Pov Barista
Se ne va arrabbiata prendendo la borsetta e camminando come ad una sfilata,un piede dritto dopo l'altro,le gambe erano sottili e lunghe,sopra le gambe c'è il fondoschiena ricoperto appena dalla stoffa nera ed aderente del vestitino il quale mostrava,ad ogni singolo movimento delle gambe,le mutandine di pizzo bianco. Le forme perfette dei fianchi sono messe in risalto dall'aderenza della stoffa nera che rende evidente che dall'inguine a sotto il seno che era scarna e si vedono le costole della cassa toracica. Il corpetto era a forma di cuore e con uno spacco eccessivamente ampio,metteva in risalto il seno prosperoso della ragazza,si notava la differenza della carnagione, dall'abbronzatura di un estate che se ne stava andando,del petto tra quella del seno che non era stato colpito minimamente da alcun raggio di sole. Le spalle sono perfettamente dritte e reggevano le braccia, accompagnate dalle mani molto curate, le unghie lunghe e ricoperte da dello smalto blu di qualche giorno ed infatti era un po' scrostato nei lati e negli angoli. I capelli le arrivano fino al fondoschiena, lunghi biondi. La frangetta le copre un po gli occhi che mi hanno incantato dal primo momento in cui li ho guardati.
Il viso è ovale,ricoperto da un intenso strato di fard,che cercava di coprire al meglio un evidente cicatrice sotto il mento. Le labbra sono carnose,a cuoricino,poi c'è il naso il quale era all'insù e piccolo. Il corpo della ragazza si blocca ed il viso si gira in mia direzione, gli occhi mi fissano attentamente squadrandomi la faccia. Mi guarda i capelli castani,lentamente abbassa leggermente lo sguardo e,guardandomi negli occhi,mi incanto in quel suo sguardo provocante e sensuale. Abbassa nuovamente lo sguardo fino alle labbra,si morde il proprio inferiore e schiudendo i due canotti accennano un perverso sorriso. Si notano solo in quel momento i due solchi nati ai lati dei pizzi delle labbra. Si rigira e sculettando se ne va a passo svelto. Ma guarda con chi devo passare le mie giornate. Vado verso il tavolo per mettere la rivista al proprio posto. Noto in quel momento un piccolo peluche a forma di orsetto sul tavolo,sarà di quella signorina? Ma no,non credo che una ragazza cosi abbia un oggetto cosi infantile e futile,non è nemmeno un porta chiavi o una cosa che possa servire particolarmente. "Britney,io faccio una pausa tu prendi il mio posto perfavore. Grazie." dico sorridendole, lei annuisce timida. Britney è una mia amica,chiese lavoro pochi anni fa e io accettai su due piedi. Era poco esperta e insicura ma aveva talento e,con il mio aiuto, è riuscita ad esporlo. È diventata esperta nel campo,imparava lentamente e sbagliava molto all'inizio e quante risate insieme quando ciò accadeva. Ma poi divenne,col tempo,meno sbadata. Lei è sempre stata formale e rispettosa nei miei confronti anche se io le ripeto sempre che noi siamo amici e deve darmi del tu e non del voi. Ormai siamo come fratello e sorella,io la consideravo parte della famiglia.Slaccio il grembiule e lo porgo a Britney,lo prende e se lo mette. La saluto con un sorriso e ,uscendo fuori dal bar,vengo assaltato da un vento molto forte che mi scompiglia violentemente i capelli,vengo percosso da vari brividi di freddo. Prendo il mio giubbotto e lo indosso.
Alzo il cappuccio ed infilo le mani nelle tasche. Il cielo era pieno di nuvoloni grigi che si rincorrevano come stormi di uccelli. Il sole era quasi inesistente,non scaldava nemmeno appena. Mi sistemo meglio nel giubbotto e inizio a passeggiare con calma. Sfilo da una tasca quel pupazzino,è un po' malridotto e consumato pero è carino. Sarà vecchio di qualche anno,chissà. Passavo quel pupazzino da una mano all'altra, la mia attenzione viene attirata da un pianto di donna. Svolto a sinistra,devo sapere chi piange. Noto,sulle scale di una gioielleria, una ragazza con il volto sprofondato nelle mani e percossa da continui singhiozzi che la facevano sobbalzare ogni tanto. Mi avvicino riluttante.
"Perché piangi?" chiedo dolcemente sedendomi di fianco a lei,alza il volto con lo sguardo perso."Tuu?" dico io scettico,la ragazza cerca di focalizzare ciò che aveva davanti
"Ehm..io vado,ciao" dice lei imbarazzata,si asciuga gli occhi con il dorso della mano e cerca di rendere il respiro fievole per ricomporsi. La fermo per un polso,mi guarda perplessa
"Come mai piangi?" insisto io. La faccio risedere sul gradino
"Ho perso un piccolo ricordo,è molto importante e per me ha un valore sentimentale molto forte." spiega lei continuando a piangere tra vari singhiozzi e mettendo i ginocchi a sfiorarle il mento.
"Ma non credo che tu possa aiutarmi,quindi è inutile dirtelo." continua lei girovagando con lo sguardo. Tremava come una foglia. Mi tolgo il giubbotto e glielo metto sulle spalle. Mi sorride lievemente ed ringraziarmi.
"Intendi questo piccolo orsetto?" domando con le labbra a pochi millimetri dal suo orecchie,le metto l'oggetto davanti gli occhi e le sistemo una ciocca di capelli sulla spalla,le si illumina il viso e io,felice,le sorrido.
"Si. Grazie mille!" afferma lei elettrizzata buttando le sue braccia a circondare con forza il mio collo, sentivo il suo fiato,ancora spezzato da vari singhiozzi mentre il cuore batteva all'impazzata e premeva contro il mio petto ad ogni battito. L'abbraccio anche io stringendola molto forte.Si calma nell'abbraccio e si ricompone. Mi saluta con uno smagliante sorriso stampato sulle labbra.
Il sole,come condizionato dall'umore della ragazza, risplende luminoso nel cielo,ormai abbandonato da qualsiasi traccia di nuvole grigie. Ci dirigiamo ognuno per la propria strada.
Chissà cosa significasse per lei quel piccolo orsetto per farla allarmare in quella maniera. Ero in parte dispiaciuto e addolcito da quella scena,ma ero anche stupito.
Sembrava così antipatica e fredda. Conoscete quelle ragazze che si sentono miss mondo? Le solite gallinelle,ecco. Forse ho preso un abbaglio,o forse ho ragione. Questo,pero,è tutto da vedere. Se ci sarà una prossima volta,anche se ho il presentimento che questa ragazza la vedrò spesso.
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Due Mondi Troppo Differenti
Fantasy"Non puoi stare con lui!" urla mio padre infuriato "ma io lo amo,papà. Non puoi impormi niente!" dico io testarda e attaccata al braccio di Noah. "Non ci stai e basta!" urla lui autoritario e strattonandomi. "Basta! Non vede che le fa del male?! No...