IN PISTA

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E mentre Matt e Andrew percorrevano la pit-lane, vedendo tutte quelle moto e quei colori sgargianti, pensarono ad una cosa sola: "siamo pronti per tutto questo?"

Non fecero in tempo a pensarlo che si ritrovarono già sul rettilineo, e si accorsero di essere già in pista quando una Aprilia nera come la notte passò a limitatore con la 6ª marcia innestata pronta alla scalata per la prima curva a destra del Mugello: La San Donato.

Andrea guardò Matt giusto il tempo di uscire dalla corsia di ingresso in pista e spalancò il gas, iniziando il suo famoso stacco da lui per spronarlo al recupero.

Seconda, terza e poi quarta. Piega a destra e subito si ritrovò Matt alle spalle.
Non voleva superarlo nonostante potesse, bensì voleva vedere come si comportava il suo amico prima di azzardare la manovra.
Si decise solamente quando studiò bene la situazione a passarlo esternamente per poi rendersi conto di aver sbagliato l'impostazione e il posteriore slittò leggermente.
Riuscì comunque a tenerla molto bene e grazie ad una agile mossa evitò di tirarsi fuori alla prima curva.

Uscito dalla curva, fianco a fianco all'ingresso della seconda grazie a un cambio di passo improvviso in poco meno di un misero rettilineo prima della curva 2, Matt pensò che il momento più adatto al sorpasso era quello nel cambio di direzione che era prossimo a venire nella Luco e Poggio Secco.
Nella speranza viva di non sbagliare, decise di fare uno stacco lungo per poter passare la posizione prima dell'ingresso in curva e fortunatamente gli andò bene. Passo davanti ad Andrew e subito decise di apprestarsi al distacco. Ormai niente poteva fermarlo.
Passate la Casanova e Savelli, con un passaggio rapido alla Arrabbiata 1 e una leggera decelerazione alla Arrabbiata 2, l'errore lo fece alla Scarperia dove, per una frenata troppo lunga, andò fuori traiettoria e si fece passare da Andrew che con la sua destrezza e precisione lo passò senza stare a pensarci due volte.
Matt aveva l'obiettivo di raggiungere quel missile balistico nero che poco prima sfrecciò al loro fianco. Voleva portarsi al limite di ciò che momentaneamente sapeva e poteva fare e osava sempre di più. Lui poteva farlo. Se lo sentiva.

Raggiunta la Biondetti, l'errore lo fece Andrew dove tagliò per il breccino a causa dell'elevata velocità e a Matt scappò un sorriso sotto il casco.
Allungò al limite le marce prima dell'inserimento alla Bucine. Come entrò in curva, non appena piegò a sinistra, davanti a se trovò quella moto che pareva volare sull'asfalto.

Matt pensò che, siccome la temperatura dell'asfalto era ideale e le gomme erano socuramente arrivate a temperatura, la questione dell'aprire il gas in curva poteva essere un buon inizio per accorciare la distanza.
Provò dunque a farlo pagandone però le conseguenze. La ruota dietro slittò e Matt balzo in alto. Fortunatamente non cadette, rimbalzò sul serbatoio e andò lungo. Rallentò, si rimise in posizione e riaprì il gas. Intanto, il missile era partito di nuovo. 

Pensate che si sia arreso? Vi sbagliate.

Scalò una marcia e iniziò ad allungarle tutte fino a quando non si ritrovò in fondo al rettilineo in fase di frenata.
Nel mentre che lui rallentava, il suo avversario era già entrato in curva. Aveva un buon vantaggio su di lui ma a Matt non passava nemmeno per l'anticamera del cervello di restare dietro a guardare.

Nel contempo, Andrew sentiva la moto sforzare agli alti regimi e dovette rallentare il passo per evitare di rovinare qualche componentistica a lui ignota.
Ma nonostante ciò, seppe farsi valere soltanto con 3 secondi di svantaggio in confronto ai due che stavano per entrare in una vera e propria battaglia.

Matt iniziò ad aprire il gas sempre più nelle curve e facendo pazzie quali frenate lunghe, ingressi in velocità nelle curve e addirittura voleva smettere di decelerare e utilizzare solo quel poco di freno motore che aveva la moto per accorciare la differenza di tempo e spazio.

COME LA LUCE DELLE STELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora