Capitolo 10

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Dando uni sguardo alla classe notarono che ancora la maggior parte degli alunni non era ancora arrivata.
I due non avevano vusto ancora Alya e Nino, ma i loro zaini erano appoggiati nel banco della seconda fila e quindi constatarono che erano usciti dalla classe.

"Guarda si sono messi accanto." Fece notare Adrien alla ragazza.
"Tu credi che..."
"È probabile." Annuì lui.
La corvina si guardò un po' intorno: "Ho capito che mi toccherà sopportati accanto anche durante scuola." Fece una risatina.
Mise la sua borsa nel banco davanti, quello che avevano l'anno prima Adrien e Nino, e il ragazzo fece lo stesso.

Lila era uscita dalla classe per andare nell'uffucio del preside per firmare alcuni moduli per i nuovi alunni.
Ancora non aveva capito che Adrien e Matinette stavano insieme, altrimenti non sarebbe stata così amichevole con la ragazza.
Ancora Chloè e Sabrina non erano arrivate, non era da loro arrivare tardi, solitamente erano le prime e Marinette se ne accorse: "Ma Chloè e Sabrina? Ancora non sono arrivate? Non che mi importi, però è strano."
Adrien guardò alla sua destra e poi indietro: "È vero, credevo di non averci fatto caso, ma ora che guardo meglio non le vedo."

"TANTO LA VEDRÀ TUTTA LA SCUOLA!" Un grido si levò da fuori dalla classe.
Sabrina entrò in classe tutta di corsa agitando il cellulare che teneva stretto nella mano sinistra.
Si mise davanti a tutti e cominciò il suo discorso: "Attenzione, attenzione! Accendete i cellulari perchè tra poco sta per arrivarvi una foto molto divertente di una persona che tutti odiate."
Alya e Nino erano appena rientrati e restarono immobili davanti alla porta alla visione di della rossa che parlava in quel modo.
Anche Lila aveva varcato la porta e aveva il cellulare in mano pronta a ricevere quella famosa foto.

Sabrina cominciò a fare il conto alla rovescia prima di inviare la foto: "3....2....1...."
Un 'clic' e i cellulari di tutti cominciarono a squillare, avvisando i proprietari dell'arrivo di un nuovo messaggio.

"NOOOO!"
Chloè fece il suo ingresso in classe, il trucco sfigurato dal pianto.
"No, perchè?! Perchè?!"
Sabrina ridacchiò.
"Perchè mi fai questo?!"
"È quello che ti meriti per aver trattato tutti in quel modo."

I ragazzi all'interno della classe scoppiarono a ridere, come potevano non farlo?
La foto inviata era una di quelle di Chloè qualche anno prima, quando non era carina come in quel momento: aveva i capelli corti, gli occhiali, l'apparecchio e la faccia piena di brufoli.
Alla bionda tornarono in mente quei momenti, veniva presa in giro perennemente ed era stato ciò ad alimentare il suo carattere. Rifuitava gli altri per evitare di essere giudicata dopo che l'avessero conosciuta.

Anche dalle altre classi si levarono risate e voci.
Chloè non guardò nessuno, si voltò ed uscì, diretta nei bagni.

"ORA BASTA!"
Tutti si zittirono di colpo e guardarono colei che aveva gridato.
Marinette si alzò e andò davanti a Sabrina.
"Ma veramente?! Davvero prendete in giro una persona per una foto? Ragazzi, vi facevo più maturi. Siete contenti ora? Avete distrutto l'autostima di una ragazza e in più continuate a ridere dopo averla vista scappare piangendo."
Tutti la guardarono senza dire nulla.
"Pensate a me. Quante cose mi ha fatto Chloè? Tantissime. E io quante volte mi sono vendicata? Mai. Pensateci."
Marinette si diresse verso la porta e uscì pure lei dalla classe.

"Posso?" Aprì la porta del bagno.
Vide Chloè rannicchiata a terra e singhiozzare.
Appena la bionda si accorse della sua presenza si affrettò ad asciugarsi le lacrime, invano.
Marinette le si avvicinò: "Come va?"
La ragazza non rispose allora la corvina si sistemò a sedere accanto a lei.
"Ti ho sentita sai? Tu dovevi essere la prima a ridere e invece mi hai difesa. Perchè? Dopo tutto quello che ti ho fatto..." Chloè aveva una nota di rimpianto nella voce, aveva giudicato troppo male Marinette.
"Tutti meritano una seconda possibilità." Le disse sorridendo, aveva un sorriso che contagiava, infatti la bionda smise di piangere.
Accennò un sorriso e si asciugò le lacrime.
"Amiche?" Chiese Marinette.
"Amiche."

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