Immagina Fred 2°

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È mattina, hai dormito tutto il giorno e non te ne sei neanche accorta. Intorpidita dal sonno, ti stiracchi cominciando a sentire nuovamente tutte le parti del tuo corpo, sbatti più volte gli occhi, come incollati dalla giornata di sonno e finalmente riprendi del tutto conoscenza. L'orologio sopra il tuo comodino segna le 7, orario perfetto per alzarsi e dare un senso alla propria esistenza, così in tutta calma ti prepari per andare a fare colazione.

Dopo una ventina di minuti sei pronta per uscire, così ti avvinci alla porta, afferri il pomello e la spalanchi di colpo. Come un sasso, seduto con la schiena appoggiata sulla soglia, Fred, ancora addormentato, cade su i tuoi piedi, svegliandosi di scatto. Appena ti nota balza in piedi, sistemandosi i vestiti un po' stropicciati dalla posizione in cui evidentemente ha dormito per ore, con lo sguardo basso passa la lingua sulle labbra secche e sistema i capelli con la mano.
T/n "Fred? Che fai qui? Non mi dirai che hai dormito qui dav-"
F "Si" risponde in fretta, lasciandoti sorpresa, sposta finalmente lo sguardo su di te, ti scruta centimetro per centimetro, guardando a ritroso il tuo corpo dai piedi fino su in cima, dove si ferma proprio all'altezza degli occhi
F "Possiamo parlare? Per davvero questa volta" chiede continuando a concentrarsi su di te
T/n "Cosa vuoi che ti dica Fred? Sono arrabbiata con te, ti stai comportando da vero stronzo in questi giorni, hai un comportamento infantile. E sia chiaro che hai iniziato tu, perché io già stavo correndo da te per chiarire la situazione, ma tu e il tuo stupido orgoglio me lo avete impedito. Perciò non sei nella condizione di poter attaccare brighe"
F "Lo so, lo so. Hai ragione, solo che mi sono veramente sentito messo da parte per tutte le vacanze e mi dispiace di non averti lasciato parlare. Sono uno stupido, ma ora sono qui e ti sto chiedendo di spiegarmi, meglio tardi che mai, no?" chiede speranzoso, muovendo un passo nella tua direzione. Dentro di te sai già di averlo perdonato, così fissi la punta delle tue scarpe per cercare di coprire il sorriso che è spuntato spontaneamente sul tuo viso.
T/n "Non lo so Fred, non voglio dartela vinta così facilmente o non imparerai mai" rispondi con lo sguardo rivolto ancora verso il basso
F "Oh andiamo T/n, prometto che non succederà più. Dammi l'ultima possibilità, l'ultimissima, ti prego" ti afferra entrambe le mani e accorcia le distanze tra di voi fino a lasciare solo qualche centimetro di distanza tra i vostri volti. Vi guardate negli occhi senza proferire parola, tu con aria stralunata e lui con il solito sguardo malandrino, per poi scoppiare a ridere a crepapelle, stringendovi in un abbraccio tanto atteso.

Dopo aver balbettato qualche altra scusa, soffocata da capelli e vestiti di entrambi, che si erano quasi fusi insieme ai vostri corpi stretti in quel contatto che avevate evitato per pochi giorni che però, erano sembrati anni, vi siete recati a colazione, mostrando ai vostri amici i segni della vostra nuova e rinnovata pace. Successivamente avete partecipato alle lezioni di quella mattina e, tra un cambio dell'ora e l'altro, hai spiegato il motivo delle tue mancate lettere a Fred, che da parte sua è stato paziente e comprensivo.


È ormai pomeriggio e le lezioni sono ormai giunte al loro termine. Ti trovi nella Sala Grande, quasi vuota, assorta nella lettura che ti ha catturato da qualche tempo a questa parte; le gambe, incrociate sulla lunga panca di legno, sostengono il libro da una parte, mentre l'altra viene tenuta ferma dalla tua mano; con il viso chino sul libro, rapita dalla narrazione degli eventi.
Con la sua solita cadenza rilassata, le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni della divisa di Grifondoro, i morbidi capelli rossi che ricadono leggeri davanti agli occhi, senza però coprirli troppo, con un sorrisetto compiaciuto che aleggia sulle sue labbra, Fred Weasley attraversa i corridoi, oltrepassando l'entrata alla Sala Grande, gettando un'occhiata disinteressata al suo intero, finché i suoi occhi non incontrano proprio lei, la ragione di tutti i suoi dissidi interiori, della sua continua confusione mentale. Così di punto in bianco decide di cambiare la sua meta.

FRED'S POV:
Stavo andando verso la biblioteca, non che io passi molto tempo in quel posto o mi diverta andarci, non sono un tipo molto studioso, ho altri pregi. Ciò ovviamente non significa che sia stupido, ma, non so, progettare scherzi mi viene più naturale che sedermi alla scrivania e studiare una materia noiosa come Storia della Magia. Comunque mi recavo , nel posto prediletto dei secchioni, per volontà di sua altissima autorità Minerva McGranitt, che mi ha messo di nuovo in punizione. Credo di passare più tempo nel suo ufficio che a lezione, o in qualsiasi posto io sia nell'orario scolastico che non sia una vuota e deprimente aula. In fondo so che mi adora ed è segretamente pazza di me, o non troverei altre spiegazioni plausibili al suo continuo chiamarmi a rapporto. E come darle torto, il fascino dei Weasley ti strega e ti rapisce senza possibili vie di fuga, mi sarei anch'io innamorato di me stesso se fossi stato al posto suo.
Comunque, come dicevo, stavo portando il mio regale didietro in biblioteca, quando l'ho notata: tutta gobba e concentrata nella lettura di un libro il doppio di lei, continuava a spostarsi dietro l'orecchio una ciocca di capelli, che puntualmente le ricadeva davanti al viso.
Wow.

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