Era l'ora della chiusura,era tardi
noto Amber sospirare stanca.
Ero orgoglioso di lei,
Ho visto nuovi lati di quest'ultima che non conoscevo.
Si avvicina a me "come sono andata?"chiede curiosa Amber "bene,bene" dico sorridendo.
"Sai.. Sono rimasto stupito da questo tuo lato
indipendente,testardo e che non molla mai."
Mi guarda con gli occhi curiosi
"Perche? Pensavi fossi troppo incapace per riuscirci?"
"No Amber,solo che non ho mai visto questa parte di te"
Chiarisco.
"Quindi fino ad ora hai visto solo la mia
viziataggine?"
Si scalda. "Non storcere le mie parole Amber!"
Alzo la voce più di quanto avesse fatto lei
"Dico ciò che capisco" alza la voce arrabbiata
"Capisci male! Non fare la bambina"
Ci guardiamo infuriati per pochi attimi,dopo di che scappa
scocciata. La blocco per un polso
"Non puoi fare la bambina,chiariamo le tue idee. Ora resti con
le parole che hai cambiato a tuo favore passando me per
mostro?" continuo freddo
"Posso fare eccome la bambina,d'altronde è ciò che pensi no?"
"No Amber, perche dici sciocchezze?" dico stufo
"Ah io dico sciocchezze,sei tu che prima dici che pensi io sia bambina e poi dici di no? Ti vuoi mettere le idee in chiaro!?"
Urla lei infuriata
"Cosa?! Io ho detto solo che fino ad ora ho visto solo il lato infantile della tua personalità"
Mi spiego miglior mente
"Ora l'hai detto,tu credevi io fossi una bambina viziata cehe pensa solo a se stessa" replica lei
"È quello che mi avevi fatto vedere fino ad oggi!" insisto io
"Basta! Seguitemi. Senza discussioni,ora zitti e muti senza
dire di no" urla autoritaria Britney
La seguiamo zitti,ci porta a casa mia. Ero curioso e non capivo cosa ci facessimo li.
Entriamo in camera mia
"Perche siamo venuti a casa mia?" chiedo stranito
"Lo saprai presto,capirai. Io ora vado a prendermi un bicchiere d'acqua" corre verso l'uscita e sento il crik,ha chiuso la porta.
"Dannazione,l'ha chiusa" dico sbattendo la mano sul legno.
"Ragazza,ragazza scusami potresti aprire?" chiede Amber
"Pensi che ti senta? Se ne sara andata" abbasso la voce sedendomi sul letto.
"Non me ne sono andata! Saldate un po io fra qualche ora vi apro!" urla lei,sento i passi farsi sempre più lontani.
Amber si siede vicino a me voltandomi completamente.
"Ah ora tu vuoi stare arrabbiata con me nonostante
tu ti sia comporta sta da bambina e di conseguenza hai torto tu cara Amber"
"Ma zitto,fino ad ora solo pregiudizi,ora vorresti rigiudicarmi? Non ti basta l'ingiustizia dell'altra volta mh?? Vuoi litigare di nuovo?" si gira in mia direzione urlando a squarcia gola
"Calmati prima cosa!" ordino,lei si zittisce.Dopo un ora, non mi parla per un ora,stesso vale per me.
"Sai.. Io sono sempre stato indipendente dai miei genitori, in poche parole sempre indipendete da tutti. A 13 anni non sopportavo più la dipendenza dei miei fratelli,mi faceva troppo schifo e cosi
decisi di fuggire di casa per togliere un peso in meno ai miei genitori pregandogli,in una lettera,di non perdere tempo per cercarmi,non mi avrebbero trovato. Da li io non avevo più regole,niente più dipendenza dai miei genitori,niente più attenzioni superflue,niente denaro per viziarmi.
Erano troppo impegnati per darci felicità dando a me e ai miei fratelli dei soldi,lo facevano per non farci rendere conto della loro mancanza
e credo che io sia l'unico il cui ne abbia sofferto,
stavano sempre a lavoro per prendere un po di grana
per pagare la casa eccetera eccetera.
Ma non capivano o non gli importavano che prima o poi arrivavamo alla rovina,io non volevo
arrivarci con loro o meglio dire,ho impedito la distruzione.
Ad allora sapevo come trovarmi da mangiare e dei soldi.
Avevo un talento per la composizione di brani di canzoni,conoscevo emozioni che non avevo mai provato.
Davo i miei brani ad un ragazzo,appassionato di musica, il cui
dava i miei testi a professionisti
e se li accettavano e io ricevevo un po di soldi da quel tipo.
Avevo opportunità di sentire i miei genitori e per qiesto loro mi contattavano sempre,io mi ho risposto ad una telefonata.
Finché anch'essi persero speranza e non insistettero più.
Li chiamai solo una volta,mentre tu ,distrutta, dormivi nel mio letto dopo esserti aperta con me.
Gli dissi che mi piaceva una ragazza,era dolce e sensibile
ma forte come una leonessa se le mettevi i piedi in testa.
Mia madre entusiasta mi chiese il nome della fortunata
e io gli risposi con gioia e soddisfazione il tuo nome.
Dissi pero che tu non avresti mai guardato uno come me,
ero e sono cosi felice di essermi sbagliato,
mi bastavi come amica,non chiedevo niente di più.
Era cosi soddisfacente l'idea che io ti avessi imparato a diventare indipendente.
Continuai a parlare con mia madre dicendole che
io ero sempre stato indipendente,lei ne rimase confusa.
Continuai dicendole che per la prima volta in molti anni di indipendenza ero dipendente da qualcosa.
Lei non capiva a cosa mi riferivo, mi riferivo
a te,chi mi ha reso dipendente.
Dipendente dalla tua voce flebile e agghiacciante quando
ti innervosisci,dipendente da due diamanti azzurri
i tuoi brillanti occhi.
Dipendente dalle tue labbra,mere farfugliano mille parole,cosi rosse,sottili,ne grandi ne piccole.
Cosi perfette,come tutto di te,tu sei unicamente unica
perfezione fatta a persona,starei mille ore a discrivere la tua
inesorabile bellezza,il tuo carattere d'oro che mi affascina
terribilmente,ero incantato da te.
Dai tuoi modi di fare,di essere una ragazza felice,
cosi leggiadra mentre correvi fra i tavoli.
Ti dava una figura matura,da vera ed ineguagliabile donna matura e bella.
Ringrazio dio che mi ha fatto conoscere una fata che
come trilli, con la polverina magica ,tu con uno sguardo mi facevi volare e toccare il cielo con un dito."
Racconto tutto questo ad occhi chiusi, facendo un flashback
nella mia mente, ricordando tutto.
Sento una goccia d'acqua bagnarmi la mano, mi giro verso la magnifica ragazza e la noto piangere.
Si avvicina a me e si accoccola tra le mie braccia stringendomi forte al torace.
Continua
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Due Mondi Troppo Differenti
Fantasi"Non puoi stare con lui!" urla mio padre infuriato "ma io lo amo,papà. Non puoi impormi niente!" dico io testarda e attaccata al braccio di Noah. "Non ci stai e basta!" urla lui autoritario e strattonandomi. "Basta! Non vede che le fa del male?! No...