Charlie's POV
Si stava bene fra le sue braccia. Nessun pensiero e nessun dubbio, in poche parole il posto per fetto dove stare.
Mentre pensavo a quelle cose, riconobbi nella sua stretta quella di Alessandro, il mio ragazzo. Anzi, ex. L'avevo mollato io proprio quella mattinata, sciocca com'ero non avevo capito subito che lui, come tanti che lo precedevano, non mi aveva amata. O almeno, solo in parte. In ogni caso, era stato un bene averlo potuto lasciare di stucco senza nemmeno salutarlo un'ultima volta e senza nemmeno versare una mezza lacrima come in genere accade nella maggior parte dei patetici film d'amore.
-Charlie?
La voce di Martina mi fece tornare in me ricordandomi dov'ero in quel momento e con chi ero.
-Sì?
-Questa non è la tua fermata?
Alzai le spalle: -Oggi vado fino al capolinea.
Sentii Martina muoversi un poco.
Dopo non molto la sua voce mi raggiunse una seconda volta: -È permesso chiederti il perché?
Leggermente a disagio mi girai per guardarla negli occhi di un banale color nocciola che però sarei riuscita a riconoscere fra tanti. Ritengo che ogni iride abbia un colore differente, una minima tonalità che forse ad occhio nudo non possiamo notare con certezza, ma che sicuramente c'è.
-Un giorno ti dirò tutto, promesso.
Appoggiai la mia testa sulla sua spala e mi strinsi a lei.
-Comunque anche tu scendi sempre al capolinea.-le feci notare.
Martina si mosse appena a disagio e cambiò posizione.
-Tanto se sono fuori o dentro casa non cambia nulla.-disse dopo un po'.
-Perché dici così?
-Perché tu a casa hai sempre qualcuno che ti aspetta, la cena in tavola, un sorriso gentile sulle labbra, delle parole confortevoli che ti accolgono e che talvolta ti rimprovano per il ritardo. Io no, non ho nulla. Se tornassi a casa domani troverei ad accogliermi un leggero strato in più di polvere sui mobili e basta, nulla di più.
Sentivo il disagio che provava nell'aria, la tensione delle sue parole, il suo cuore battere leggermente più veloce e le sue gote arrossarsi di un poco come accadeva ogni volta che si arrabbiava con qualcuno o qualcosa. Sentivo l'angoscia dei pensieri che tornavano a galla e la consapevolezza che, se non avesse controllato il ritmo dell'affluenza, il fiume di essi sarebbe esondato provocando il caos.
-Non devi dirmi tutto se non te la senti.
Lei alzò le spalle: -Io non vorrei dire nulla, ma i pensieri escono e basta.
-Allora parla e dimmi quanto riesci, stando attenta a non farti del male, ti prego.
-Non preoccuparti per me, ma per te. Non potrei mai farmi del male per così poco, ma ne farei agli altri, Ho imparato a difendermi dal mondo e dagli esseri che lo popolano ma, così facendo, ho allontanato da me tutti quanti. Non reisco a trasmettere le emozioni che provo nei confronti delle persone se non rabbia che, a volte, non esiste. Ormai riesco solamente a scaricare i problemi su chi non ha colpe, solo questo. Punto. Quindi non temere per me, davvero, ma per te. Ho paura che il nostro rapporto vada a finire come tutti gli altri, ho paura di farti del male, ho paura di non riuscire a mostrarmi per quella che sono veramente. Ho paura di me, di te, di questo bus, dei poveri ragazzi che lo prendono oltre a noi, dei nostri compagni di scuola, dei professori, di quella che forse dovrei chiamare casa mia, di questa città, di tutto il mondo. Ma il problema più grande non è questo. Il problema più grande è che non conosco il perché di tutto questo.
La guardai negli occhi, le sorrisi e le strinsi le mani.
-Martina, non devi essere bloccata da questa paura. Devi sfruttarla come scusa per buttarti nell'affrontare le situazioni più difficili, devi parlare faccia a faccia e lasciare che, eventualmente, ti tiri schiaffi potentissimi. Ma tu devi promettermi una cosa: ti rialzerai sempre. Devi dimostrare a te stessa che sei più forte tu, che sei in grado di superare ciò che ti terrorizza e lasciati cullare dall'ebrezza del rischio. Lascia che, solo ogni tanto, ti pervada e butta fuori tutto quanto senza timore. Immagina, se non ti aiuta, di essere sopra alla cima di un burrone. Prendi un respiro profondo, non guardare in basso e buttati. Cadrai, ovvio che cadrai, ma non raggiungerai mai il fondo perché ci sarà sempre qualcuno pronto a prenderti al volo per poi guidarti verso le nuvole più belle che tu conosca. Non devi avere paura, okay?
Le parole mi uscivano di bocca senza che riuscissi a formarle adeguatamente nella mia testa, e devo ammettere che era una sensazione fantastica. Riuscire finalmente a dire quello che pensavo mi faceva sentire bene, in un modo mai conosciuto prima. Nessun timore di essere giudicato per quanto stai per dire, nessuna angoscia di rischiare di dire troppo.
Martina non disse nulla. Semplicemente mi strinse nello stesso identico modo di prima di quella strambra conversazione che avevamo appena avute, ma io sapevo a cosa stava pensando. Lo capivo dalle sue braccia che continuavano a stringermi, dalle sue dita che sfioravano le mie mani con un tocco leggero che mi faceva rabbrividire, dal suo fiato caldo che mi muoveva leggermente i capelli, dalla sua stretta impossibile da spezzare.
Nessuna parola andava detta, nessun gensto andava compiuto.
Solo l'abbraccio, null'altro.
Sarà difficile per me aggiornare in questi giorni perché a casa avremo una trentina di ospiti (io ne conosco cinque, yeeee) e, dato che sono praticamente tutti tizi che mi hanno vista quando avrò avuto sì e no 5 mesi di vita, mi terranno bloccata a farmi domande tipo: ma che scuola fai? Sei brava? Ti piace studiare? Cosa vuoi fare da grande? Cosa volevi fare da grande quando eri piccola? Perché? Ma sicura? Io ti ci vedrei di più a fare *un lavoro a caso*, sai? Ma il fidanzatino?
Ecco, l'ultima tipica domanda che fanno sempre tutti i vecchietti, questa volta avrà una risposta: "Sai, è così bravo a giocare a nascondino che ancora non l'ho trovato. Ritenta fra un paio di anni."
Prevendo un finesettimana luuuuungo e difficile.
Comunque domani vado al 90° anniversario del Secondo Stormo a Rivolto e mi divertirò un casino. (ma la sveglia è prevista per le 4, quindi corro o mi sparo. CIAO)
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Linea 349 ~ KeMoon [In Revisione]
Fanfiction"[...] Amare è una delle cose più belle del mondo, forse la migliore in assoluto, perché per noi due deve essere così complicato? [...] Perché mi preoccupo tanto di quello che potrebbero pensare gli altri di noi due? E soprattutto, cosa dovrebbe int...