudiamo distorti, e Emanuel prende il microfono presentandoci.

Colgo l'occasione per guardare la scaletta, appiccicata a terra con il nastro adesivo. Il prossimo pezzo piacerà molto a Carol.

La guardo, e sono felice di vedere che ci sta guardando e non pare annoiata. Quando suono divento vanitoso, e amo che la gente apprezzi ciò che faccio.

Torniamo ai nostri posti, e parte la chitarra di Simone, un giro che tutti hanno sentito almeno una volta nella vita.

Mi unisco dopo 2 misure, l'introduzione col basso è divertente, scivolo sotto al dodicesimo tasto, e la eseguo con leggerezza. Trovo più difficile (e più noioso) il giro principale, ma non ci faccio troppo caso, perché appena la voce di Ema si unisce all'azione, mi tornano in mente i ricordi di quando ero ragazzino

"She got a smile that it seems to me..."

Le corse in saletta, felice di stare con i miei amici, felice di sentirmi, per una volta, vivo e pulsante.

"Woh, oh oh oh sweet child of mine"

Le cotte per la ragazza carina, quella con i jeans strappati e i capelli di qualche colore strano, che però preferisce uscire con il ragazzo più grande, che ha la macchina e la porta ai concerti.

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