Charlie's POV
Parlare con Muro mi aveva fatto bene, ma non ero ancora totalmente sicura di essere pronta per affrontare Martina.
Sin da quand'ero bambina, accettarmi per quella che ero era stato difficile, tanto che la mattina mi vergognavo di guardarmi allo specchio. Tutto in me aveva qualcosa che non andava e, al mio sguardo, tutto appariva orribile. Solo gli occhi mi piacevano veramente, forse perché erano del mio colore preferito, l'azzurro.
Nonostante il fatto che tutti i miei amici mi ripetessero che ero bella così com'ero, specchiarmi accendeva una lotta interiore in me che non finiva mai a mio favore. Nel tempo avevo imparato a farci l'abitudine con questa orribile sensazione che mi accompagnava ogni singolo giorno della mia vita e, più avanti, avevo imparato a nasconderla sufficientemente bene agli altri da riuscire ad apparire una persona sicura di sé stessa, cosa che sicuramente non potevo essere.
Aggiungere il mio giudizio personale più che negativo a quello delle persone esterne, poteva essere davvero troppo per me. Ormai la questione era palese alla mia migliore amica e, chissà, magari a Martina stessa, ma a quanto pare non a me: amavo quella ragazza così come lei amava me. Ma come potevo trovare il coraggio di camminare per strada tenendola per mano senza preoccuparmi del fatto che certamente qualcuno alle nostre spalle ci stava fissando o magari insultando perché "diverse"?
A furia di cercare di farlo credere agli altri, ero giunta al punto di crederci io stessa: mi reputavo una persona forte e decisa, ma troppo spesso mi sto rendendo conto di essere influenzata dai pensieri degli altri dimenticando, di conseguenza, i miei.
Che fine aveva fatto la Charlie che ignorava gli sguardi e le battute acide da parte di coloro che si definivano amici e che erano stati allontnati con un menefreghismo che avevo dimenticato?
Avevo lottato con a fianco la ragazza che reputavo la mia migliore amica ma, da quando mi ero resa conto di non poter più definire il nostro rapporto una semplice amicizia ma la nascita di un nuovo amore, tutto era cambiato. Di nuovo.
Mi guardai allo specchio e, improvvisamente, sentii dentro di me un sentimento di disprezzo nascere alla bocca dello stomaco e farmi provare un conato di vomito. Ma assieme ad esso c'era qualcos'altro che, ancora, non potevo conoscere: il sentirsi sbagliati. Distolsi lo sguardo rabbrividendo. Ero disgustata al pensiero di amare una persona del mio stesso sesso, ma, se pensavo alla ragazza che mi aveva fatto innamorare, tutto appariva sotto una luce differente e non potevo fare a meno di sentirmi un po' più leggera.
Nella mia testa era in corso una lotta furiosa fra la parte di me che dava ragione a tutti coloro che mi avevano sempre detto che era contro natura amare una persona dello stesso sesso e la parte che cercava di sovrastare tutta la confusione gridando tutto l'amore che provavo per Martina.
Perché è inutile girarci attorno, cercare di evitare l'argomento: io l'amavo. Tutti i brividi che avevo provato ad ogni abbraccio avevano un nome ben differente da "amicizia". E, assieme ad essi, ogni sentimento di paura che avevo provato nel comprendere che la stavo perdendo, che si era allontanata di proposito da me e ogni singolo battito accelerato ogni volta che il mio sguardo incrociava il suo o il suo profumo giungeva dalle mie parti. Avevo capito perché, ovunque andassi, la vedevo in ogni cosa che incontravo: in una nuvola che correva veloce, nello sguardo perso di un bambino, in una frase letta per caso in un libro, nella pioggia che cadeva leggera e che mi ricordava i pomeriggi passati assieme sul bus, in ogni nota di tutte le canzoni che ascoltavamo in silenzio, in ogni tramonto che somigliasse lontanamente a quelli che avevamo visto in riva al mare, in ogni nuova alba fredda che mi ricordava che quel giorno non sarei stata con lei e così per chissà quanti altri.
STAI LEGGENDO
Linea 349 ~ KeMoon [In Revisione]
Fanfiction"[...] Amare è una delle cose più belle del mondo, forse la migliore in assoluto, perché per noi due deve essere così complicato? [...] Perché mi preoccupo tanto di quello che potrebbero pensare gli altri di noi due? E soprattutto, cosa dovrebbe int...