Capitolo 3

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Non ci posso credere che domani partirò insieme ad Amber per Seattle. Ci siamo promesse che questo viaggio sarà un modo per conoscerci di più, e se la sua storia andrà a buon fine, abbiamo pensato di farlo ogni volta che ce ne sarà l'occasione.
Chissà chi sarà questo ragazzo che le ha fatto perdere la testa. Sono veramente curiosa, Seattle è la mia città natia e ci conosciamo praticamente tutti. A meno che mi sia sfuggito qualcuno.
<<Posso sapere almeno il nome di questa nuova fiamma?>> dico guardandola di sottecchi e allo stesso tempo molto divertita.
<<Non se ne parla! Lo conoscerai domani insieme a me per la prima volta>>.
Lo sapevo che non avrebbe ceduto, mi sa che rimarrà un segreto fino a domani. Ho curiosato fra le sue cose ma niente. Lo so che è sbagliato,  ma sono troppo curiosa. Devo dire che in ambito a segreti Amber sa davvero come mantenerli tali.
Sono le quattro del pomeriggio e siamo ancora in giro per le strade do Jacksonville, oggi non abbiamo fatto niente a livello di studio, a parte girare per viali, parchi e fatto shopping in negozi che solo lei poteva conoscere. Mi ha promesso che se entravo con lei a scegliere un abitino carino per il suo appuntamento, mi avrebbe portato in un negozio di souvenir per mio fratello e Zoe.

*

Arrivo a casa per le 18:00. Ci siamo date appuntamento con Amber domani mattina alle 05:00. Dobbiamo prendere il primo pullman se vogliamo arrivare in tempo per pranzare io con Aaron e lei col suo ragazzo misterioso. Appena giro la chiave nella serratura di casa vedo mia madre precipitarsi subito da me.
<<Alice dobbiamo preparare subito le valigie e non dimenticarci niente. Ho appena sfornato dei biscotti al cioccolato e le crostate alla marmellata che ad Aaron piacciono tanto>> e il bello che volevo fare le valigie con la massima tranquillità....
<<Mamma sono solo due settimane, Amber ed io non possiamo caricarci tutto, ti ricordo che siamo col pullman>>
<<Si ricordo malto bene, infatti mi dispiace che non abbiate accettato il passaggio di tuo padre>>. Lo immaginavo che me l'avrebbe sottolineato.
<<Mamma mi avevi promesso che non ne avremmo parlato più. Anche se sto raggiungendo mio fratello nella mia città d'origine, abbiamo pensato io ed Amber di farci quest'esperienza solo io e lei>>
<<Ok va bene. Però mi devi promettere che starete attente e che mi chiamerai appena arrivata>> ha gli occhi lucidi. Sente molto la mancanza di Aaron, d'altronde chi non la sentirebbe. È un ragazzo così dolce e premuroso con tutti che è difficile non volergli bene. Avevo sentito giorni fa mia madre e mio padre parlare di un eventuale ritorno a Seattle per le vacanze di natale, volevano organizzare per passarle tutti insieme. La famiglia Moore di nuovo riunita.
<<Promesso!>> le sorrido e l'abbraccio forte.
Salgo di sopra e da sotto il letto tiro fuori la valigia color rosa confetto con attaccato degli adesivi personalizzati. Libri, animali di tutti i tipi e le nostre medaglie. La metto sul letto e inizio a pensare a cosa metterci dentro, cercando di trovare lo spazio sufficiente per la roba di Aaron che mia madre mi ha supplicato di portargli. Finito con vestiti, scarpe, creme etc, mi siedo sul bordo del letto per far mente locale su cosa ho dimenticato. Gli occhi però si posano su un cofanetto blu con delle stelline gialle e bianche con sotto una coppietta di bambini che si abbracciano e ammirano il cielo stellato. Lo apro e tiro fuori il contenuto. È un orecchino a forma di ali di angioletto, l'unico rimasto. Nelle due ali ci sono incise le mie iniziali. È un regalo dei miei nonni materni fatto appena sono nata. Quel regalo però mi è stato consegnato da loro appena compiuti dodici anni. Mi è stato raccontato l'origine e il loro significato. Io per loro ero la nipotina prediletta, il loro angioletto portafortuna. Un giorno mi dissero che erano andati in una mostra di oggetti fatti a mano, tra quei venditori c'è n'era uno in particolare, un indiano che vendeva accessori con finalità magiche, ogni oggetto aveva la sua leggenda. I miei nonni pensarono subito a me quando videro una coppia di orecchini a forma di ali d'angelo. Avevano capito da subito che era il regalo perfetto per me. L'indiano gli disse che chi riceveva quegli orecchini sarebbe stato avvolto da un onda di fortuna per tutta la vita e che gli avrebbe messo sulla propria strada un angelo dagli occhi verdi che l'avrebbe protetto e portato ovunque esso volesse. Così fecero incidere le mie iniziali per far si che quel regalo fosse solo mio. Un giorno però li ho indossati per il diploma di Aaron,  ero totalmente felice per il mio fratellone che quel giorno mi ero messa tutta in tiro indossando gli orecchini. Ma durante la festa mi sono addormentata in una panchina del giardino e quando mi sono svegliata mi sono ritrovata a casa nel mio letto ancora vestita e senza un orecchino. Mi ricordo ancora quanto ho pianto per averlo perso. L'ho cercato mille volte in tutta casa, siamo andati anche nel giardino dove mi sono addormentata,  ma niente. Da quel giorno non riesco a perdonarmi. Ho perso i miei nonni in un incidente stradale una settimana dopo. Ricordo anche che non mi andava di parlare con nessuno, ero arrabbiata con me stessa perché ero convinta che la perdita dell'orecchino centrasse con la morte dei miei nonni. Una sorta di sfiga. Ancona adesso non capisco come ho potuto. Ai funerali tenevo in pugno il mio orecchino. Lo stringevo così forte che mi uscì sangue dalle mani. Decido di metterlo in borsa, ho bisogno di portarlo con me, di sentire i miei nonni vivi e vicini.
Accanto c'è una foto di Aaron e me scattata qualche anno fa allo Zoo, mi ha regalato il viaggio per il mio quattordicesimo compleanno.  È da lì che è partito tutto. L'amore per gli animali. Poso la foto nel comodino.
<<Sto arrivando fratellino>>.
Penso di aver preso tutto. Prima di mettermi a letto chiamo a Zoe, gli avevo promesso che gli avrei raccontato i miei primi giorni all'università per filo e per segno. Ma non dirò niente del mio arrivo a Seattle, voglio fare una sorpresa ad entrambi.

// Spazio autrice //
Non ho saputo resistere e ho aggiornato subito =).
Buona lettura =*

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